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Non firmate quella polizza

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

5
APR
2013

 

E’ il caso della “Eurovita Tender 8” che andrebbe a sostituire  l’Eurotrend Atlantide, una polizza index linked in mano a una banca islandese precipitata nel default statale e fallita nella primavera del 2009.
 
E’ il marzo di sei anni fa quando, nella filiale di Martina Franca della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, una signora Maria (la chiameremo così per convenienza) si rivolge a un consulente di sportello bancario per affidargli i risparmi di una vita. Non qualcosa ad alto rischio, ma un prodotto tranquillo che garantisse un piccolo rendimento annuo vicino a quello degli italici BTP. Così non avendo esperienza in materia, e lì proprio a chiedere un consiglio, fidandosi dell’interlocutore/consulente seduto dall’altra parte della scrivania, sottoscrive una polizza della Eurovita Assicurazioni S.p.A. e precisamente una Index Linked Eurotrend Atlantide che ha come titolo sottostante un’obbligazione emessa e garantita da Kaupthing Bank HF ovvero una banca islandese. Purtroppo per la signora Maria però a primavera del 2009 la Kaupthing Bank, coinvolta nel default statale, fallisce e lei, pur avendo percepito il piccolo rendimento annuo, resta con un pugno di mosche in mano perdendo il suo capitale iniziale. Non le allevierà il dolore sapere di non essere l’unica vittima di questi titoli carta straccia né, tanto meno, le restituirà i suoi risparmi. Però ecco che in suo soccorso, il 19 marzo scorso la Eurovita Assicurazioni le invia una raccomandata, che arriverà a Martina Franca il mercoledì 27 (pochi giorni prima di Pasqua con gli sportelli bancari meno funzionanti del solito), offrendo la possibilità di “optare alla scadenza del contratto per un differimento dello stesso attraverso una polizza di tipo misto a capitale costante (denominata “Eurovita Tender 8”) che alla fine dei 5 anni garantirà il rimborso del 70% del premio versato”. Per esercitare questa opzione, la signora Maria ha tempo fino al 6 aprile. Quindi tempi ristretti, molto ristretti. Ora proviamo a metterci per un attimo nei panni della nostra sfortunata protagonista: cosa fare, rischiare di perdere tutto o fidarsi nuovamente e aspettare altri cinque anni per recuperare almeno il 70% del capitale investito? Immaginiamo che, presa dall’ansia e dalla paura che molto spesso accompagna le persone anziane e generalmente sole, la signora Maria si reca in banca e firmi la nuova polizza. Ma questa mossa potrebbe esserle fatale perché in questo caso, se tra cinque anni la Eurovita Assicurazioni non sarà nuovamente in grado di restituirle quanto le spetta, la signora Maria non potrà più rivolgersi a nessuno poiché con questa nuova sottoscrizione accetta implicitamente l’altissimo rischio al quale, a sua insaputa, è stata sottoposta al momento della prima sottoscrizione. Certo, così come previsto nelle condizioni contrattuali, ha sempre trenta giorni di tempo per rescindere il contratto, ma prima della firma sarebbe meglio che si rivolgesse a un esperto terzo per avere un consiglio “al di sopra delle parti.” A proposito della Eurovita Assicurazioni e di un’altra polizza assicurativa, la Eurotrend Everest II, garantita sempre dalla Kaupthing Bank, il Tribunale di Ferrara, con una sentenza del 2011, ha condannato l’assicurazione a restituire integralmente l’intero capitale investito oltre agli interessi e alle spese. Ecco, il ricorso alle vie legali potrebbe essere uno dei modi per ritornare in possesso del capitale iniziale, senza dover aspettare altri cinque anni e vedere, forse, tornare indietro il 70% di un capitale investito undici anni prima e che, al netto dell’inflazione, varrà molto meno della metà. In questa vicenda, singolare è stato anche il comportamento della Banca Popolare di Puglia e Basilicata che ha continuato a pagare annualmente le cedole anche se chi garantiva la polizza, la Kaupthing Bank, era fallita nella primavera del 2009. Eccesso di zelo o un modo per procrastinare il “dolore” ai sottoscrittori? Già, e se dal dolore la nostra signora Maria fosse stata vittima di un “coccolone”, passando a miglior vita, a chi sarebbero andati i soldi della polizza? Al marito, ai figli, ai nipoti, alla Caritas diocesana, al canile municipale? No, a nessuno di tutti questi soggetti ma, incredibilmente, alla banca perché così come riportato nella polizza, il beneficiario in caso di morte è proprio la banca. Ma la signora Maria non ricorda di essere stata così munifica nei confronti dell’istituto di credito. 
 



Commenti:

Joffrey PINTO 25/APR/2013

Salve, ho appena letto quello che è stato pubblicato dal sig.F.M circa il caso avvenuto in Martina Franca presso la Banca P. P. e Basilicata. In questi giorni sto vivendo lo stesso terrore di investimento con EUROVITA -AutoBasket- EuroTrend presso la filiale di Grottaglie che dopo 5 anni giorni prima della scadenza della cedola del 30 Apr. 2013 vengo contattato dal consulente della banca il quale mi invitava a recarmi con urgenza per comunicazioni circa l'investimento. Lo stesso giorno recatomi presso la filiale ho avuto la bella "si fa per dire" notizia che alla scadenza del contratto non c'erano soldi causa default della società Irlandese; a quel punto il panico totale, il consulente che mi prospettava solo due possibilità: la prima ( rivolgersi ad un legale con tempi lunghi e chissà se riscattare la somma e comunque c è da considerare le spese legali, Oppure: stipulare un secondo contratto per altri 5 anni che alla scadenza del 2018 recupero la somma totale di 6.300,00 Euro. Di quando raccontato io ho deciso di sottoscrivere nuovamente l'investimento, in giornata visto i tempi brevi e i pochi consigli che sono riuscito a racimolare che non sono stati per niente convincenti. Quindi alla fine una cosa certa..!!! l'ho recuperato e sapete cosa ?! un bel foglio di carta con timbri e firme etc. che non vale nulla ne al momento del rilascio e figuriamoci nel 2018. Addio..!! miei 10.000 eur. risparmi di anni di sacrifici. Viva L' Italia e tutto il sistema bancario. Saluiti.

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