Si scrive “elezioni europee” si legge “prove generali di elezioni politiche italiane”. Niente di nuovo sotto il cielo di Roma. Parliamoci chiaro: alla stragrande maggioranza degli italiani di questa Unione Europea non interessa un beneamato fico secco, e sono gentile nel mutuare un’espressione molto volgare ma sicuramente più efficace. I toni di questa campagna elettorale hanno raggiunto livelli di trivio tali da far apparire le famose esternazioni del primo Umberto Bossi versi soavi da educande. I tre maggiori leader in campo hanno dato il peggio di sè, privilegiando l’insulto e l’attacco personale a un pur minimo ragionamento volto a proporre soluzioni alla montagna di problemi che attanagliano l’Italia e che rischiano di annullare il futuro stesso di questo Paese. Si giunge così alla domenica elettorale in questa situazione. Chi pensa di votare il PD sappia che il suo voto confluirà nel mare magno del Partito Socialista Europeo che ha indicato come proprio leader il Sig. Martin Shultz. Chi pensa di votare Forza Italia sappia che il suo voto confluirà nel Partito Popolare Europeo che ha indicato come leader il Sig. Jean Claude Juncker. Questo significa, nell’uno e nell’altro caso, votare per la continuità delle politiche criminali che la Commissione Europea sta perseguendo da circa un decennio e che ci hanno portato alla bancarotta. Il dato è incontrovertibile perché nei due grandi raggruppamenti sono maggioritari il Partito Socialdemocratico tedesco e la CDU della Sig.ra Merkel. In una Unione Europea che si è trasformata in una istituzione berlinocentrica è impensabile che le politiche fin ora attuate possano essere cambiate. Chi pensa di votare per il Movimento 5 Stelle sappia che la sua voce a livello europeo sarà assolutamente irrilevante nonché ininfluente perché 25 o 30 parlamentari che vanno da soli non hanno la possibilità materiale di far sentire le proprie ragioni. Ci sarebbe forse una speranza di modificare le strutture su cui si basa la costruzione europea che è stata perseguita fino a oggi e questa speranza è data dal voto ai così detti partiti euroscettici. Se non fosse che, essendo questi partiti spalmati su un arco istituzionale che va dall’estrema destra all’estrema sinistra, difficilmente potranno percorrere una strada comune. Non rimane che una scelta: il non voto. E siccome i cittadini italiani sono molto più saggi di quanto non si pensi, daranno voce al loro disgusto per questa politica cialtrona disertando le urne, creando di fatto il più grande partito politico italiano, quello del non voto. Ma allora, mi direte, non vi è alcuna speranza di cambiare questo Paese e questa Europa? Come ci insegna la storia dell’uomo, nessun cambiamento epocale può accadere in modo incruento. Tutte le grandi rivoluzioni sono state frutto di lacrime e sangue. Giungerà molto presto il tempo in cui i popoli si solleveranno non imbracciando il fucile, suggestione romantica che lasciamo alla storia dell’ottocento o alle ideologie malate del novecento, ma praticando la disobbedienza civile: non andranno più a votare, diserteranno le banche, non pagheranno più gli odiosi balzelli imposti da un fisco criminale. Il sistema imploderà creando le condizioni per potersi rigenerare. D'altronde quando si deve ricostruire una casa fatiscente è necessario abbatterla e rimuovere le macerie.