MENU

Angela Carrieri/Quando il volontariato diventa sinergia

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

1
MAR
2013

 

Fondata nel 2005, la ‘Comunità alloggio per anziani San Pio’ offre assistenza ad anziani soli  e sofferenti grazie all’aiuto di numerosi volontari: un modo per rendere più dignitosa la loro vita, nonostante le tante difficoltà
 
Quando incontro Angela Carrieri la sua personalità forte e determinata trabocca dal suo sorriso e dalla sua simpatia. Lei è la direttrice della Comunità alloggio per anziani San Pio: una graziosa villetta alla periferia del paese, immersa nel silenzio e nel verde. Ad accogliermi c’è uno staff ben nutrito in camice bianco e armato di tanta energia, e naturalmente ci sono anche loro, i protagonisti di questa intervista: gli anziani. All’ingresso c’è una signora di 97 anni, con una gioia sul volto da fare invidia, dolce e affettuosa, ma soprattutto felice di trovarsi lì; conosco Vita, un’altra signora che dice di avere più di cento anni e, invece, non ne ha compiuti ancora novanta! Mi presento a un altro signore (faccio mea culpa se non ricordo il loro nome) che prima mi chiede se porto la minigonna e poi azzarda improvvisamente un parallelo storico: rimango contagiata dalla loro vivacità e stupita per la loro accoglienza. Penso che non sia facile gestire tutti questi anziani, molto diversi tra loro: chi vive immerso in un ricordo, chi teme la solitudine, chi fronteggia una grave patologia, chi non riesce a comunicare e chi, invece, utilizza l’iPad, ma poi mi accorgo che queste difficoltà sono sì reali, ma non paralizzanti. Me lo dimostrano i volontari, me lo suggerisce il clima sereno che si respira in quella casa, me lo conferma Angela Carrieri con la sua famiglia, quando mi racconta della sua missione. 
Direttrice quando nasce la voglia di fondare la Comunità alloggio per anziani San Pio?
«La devozione viscerale verso questo lavoro è nata da una grande sofferenza personale, perché, circa vent’anni fa, ho perso improvvisamente mia madre, senza aver avuto nemmeno la possibilità di salutarla per l’ultima volta o di darle un bacio o una carezza. Questo trauma mi ha segnata profondamente, avevo perso il bene più grande della mia vita e solo allora ho realizzato cosa fosse davvero la morte: una perdita dolorosa che può sopraggiungere da un momento all’altro. È da questa esperienza che ho iniziato a dedicarmi al volontariato puro, fino a quando qualcuno mi ha notata, attribuendomi una predisposizione assistenziale altamente professionale e innata: un riconoscimento che mi ha spinto a studiare per ottenere il diploma come assistente geriatra. Dopo essermi formata, mi sono messa in gioco sul territorio; sono stata direttrice in due istituti per anziani, ma dall’ultimo incarico mi sono licenziata dopo due mesi, perché non venivano rispettati i parametri, legati all’etica della mia figura, sia in senso umanistico, che in campo alimentare e igienico. Dopo essermi licenziata, ho capito davvero quali fossero le necessità degli anziani sul nostro territorio e nel 2005 ho deciso di fondare questa casa alloggio, eliminando una volta per tutte l’idea dell’ospizio. La nostra è una semplice villetta, senza lusso né piscina, perché l’anziano ha bisogno principalmente del contatto umano, di affetto e ascolto: qui cerchiamo di offrire tutto questo e di garantire un’assistenza continua che soddisfi tutte le esigenze dell’anziano, dalla solitudine alle varie patologie. Infine, ci tengo a dire che questa casa non è sovvenzionata da nessuno e ad operare sono tutti volontari con il rimborso spese». 
Quali sono i principali servizi che vengono offerti agli anziani che risiedono qui?
«Tra i vari servizi che offriamo ci sono prima di tutto l’assistenza medica e l’attività riabilitativa: se si tratta di gravi patologie, ricorriamo anche alla figura di un fisioterapista più specializzato. Se i parenti dell’anziano sono occupati, lo accompagniamo noi per i vari controlli medici e anche quando viene ricoverato cerchiamo di rimanergli sempre vicini. C’è anche la figura dell’assistente sociale che si prende cura degli atti amministrativi e della tutela dei loro diritti, mentre poi svolgiamo varie attività adatte al loro benessere: tra queste c’è la ginnastica dolce per anziani, praticata due volte a settimana grazie all’aiuto di una figura specializzata, il parrucchiere e il podologo che curano altre necessità. Facciamo anche dei lavori fatti a mano che abbiamo venduto tantissimo nel periodo di Natale. Nel corso degli anni abbiamo anche favorito l’integrazione sociale di una signora che, dopo aver commesso un reato, ha scontato da noi l’ultimo anno della sua pena, riavvicinandosi alla sua famiglia e riscoprendo dei saldi principi, per questo motivo la nostra struttura è stata anche riconosciuta dalla magistratura di Mantova».
Una volta entrato nella vostra struttura, l’anziano si integra facilmente oppure prova difficoltà anche a relazionarsi con gli altri coinquilini?
«L’anziano si integra facilmente, molti anziani scelgono autonomamente di venire da noi e questo è molto gratificante. Ovviamente a volte c’è qualche screzio con gli altri, ma poi con la pazienza e le buone parole, si supera tutto».
