Picchiato e derubato in pieno centro storico da due trentenni martinesi: immediata la rete di solidarietà organizzata dalla cittadinanza
Di aggressioni e violenze la cronaca ce ne racconta ogni giorno, ma quando queste si verificano nel nostro paese è inevitabile che provochino un interesse particolare, levando un clima generale di sdegno e sconforto. Da giorni a Martina Franca, non si fa altro che parlare dell’aggressione avvenuta ai danni di Jyrki Pirttimäki, artista di strada, picchiato violentemente sabato 6 aprile, in pieno centro storico. Originario della Finlandia, Jyrki, 45 anni, da circa due settimane aveva iniziato ad allietare le serate martinesi, suonando il Kantele (uno strumento a corde, tipico della sua nazione). Evidentemente, però, a qualcuno quella musica non è piaciuta particolarmente: attorno alle undici di sabato sera un gruppo di ragazzi (nello specifico, due trentenni) si sarebbe avvicinato al musicista, prima, rubandogli l’esiguo guadagno racimolato e poi picchiandolo e rompendogli le corde dello strumento musicale. Una violenza aggravata ulteriormente dall’indifferenza di alcuni passanti: livido, tumefatto e sanguinante, Jyrki ha dovuto aspettare un po’, prima che qualcuno chiamasse i soccorsi e la polizia.
Solidarietà virtuale e reale
A segnalare l’episodio sarebbe stato proprio il soccorritore del musicista, attraverso una denuncia sul gruppo Facebook “Vox Populi”, diffusasi tra i cittadini, colpiti dal riprovevole episodio. Immediatamente è scattata una vera e propria rete di solidarietà per l’artista finlandese e in molti hanno espresso la loro vicinanza: chi cercando di attivarsi per risarcire i danni subiti da Jyrki, chi proponendosi per riparargli gratuitamente lo strumento musicale e chi provvedendo a fornirgli un alloggio temporaneo. Anche l’Amministrazione comunale ha manifestato grande solidarietà organizzando un incontro con il musicista, durante il quale erano presenti il sindaco Franco Ancona, il vicesindaco Pasquale Lasorsa e gli assessori Stefano Coletta e Antonio Scialpi. Tutta la Giunta, infatti, si starebbe mobilitando per organizzare un concerto in onore di Jyrki, in collaborazione con il teatro Kismet di Bari e i Laboratori Urbani Arte Franca. Nel frattempo le forze dell’ordine hanno comunicato di aver individuato i due aggressori: si tratta di due martinesi di 30 e 35 anni, entrambi artigiani e incensurati, ma la loro identità non è stata resa nota per ovvie ragioni.
La violenza come germe
Nonostante l’opinione pubblica non sia apparsa divisa in merito all’accaduto, c’è qualcuno che ha tentato vanamente di giustificare i due aggressori perché ubriachi e non perfettamente consapevoli delle loro azioni: osservazioni inconsistenti e non sufficienti per redimerli. Un bicchiere di troppo non è sinonimo di violenza, né può essere utilizzato come palliativo alle proprie responsabilità. La verità è che pur vivendo nell’era del progresso e dell’evoluzione, in molti, persiste ancora il tarlo di inclinazioni misogine e xenofobe, spie di tentativi effimeri di imposizione e superiorità, destinati a degenerare in forme di violenza nei confronti delle fasce più deboli. Non è un caso che la maggior parte delle aggressioni vengano ripetute su bambini, stranieri, clochard e donne, spesso fisicamente impossibilitati a reagire. Stupisce che Jyrki abbia affermato di apprezzare ancora la nostra città, nonostante la sua sventura, ma una cosa è certa: da ora in poi saremo noi ad apprezzare di più la sua musica e quando lo ascolteremo per le strade della città, ci soffermeremo un po’ di più sulla sua storia, per condividere la sua testimonianza di vita e non condannarla.