Quello dei terrapiattisti è solo un esempio della rivalsa dell’ignoranza verso la conoscenza attuata proprio tramite il condizionamento dell’elettorato con l’uso degli strumenti e con i metodi che s’imputavano ai “poteri occulti”
Nell’era in cui si afferma di tutto e tutto il contrario, quando la sonda InSight della NASA, dopo un viaggio durato circa 7 mesi per una distanza di 460 milioni di chilometri, lo scorso 27 novembre, ha toccato la superficie di Marte, sul pianeta Terra si affermano teorie che vertono a demolire tutti i fondamenti del progresso umano e scientifico. In un periodo di diffusa instabilità sociale, gli unici capisaldi cui fare riferimento, dovrebbero essere i principi basilari di quelle materie dimostratesi fondamentali per la conoscenza e l’evoluzione della specie, eppure, proprio in virtù della dilagante labilità di pensiero, ciò che è maggiormente posto in dubbio, sono proprio quelle che sono ormai considerate certezze. Non parliamo di principi filosofici o teorie economiche che, proprio in funzione della conoscenza, potrebbero essere esaminati, rivalutati, ampliati o discussi, ma di tesi matematiche e fisiche sulle quali si sviluppano i risultati tecnologici e scientifici moderni e contemporanei. La divergenza non riguarda l’opportunità di impiegare 829 milioni di dollari cui aggiungere i 22 miliardi già impiegati sino ad ora per altre missioni atte a verificare se Marte possa divenire una colonia terrestre, bensì la reale forma del nostro pianeta e dei pianeti dell’intero Sistema solare. Piuttosto che discutere sull’opportunità di concentrare gli sforzi sulla ricerca per sconfiggere il cancro e tutte le malattie mortali o la fame nel mondo prima di cercare un nuovo pianeta dove far vivere l’umanità, c’è chi impiega il suo intelletto per asserire che la Terra sia piatta e che non esista un Sistema solare. Anche se teorie di questo tenore si possano considerare frutto della totale assenza di conoscenze, alla luce delle recenti risultanze sociali, è necessario esaminare anche le astruse fantasticherie di donne e uomini che, in nome del pensiero di sant’Agostino d’Ippona (che di loro abbia misericordia), si oppongono alla ragione e alle ricerche millenarie che, a loro dire, sono un immenso complotto. Che la Terra non fosse piatta lo avevano già affermato i filosofi e matematici greci del VI secolo che come Pitagora, matematico e scienziato nato a Samo nel 570 a.C. ed Eratostene, matematico, astronomo, geografo nato a Cirene nel 276 a.C., ne avevano persino calcolato le dimensioni. La forma reale del nostro pianeta è stata stabilita attraverso l’evoluzione dei loro studi che sono stati acquisiti, ampliati e ripresi da Tolomeo, Archimede, Copernico, Galileo, per concludersi con la definizione di ellissoide-geoide scaturita dalla moderna geodesia e dalla topografia corrente. I “terrapiattisti” asseriscono che la Terra sia un grande disco e che tutte le teorie che affermano il contrario siano originate da poteri occulti che, attraverso la NASA, intendano assoggettare l’umanità. La loro teoria si basa sul principio che se il Pianeta fosse un geoide nulla potrebbe restare sulla sua superficie disconoscendo, così, il principio del magnetismo terrestre così come tutti gli strumenti che lo dimostrano. Nel farlo, non propongono alternative attraverso studi paralleli dotati di dimostrazione ma della maldestra convinzione che i fenomeni fisici del nostro pianeta siano una finzione così come le missioni nello spazio. In virtù della loro completa astrattezza, le loro asserzioni dovrebbero essere ignorate ma, ciò che costringe a prendere in considerazione anche questi soggetti bislacchi, è che sono diffusi in tutto il mondo, sono in perenne contatto fra loro, si organizzano nella loro lotta e votano. Se questo non ha nessuna influenza sulla popolazione anche parzialmente acculturata, non è lo stesso in merito ai substrati sociali, dove la conoscenza non si è sviluppata capillarmente, ma anche fra individui in cerca di visibilità per i quali qualsiasi opportunità per cambiare la propria condizione è accolta favorevolmente. Se questa realtà può apparire ininfluente, è necessario considerare che, in passato, pensieri altrettanto astrusi abbiano galvanizzato l’attenzione di molti sprovveduti sino a dare origine a veri e propri movimenti. Peraltro, è frequente che chi sostenga una teoria bizzarra, ne condivida altre altrettanto assurde. Non è occasionale, infatti, che chi