La vostra struttura è anche nota per l’opportunità di tirocini formativi  in collaborazione con gli istituti professionali per i servizi sociali. 
«Sì, svolgiamo corsi di stage e tirocinio sia in collaborazione con l’ENAIP che con la scuola Motolese. Queste esperienze si rivelano molto utili per i ragazzi che si affacciano a questo mondo. 
Cerchiamo di far capire loro quanto sia importante svolgere questo mestiere con dedizione e amore, per avere il giusto approccio con l’anziano e li aiutiamo ad acquisire tutte le tecniche assistenziali: dall’utilizzo del letto infermieristico e del sollevatore, fino alla conoscenza dei criteri igienici e alimentari. Si tratta di competenze che possono rivelarsi preziose anche in situazioni personali con i nostri parenti». 
Leggendo tra le vostre attività, mi è sembrata molto curiosa quella del “Nonno Party”, di cosa si tratta?
«Sì, il “Nonno Party” l’abbiamo creato noi a Martina e si tratta di una festa che svolgiamo il 13 giugno. Tramite la collaborazione delle Chiese, andiamo dalle persone più sole e le ospitiamo qui da noi: organizziamo un grande buffet, invitiamo i volontari dell’Unitalsi e della Croce Rossa, distribuiamo il pane benedetto, svolgiamo una messa, offriamo a tutti un’ora di ginnastica dolce e qualche piccolo spettacolo realizzato dai ragazzi delle scuole; l’anno scorso abbiamo ospitato persino il tenore Gianni Nassi. Si tratta di un’occasione per stare insieme e far riaffiorare i valori di una volta». 
Lei ha fatto riferimento alla voglia di far rivivere alcuni valori tradizionali: c’è un forte legame tra l’anziano e il suo passato?
«I nostri anziani sono molto legati al passato e fanno sempre più fatica a integrarsi nel presente. Vivono una situazione molto difficile, perché il loro unico punto di riferimento sono i figli che purtroppo sono presi da altri problemi come il lavoro, la famiglia e soprattutto situazioni di separazione. I problemi che attanagliano i loro figli, si riversano, quindi, sulle condizioni dei genitori ormai anziani che si sentono soli. Io non voglio che qui l’anziano venga solo parcheggiato, ma è necessario che ci sia una grande collaborazione con la sua famiglia, o almeno la certezza che per qualsiasi difficoltà noi possiamo rivolgerci ai suoi parenti, contando sulla loro disponibilità. Tuttavia, nonostante questa situazione di blackout generale, penso che ci sarà un ritorno ai valori tradizionali: magari lo stesso figlio che adesso decide di affidarsi a una badante, potrà decidere di dedicarsi personalmente al proprio genitore, assistendolo da solo».
Quali sono le necessità primarie di un anziano?
«Bisogna saperli ascoltare e rispettare le loro esigenze, senza forzarli, perché ognuno deve sentirsi libero come se fosse a casa propria. E’ molto importante che ognuno di loro abbia, nella propria camera, dei piccoli oggetti che rappresentano un legame con il passato e che perciò per loro hanno una valenza particolare. Dopo aver fatto tutte le attività della giornata, è indispensabile la visita dei propri figli che dopo il lavoro passano a salutarli: questo è il momento più significativo per i nostri anziani che hanno fortemente bisogno di sentire la vicinanza dei figli, con i quali possono comunicare in ogni momento, utilizzando il telefono posto in ogni camera. Da un po’ di tempo abbiamo attivato anche internet nelle stanze, perciò se qualcuno dei nostri nonni è in grado di utilizzarlo, può farlo tranquillamente». 
Cosa denuncia, invece, della nostra società?
«Il problema più grande è che si parla spesso di anziani e terza età, ma nessuno si attiva concretamente per arrestare la loro emarginazione e per migliorare le loro condizioni di vita, messe in ginocchio soprattutto negli ultimi tempi: la maggior parte degli anziani presenti in Italia, vive con pensioni esigue, spartite tra tasse, farmaci e visite mediche. Qui cerchiamo di garantire una vita più dignitosa, anche se non è sempre facile. Ci sono molte difficoltà, ma sono convinta che si possano superare se a spingerci c’è l’amore: quando la sera ti ritiri a casa, ti rendi conto che non sei tu ad aver donato qualcosa a loro, ma sono gli stessi anziani ad averti trasmesso sentimenti importanti, quando si raggiunge questa sinergia la fatica scompare e ti senti meglio, perché hai dato un senso alla tua vita, a differenza di chi si chiude nei propri appartamenti e spesso nega anche un saluto. La consapevolezza di poter aiutare qualcuno è una sensazione bellissima, è una missione e come tale dobbiamo portarla avanti, sempre». 
 
 



Commenti:

Angela 6/MAR/2013

Brava Sig.ra Angela, continui cosí e nessuno la fermerà! A Martina potranno aprire una, due, dieci..altre case alloggio per anziani, ma quella bella villetta e quella bella realtà della comunità San Pio resteranno UNA REALTA'. Alla faccia di chi dice che lei é una gran rompiscatole coi collaboratori, io dico BRAVA, continui a rompere le scatole, pretenda quel che é giusto pretendere da chi lavora a contatto con gli anziani, perché il suo fine giustifica i mezzi. Solo una raccomandazione: non scenda mai a compromessi di alcun tipo, continui a vedere le cose o bianche o nere, perché le sfumature di grigio..le lasciamo solo a chi vende polvere!

Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor