Andare oltre il famigerato Pil è una questione di benessere. Istat e Cnel analizzano la felicità e la qualità della vita degli italiani. Tarantini inclusi?
Lunedì 11 marzo a Roma saranno presentati i risultati di un’importante ricerca sociale alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’argomento sarà il superamento del prodotto interno lordo, il famigerato Pil, con altri criteri più veritieri per misurare la qualità della vita e il benessere personale e collettivo degli italiani: si chiamerà ‘Benessere equo e sostenibile’ (Bes) e per arrivare alla sua definizione hanno lavorato tecnici e universitari su mandato di Istat e Cnel. Alla fine sono stati individuati dodici campi di ricerca per sintetizzare tutta la mole di lavoro su: ambiente, salute, benessere economico, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione, qualità dei servizi, politica e istituzioni. C’è materiale su cui meravigliarsi in abundantia.
Quello del Bes non è l’unico caso, perché è ormai tradizione prendersi martellate in faccia da queste parti verso fine novembre, quando il ‘Sole24Ore’, il giornalone arancione dei confindustriali, pubblica la graduatoria annuale su vivibilità e qualità della vita delle 107 province italiane. Senza perdere troppo tempo, conviene leggere dal fondo per trovare subito Taranto e provincia anche quest’anno buoni ultimi a livello nazionale sui 36 indicatori raggruppati in 6 domini: tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente e salute; ordine pubblico; popolazione; tempo libero.
Neanche il mondo resta a guardare. Nel 2009 una Commissione istituita dall’allora presidente francese Sarkozy e diretta dai premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen e dall’economista Jean Paul Fitoussi, stilarono degli indicatori proprio per andare oltre alla misurazione fredda, freddissima di quanti soldi uno ha in tasca. Il piccolo stato del Buthan, oltre che per il gas propano, da alcuni anni è famoso nel mondo per gli studi sulla happiness, la felicità dei suoi cittadini: lì hanno accorciato le cose e sono soltanto nove i domini oggetto di rilevazione: il benessere psicologico, la salute, l’uso del tempo, l’educazione, la cultura, il buon governo, l'ecologia, la vitalità della comunità e gli standard di vita.
Tornando a noi, il lavoro che sarà presentato nella capitale tra tre giorni si propone di superare l’ingombrante Pil. Siderali le distanze tra prodotto interno lordo e benessere equo sostenibile, ma sarà forse questo il futuro della ricerca sociale. Un esempio: sfracellarsi su un muro aiuta il Pil, di certo non il Bes. Perché per il primo mangiano tutti grazie a un bell’incidente: portantini delle ambulanze, periti e assicurazioni, medici e aziende farmaceutiche, carrozzieri e forze dell’ordine, avvocati per il processo immancabile, tribunale, giornalisti (ma solo se morite o eravate in auto con l’amante), edicolanti. Un indotto pazzesco (dunque, pensateci seriamente stamane in auto…). Al contrario, invitare a casa dieci amici, magari su una terrazza con affaccio sulla Valle d’Itria e cucinando il raccolto del proprio orto è antieconomico. Il Pil non sale, gli sfugge completamente che quella sera si sono cementate amicizie, si sono scambiati favori, per dirla in maniera tecnica si sono prodotti beni relazionali, di comfort e si è goduto di beni comuni, collettivi qual è il paesaggio unico dei trulli.
Ecco dunque qual è l’approccio nuovo: prendiamo in considerazione le fondamentali ‘relazioni sociali’, uno dei dodici domini presentati prima. Nessuno può farne a meno, salvo poi finire per sparare a chiunque passi sotto il marciapiedi di casa. Sono le cosiddette reti informali tra persone (relazioni familiari, parentali, amicali, di vicinato, di mutuo aiuto). Grazie ad esse diamo e riceviamo “sostegno e protezione sia nella vita quotidiana, sia nei momenti critici e di disagio, rappresentando così un elemento essenziale di coesione sociale”: i ricercatori sociali analizzano qui, tra l’altro, se negli ultimi dodici mesi si è partecipato a riunioni di associazioni (culturali/ricreative, ecologiche, diritti civili, per la pace, sindacali o di categoria, politiche, ecc.), la qualità delle relazioni familiari e il grado di soddisfazione, come anche per le relazioni amicali. Ed ancora, tra gli altri, un altro dato fondamentale che pochi di noi collegherebbero al benessere personale e di rimando alla qualità della vita dell’intero paese: su quante persone si può contare, parenti, amici o vicini a cui chiedere una mano? Questo ‘indicatore’ consente di descrivere la forza di queste relazioni.
E poi la fiducia generalizzata: l’Istat e il Cnel misurano così, da altre angolazioni, quanto sia precipitata ad esempio la situazione di città come Taranto - tanto per dirne una di moda - rispetto alle solite Trento e Bolzano. Nei paesi scandinavi la fiducia generalizzata vola almeno tre volte di più rispetto ai paesi rivieraschi del sud Europa. Brutto segnale, tanto per cambiare. Infine, sempre sul campo di ricerca (gli studiosi li chiamano anche domini) ‘relazioni sociali’ c’entra eccome studiare se e quando si gioca con i propri figli piccoli. Preso alla virgola dal sito www.misuredelbenessere.it: “Bambini da 3 a 10 anni che tutti i giorni giocano con il padre; Bambini da 3 a 10 anni che tutti i giorni giocano con la madre”.
Facciamo un altro esempio considerando un altro campo di analisi dei dodici domini del Bes: chi scrive non ha cuore di prendere in considerazione il tema ‘Ambiente’, andiamo allora dritti sparati a quello denominato ‘Qualità dei servizi’: quanto dista il pronto soccorso più vicino? E poi una volta dentro, quanti posti letto ha quell’ospedale? Quanto sono lunghe le liste d’attesa? Ma il tema dei servizi annovera anche se e come avviene la raccolta differenziata in città, come funziona il trasporto pubblico locale, la distribuzione dell’acqua ed i servizi per i bambini o per gli anziani e il tempo sprecato restando imbottigliati nel traffico. Ecco, sorvoliamo.
E per finire, campo n.12, “la fiducia nella politica e nelle istituzioni”: fiducia nei partiti, nel sistema giudiziario, donne in Parlamento o nei posti che contano (mò si dice board in inglese per indicare i consigli di amministrazione), partecipazione elettorale, età media dei parlamentari, lunghezza dei processi. Attenzione, forse nel 2013 questo campo sta cambiando. Troppo presto per scrivere come.