Scuola Msi, passando per la Democrazia cristiana, guardando sempre con un occhio verso destra. Intervista al consigliere comunale e provinciale Tony Cannone, politico di Taranto che tiene molto al rapporto con gli elettori, tanto da raggiungerli lui stesso se necessario
Proprio mentre ci accingiamo ad intervistare il Consigliere Tony Cannone, apprendiamo che il gruppo di lavoro per la predisposizione del piano di interventi nella la città vecchia (per alcuni borgo antico) si è appena insediato a Bari, in continuità con la tradizione che vede Taranto come colonia del Capoluogo di Regione.
Volendo aggiungere anche questa perla alle altre, allora possiamo dire che la Sovraintendenza per i Beni Culturali è stata trasferita a Lecce, la Banca d’Italia sprangata, gli uffici dell’Ammiragliato della Marina militare a Napoli, la ASL della Puglia meridionale troverà sede centrale a Lecce, la nuova Camera di Commercio di Taranto- Brindisi sarà a guida brindisina, l’Aeroporto Arlotta manco a parlarne, l’archivio storico del Comune forse a Rutigliano e la ZES è un punto interrogativo. L’assenza di Università è invece una certezza ormai assoluta.
Motivo in più per ascoltare una voce dell’opposizione e per capire meglio come stiano realmente le cose.
Supponiamo che, come ogni altro cittadino impegnato nelle Istituzioni, anche la sua storia affondi le radici in una “scuola politica”. Come nasce quindi il politico Tony Cannone?
"Nasco idealmente coltivando la politica del Msi, portando però significativamente i miei interessi verso la democrazia cristiana, guardando sempre con interesse e con un occhio verso destra. La scuola e le idee della Dc hanno segnato profondamente il mio curriculum politico, fatto di mediazione e moderazione.
Lasciai, però, per un lungo periodo la politica per impegni di studio e la ripresi con la nascita di Forza Italia, innamorandomi del sogno che voleva regalarci Berlusconi".
Ma veniamo ai giorni nostri: nonostante sia presto per tracciare bilanci, come giudica i primi passi della nuova amministrazione comunale?
"Insomma, dobbiamo ancora intravedere ciò che il programma del Sindaco prometteva in campagna elettorale. Certo, a oggi grossi passi in avanti la città non ne ha compiuti. Dico però che sono adirato e indignato per la scelta di professionisti baresi per la gestione dei due più importanti assessorati della città; sia chiaro, non entro nel merito della valenza professionale, ma discuto il fatto che fra i nostri concittadini non esistessero valenze ed eccellenze di pari misura".
Secondo lei le tensioni in maggioranza sono rientrate o siamo solo alla tregua armata?
"Guardi, credo che sia una pace armata. Specialmente sino quando non si concluderà il Congresso che vede diverse anime fra i consiglieri del Pd legate a due fra le più importanti correnti (Emiliano - Renzi), che daranno ancora da pensare al sindaco".
E l’opposizione come si sta comportando, è coesa?
"Mai come in questo periodo, l'opposizione, quella soprattutto relativa alla coalizione "Insieme per Taranto" è stata cosi coesa. Lo dimostrano i diversi comunicati stampa condivisi e inoltrati per la pubblicazione".
Cosa avete sbagliato in campagna elettorale?
"Non credo siano stati fatti sbagli grossolani. Forse, non siamo stati bravi a far comprendere alla nostra gente che dopo il primo turno non si era ancora vinto e che il ballottaggio doveva essere considerato come un' altra campagna elettorale. I nostri elettori non hanno forse compreso quanto sarebbe stato importante andare a votare per confermare il risultato del primo turno. E ritengo questo il nostro sbaglio più grosso".
Si mormora che sia in atto il trasferimento a Rutigliano dell’archivio storico del Comune di Taranto. Cosa c’è di vero e che posizione ha sull’argomento?
"Solo qualche ora fa, nella commissione Garanzia e Controllo, ho chiesto l'accesso agli atti di tale eventuale provvedimento. Vedremo leggendo come stanno le cose. Però, nel caso, credo sarebbe un danno enorme per tutti quegli studiosi che intendono consultarlo. Abbiamo a Taranto decine di immobili che potrebbero ospitare tale archivio, scuole, caserme, edifici M.M., edifici privati etc. e sarei pronto a diramare l'elenco".
Veniamo ai grandi temi che interessano la città: che posizione ha sulla vicenda Ilva? Pensa che le prime dichiarazioni della nuova proprietà lascino margini di speranza?
"Innanzitutto vorrei dire che nell'epoca moderna è immorale dover pensare di salvaguardare la salute o il posto di lavoro. È necessario che sia chiarito alla Città, in modo dettagliato, il piano di attuazione Aia che non può essere assolutamente ed ulteriormente dilatato oltre i tempi già stabiliti. Andrà inoltre chiarito quale sarà il processo produttivo, così da definire eventuali esuberi, capire chi saranno gli interlocutori con cui tutti i soggetti politici e imprenditoriali del territorio dovranno discutere per rendere lo stabilimento efficiente ed eco compatibile oltre che socialmente ed economicamente utile esclusivamente al territorio jonico. Il tutto al fine di evitare un nuovo black out che dal 2012 ha piegato la città a livello ambientale e economico, tra decessi e fallimenti".
Si parla di accorpamento delle ASL e di un conseguente ridimensionamento decisionale di Taranto. Ma come, non dovevano valorizzare la sanità Ionica con la costruzione del nuovo ospedale? A proposito, a che punto stiamo?