sostiene la teoria della “Terra piatta”, quella relativa alla “supremazia della razza bianca”, quella delle “scie chimiche”, della “teoria Gender”, i “NoVax”, ritenga di essere vittima di privazioni delle libertà che indurrebbe una condizione di vita precaria. È giusto chiarire come il malessere sociale sia una responsabilità delle società cosiddette evolute che, evidentemente, non lo sono abbastanza da sconfiggerlo, ma è altrettanto importante sottolineare che l’insorgenza di questi fenomeni, coincide storicamente, con periodi di dissesto economico e instabilità politica prolungatisi eccessivamente. Il reale rischio che rappresentano questi pseudo movimenti, è la possibilità che qualcuno ne colga la notevole assoggettabilità, la carenza di risorse concrete e il desiderio di rivalsa, per organizzarli in movimenti politici finalizzati a obiettivi individuali. È sufficiente analizzare la condizione politica della nostra nazione che è governata dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega. Il primo è nato come esperimento sociale di un comico, Beppe Grillo, e di un informatico, Gianroberto Casaleggio, che testava l’assoggettabilità della popolazione affetta da rabbia e frustrazione contro le multinazionali. La seconda ha canalizzato gli stessi sentimenti popolari contro nemici inesistenti creati per distogliere l’attenzione dai reali problemi sociali e attribuire il potere a pochi soggetti. Non è quindi possibile sottovalutare quella parte di popolazione che, attraverso il controllo di partiti e movimenti politici, intuisce di aver acquisito un ruolo sociale. Allo stato attuale assistiamo alla rivalsa dell’ignoranza verso la conoscenza attuata proprio tramite il condizionamento dell’elettorato con l’uso degli strumenti e con i metodi che s’imputavano ai “poteri occulti”. Questo non assolve certamente il capitalismo dilagante che si è sostituito alla democrazia tanto da delegittimare la funzione delle istituzioni e, fondamentalmente, quella dei popoli per i quali non è stata attuata la corretta crescita culturale e sociale. Di fatto, la ricchezza mondiale è detenuta da una percentuale esigua della popolazione che ne ha fatto uso tutt’altro che sociale, offrendo l’opportunità a figure come la Casaleggio Associati di circondarsi di soggetti deboli e condizionabili ma utili a raggiungere uno scopo personale. La risultanza è evidente sicché si assiste a una diffusa deriva populista di destra che, nella realtà, ha lo scopo di favorire una ristretta cerchia di politici rampanti e nuovi imprenditori che, sinora, ignoravano le più elementari norme per condurre la vita in comunità. Non è, quindi, il riscatto degli indifesi ma quello di chi tenta la scalata senza impiegare nessuno sforzo. Lo scenario politico italiano è composto di personaggi che sanno mentire e lo fanno così bene da convincere quella parte di elettorato sufficiente a sostenerli. Quando un governo delegittima le forze dell’ordine e la magistratura armando la popolazione in difesa del crimine, si conia una manovra finanziaria inefficace e pregna di errori, si diffonde la discrezionalità vaccinale e di cura, s’impone l’affissione di simulacri come se fossero il fondamento delle religioni, si tagliano i fondi per la cultura, si negano i più elementari principi di accoglienza, si aumentano le tasse e le accise, solo per dare sfogo al senso di rivalsa, lo Stato perde il suo significato e con esso l’evoluzione, la crescita della società e il progresso. Chiunque, quindi, è legittimato ad agire senza prima raffrontarsi con i bisogni comuni e le reali necessità della popolazione. Alla luce di questa condizione di degrado, divulgato come se fosse cambiamento, emerge il lato peggiore della società dando spazio anche ai terrapiattisti che, nella logica, dovrebbero essere aiutati a migliorare la loro condizione mentale. È evidente che al raggiungimento, non lontano, dell’acme di questo morbo sociale, sarà necessario ricostruire il Paese come se fosse reduce da una carestia, un’epidemia o un conflitto bellico. Intanto, è necessario opporre la cultura all’ignoranza, la gentilezza e l’amore all’odio, la tolleranza al razzismo, la pazienza all’irruenza in attesa delle inversioni di tendenza. Momenti storici particolarmente difficili come l’attuale, però, devono indurre le forze politiche di opposizione a rivedere completamente le proprie strategie che, oggettivamente, hanno contribuito al raggiungimento di questa condizione.