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Un po' superficiale un po' paraculo

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

3
MAG
2018

Non è ancora ben chiaro se Emiliano voglia la chiusura o la gassificazione dell’Ilva così come non è dato conoscere la posizione pentastellata sull’argomento

La politica è talmente cialtrona da raccontare non la realtà ma una sua proiezione che poi guarda caso coincide con la narrazione più strumentale ai propri comodi.
Il tutto avviene con l’aiuto di una claque composta generalmente da associazioni di area, lecchini che lavorano in proprio o tifosi impenitenti fortemente plagiabili a cui puoi raccontare di tutto stando certo che lo ripeteranno a pappagallo.
Prendete ad esempio la ossessionante litania che raccontano dalle parti del Partito Democratico: stando alla loro ricostruzione post voto, le elezioni politiche avrebbero consegnato al Paese un vincitore (la Lega e i Pentabuffoni) mentre avrebbero dato chiara indicazione di bocciatura al PD relegandolo all’opposizione.
Siccome il centrodestra (e la Lega in primis) non riesce a mettersi d’accordo con i Pentastar, la narrazione democrat vorrebbe prefigurare un fallimento dei vincitori che, non riuscendo a formare un governo, avrebbero deluso su tutta la linea dimostrando quanto sia facile vincere con slogan demagogici che non riescono poi a tramutarsi in azione di governo.
Viene da inorridire di fronte ad una simile falsificazione soprattutto perché la legge elettorale l’hanno fatta quelli del PD e dovrebbero almeno conoscerne i meccanismi di funzionamento.
In primo luogo Centrodestra e Cinquestelle si sono presentati alle elezioni come poli contrapposti per cui un accordo parlamentare tra due compagini così distanti non era scontato né tantomeno obbligatorio. Se per caso fosse reale la vittoria di M5S e Lega, essi non avrebbero comunque vinto insieme ma in conflitto tra loro.
Il raggiungimento di una ipotetica intesa sarebbe stato un miracolo favorito dal fatto che l’Italia è una repubblica Parlamentare che consente di trovare appunto in Parlamento quella mediazione (quel compromesso se volete) nel caso non venisse fuori un vincitore dalle urne.
Cinquestelle e Lega hanno appunto provato a costruire una maggioranza posticcia e post elettorale dall’esito imprevedibile così come del resto è avvenuto tra PD e M5S. Nulla era scontato perché queste coalizioni hanno provato a formarsi in Parlamento proprio perché nessuno aveva vinto le elezioni.
Cosa diversa sarebbe stata se il centrodestra, dopo aver ipoteticamente vinto le elezioni essendosi presentato in coalizione, non fosse riuscito a trovare una quadra al suo interno.
Ma veniamo al secondo punto e cioè alla madre di tutte le falsificazioni: le elezioni del 4 marzo hanno decretato dei vincitori. La legge elettorale (di stampo proporzionale) e il sistema costituzionale (di stampo parlamentare), non avendo premi di governabilità, decretano un vincitore solo e soltanto nel caso in cui dalle urne venga fuori un partito o una coalizione che hanno un numero di voti tale da assicurare la metà più uno dei parlamentari in tutti e due i rami del Parlamento. Se ciò non si verifica, non esistono vincitori. Nel nostro caso ci sono tre blocchi che non raggiungono la maggioranza (PD, centrodestra e M5S) e qualche frattaglia entrata in Parlamento per il rotto della cuffia (tipo Liberi e Uguali). Ciò equivale a dire che esistono tre perdenti e qualche comprimario quindi di quali vincitori decretati dalle urne vadano cianciando i renziani è francamente incomprensibile. Centrodestra o Cinquestelle sarebbero stati vincitori se avessero ottenuto il cinquanta percento più uno dei seggi e questo va ricordato anche al povero Giggino “il bibitaro” Di Maio che accampa pretese di governo basate su non si sa cosa.   
Come quelli del PD riescano a falsificare un dato così lapalissiano senza che gli elettori li prendano ad ortaggi è un mistero difficilmente comprensibile così come lo sono le pretese dei Cinquestelle che sfruttano questa falsificazione per imporre senza avere i numeri un loro governo monocolore con appoggio di chicchessia (purché quest’ultimo stia muto fornendo solo la maggioranza).
Se poi prendi uno del PD come il Governatore Michele Emiliano con simpatie grilline otterrai la massima espressione della faccia di tolla, il mix perfetto di sfrontatezza e manipolazione della realtà, un “RenziDimaio” al quadrato.
Big Michele – in occasione del dibattito mattutino che ha preceduto il concerto del primo maggio tarantino – ha fatto una giravolta spaziale sul caso Ilva: "La strada di una totale riconversione del sito - dice Emiliano riferendosi a Taranto - non è impossibile e chi dice che non ci sono alternative all'acciaio non sostiene il vero". E ancora – rivolgendosi ai cosiddetti Liberi e Pensanti - afferma che "il vostro piano (di chiusura ndr) è interessante, è in linea con i programmi della Regione Puglia che mette al primo posto la tutela della salute". Poi i fuochi d’artificio il buon Emiliano li spara alla fine come da tradizione dicendo che "se riusciremo a dimostrare che l'Italia sopravvive anche senza Ilva, sarei l'uomo più felice del mondo. Io contesto che questa fabbrica debba andare avanti per decreto e con una tecnologia dell'800".   
Prova a salvarsi in zona Cesarini il nostro Emiliano anche se in sostanza – ammiccando agli ambientalisti -  invoca la chiusura dell’Ilva lasciandosi solo nel finale un piccolo margine di ambiguità (la tecnologia ottocentesca) magari per effettuare un nuovo cambio di opinione se del caso.
Così come ha già fatto per esempio in occasione della vicenda Tap allorché si dimostrò un sostenitore convinto del progresso tecnologico che, se da un lato avrebbe salvato Ilva, dall’altro ne avrebbe ridotto gli impatti ambientali: “a Taranto aspettano il gas per decarbonizzare l'Ilva – disse Emiliano ai Salentini che protestavano - e quel gas arriva dal gasdotto Tap. Quel gas è indispensabile per salvare la vita dei nostri fratelli di Taranto, ne hanno bisogno per fare funzionare con tecnologie diverse l'acciaieria”.
Insomma se Emiliano voglia la chiusura o la gassificazione dell’Ilva non è dato sapere così come non è chiara la posizone pentastellata sull’argomento (ma questa non è una novità).
Disonestà intellettuale e superficialità un po' paracula o impreparazione magmatica? E le popolazioni possono essere così imbelli da tacere anche di fronte a cotanta presa in giro? Mistero.

 



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