"La sanità tarantina, per i motivi che ben sappiamo, dovrebbe essere potenziata e non limitata negli uomini e nei servizi e in questo
caso anche in quelle che dovrebbero essere le stanze per le scelte decisionali. Abbiamo avuto sempre promesse dal Governo Centrale e Regionale e rassicurazioni sul fatto che Taranto sarebbe stata al centro di attenzioni particolari. Oggi invece assistiamo a depauperazioni continue, come il reparto di pneumologia ad esempio, senza parlare del fatto che vi è stato bisogno di una colletta del generoso popolo tarantino per assumere pediatri oncologici nell'Ospedale di Taranto. Per il nuovo Ospedale invece, attendiamo notizie da anni, sperando che nel frattempo non cambino ancora il nome del Santo a cui dedicarlo. (magari San Nicola ndr)"
Il Sindaco Melucci aveva promesso una valorizzazione della risorsa porto: una curiosità, le crociere sono già finite? E il mezzo scippo della ZES va nel senso di una valorizzazione del porto di Taranto?
"L'arrivo delle navi da crociera a Taranto sono sicuramente un bel segnale per il territorio, ma sicuramente non possono essere i pochi approdi la risoluzione dei problemi economici del Porto e della Città. Per quanto riguarda la Zes si deve attendere il Decreto attuativo per leggerne i veri contenuti, da cui dipenderanno le sorti della riuscita di questa operazione che deve dare una svolta al territorio favorendo l'insediamento di nuovi poli produttivi e quindi del necessario indotto. Ora possiamo trarre solo affrettate e fuorvianti conclusioni. Reputo più interessante la collaborazione con la Basilicata, onde potersi aprire ad i mercati delle Fabbriche Lucane che potrebbero utilizzare il nostro Porto per l'Import ed Export, che altrimenti sarebbero fagocitate da quello Barese, e non credo che possiamo permetterci altri anni di isolamento".
Ma a Taranto chi amministra Melucci o Emiliano? Melucci o Emiliano?
"Credo che la risposta sia nei fatti. Credo inoltre che nessuno a Taranto si aspettava tutto ciò. Un merito riesco però a darlo al Sindaco. La discontinuità con la precedente amministrazione, tranne evidentemente in una sola carica. Ma poi bisogna vedere se tale discontinuità porterà benefici a Taranto".
Le manca un Partito di riferimento a livello nazionale o si sente a suo agio nei movimenti civici?
"Indubbiamente mancano i partiti di riferimento a livello nazionale. Specialmente per chi come me ricerca da sempre riferimenti e non protezioni. Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il mio gruppo, è un momento di riflessione, che, inevitabilmente porterà noi tutti, prima o poi, ad aderire ad un partito di respiro nazionale. Per il momento però in questo vestito ci sentiamo comodi".
Quali sono le principali battaglie che vuole portare avanti in questa nuova consiliatura?
"Spero di riuscirci: vorrei che si potesse rendere il Quartiere Tamburi vivibile e salubre per ristorare gli abitanti, i nostri concittadini, da decenni di vita precaria, colpiti da malattie spesso incurabili e con lo svilimento persino dei valori commerciali delle loro abitazioni frutto di una vita di lavoro e sacrifici".
Da qualche giorno lei è ufficialmente anche Consigliere Provinciale: ma esistono ancora le Amministrazioni Provinciali? Cosa ha trovato, un mortorio?
"Nel momento in cui si parla di questo argomento, ancora non ho preso possesso del ruolo di Consigliere Provinciale, in quanto la surroga è avvenuta solo giorno 28 settembre. È indubbio che le l'Ente Provincia è stato depotenziato rispetto a quelle che erano precedentemente le sue funzioni. Mi faccia dire però che naturalmente oltre l'orgoglio e la soddisfazione per tale carica vi è un ulteriore peso di responsabilità dal quale però non rifuggirò. Vorrei aggiungere una considerazione di carattere personale: un ulteriore motivo d'orgoglio deriva dal fatto che nell'ultimo mese e mezzo due incarichi, quello di Vice Presidente del Consiglio Comunale e quello di Consigliere Provinciale mi vengono conferiti da colleghi consiglieri (anche della maggioranza nel caso della Vice Presidenza). Ecco, credo che ciò sia per me altamente gratificante".
Di lei si dice che ha una capacità di ascolto fuori dal comune: ma è vero che una volta a settimana riceve i cittadini nella sua segreteria e, se del caso, li raggiunge a casa per raccoglierne le istanze?
"Sì, credo di riconoscermi in quello che Lei definisce "capacità d'ascolto" ed è vero che non una ma due, tre volte a settimana ricevo nella mia Segreteria i miei concittadini, che sentono il bisogno di parlare di Politica o di problematiche personali. Credo, inoltre, che sia giusto raggiungere nelle proprie abitazioni o nei posti di lavoro tutti coloro che non hanno la possibilità di venire da me.
È il minimo che un eletto, a tutti i livelli, deve al proprio elettorato e anche a coloro che non ti hanno votato, se non altro per convincerli che hanno sbagliato a non avere fiducia in te.
Dobbiamo essere a disposizione di tutti, solo così si può dare valenza al consenso ricevuto.
La Politica è impegno e pensiero. Uno senza l'altro non può esistere ma il binomio è l'unica stella cometa che può guidarti in quella impervia via che risponde al nome di politica".