Vi siete indignati dopo aver sentito le intercettazioni del portavoce 5s il quale minaccia fuoco e fiamme contro i dirigenti del Mef se non saranno reperite le risorse per il reddito di cittadinanza? Probabilmente siete dei boccaloni e vi spieghiamo perchè
Il file audio tanto contestato potrebbe (a nostro modestissimo avviso) essere stato fabbricato alla Casaleggio Associati: non un rumore di fondo, non un’incertezza, non un accenno di emozione, non una pausa per riflettere. Solo una comunicazione asettica data in pasto alla stampa buona per simulare una fuga di notizie.
Il tutto immediatamente dopo i titoloni di giornale che sputtanavano il portavoce dei Pentastar il quale – non proprio in perfetto accordo con lo stile pauperista della casa – percepisce uno stipendio superiore a quello del Presidente del Consiglio dei ministri. Quale momento migliore per distogliere l’attenzione dagli emolumenti imbarazzanti (ma a nostro avviso perfettamente legittimi) creando un nuovo caso? Caso che, se a caldo potrebbe sembrare aver messo in cattiva luce il dirigente grillino, a ben vedere ha dei risvolti molto graditi all’elettorato di riferimento.
Sì, perché dopo un primo momento di comprensibile sorpresa per le parole forti di Rocco, ciò che resta nella pancia del cittadino medio è questa figura da eminenza grigia che si batte senza macchia e senza peccato contro i potenti della Kasta burocratico-ministeriale che vorrebbero fermare il cambiamento sabotando quel fantomatico reddito di cittadinanza tanto caro al popolo grillino.
La minaccia di epurazioni all’interno dei ministeri fatta per eliminare i traditori del cambiamento costituisce poi quella spruzzatina di giacobinismo giustizialista (giustizia sommaria) capace di galvanizzare la sete di sangue tipica del popolo a Cinque Stelle.
Il fatto che sia trapelata (?) una conversazione privata rende credibili le intenzioni del Movimento sicuramente più di una dichiarazione fatta in conferenza stampa la quale potrebbe apparire una scusa ufficiale e pensata ad arte per giustificare eventuali fallimenti. E così, se da domani ci dovessero essere intoppi sul reddito di cittadinanza o disservizi nell’applicazione del contratto di governo, nel cranio pentastar spunterà automaticamente il retropensiero vagamente cospirazionista. Come a dire: lo aveva detto Casalino che ci volevano sabotare, mica è colpa di quegli stupendi ragazzi.
Se invece i visionari fossimo noi, le parole di Casalino dovrebbero farci riflettere: per anni il centrodestra al governo ha lamentato il sabotaggio dell’apparato burocratico comunista che, in aperto ostruzionismo verso il governo ostile, ha sempre messo il freno a mano su tutto impedendo al Popolo delle Libertà di applicare il programma. Ne parlava già Silvio Berlusconi nel ’95 lamentandosi di quanto fosse ramificato il braccio armato della sinistra nei gangli del potere e di quanta perfida perizia impiegasse per fare gioco di interdizione.
Bene, dopo la denuncia, nulla si è mai fatto nei successivi tre governi Berlusconi per arginare un simile bubbone così come per molto tempo nulla venne raccontato al popolo sul golpetto del 2011. Subimmo in silenzio forse perché distolti da altre priorità. Ci voleva Casalino per dire qualcosa di destra palesando l’intenzione di mandare a stendere i tecnici infedeli e di sinistra che bloccano l’apparato? Non sappiamo se questa storia dei burocrati schierati a sinistra sia una bufala.
Fatto sta che Berlusconi (e la destra al governo) l’ha denunciata e poi subita in silenzio mentre Casalino ha sfoderato la sciabola o quantomeno ha mostrato la strada da imboccare senza troppi fronzoli. Spiace doverlo registrare, ma il centrodestra ha preso lezioni finanche da Rocco del Grande Fratello.