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DISASTRO OBAMA

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

20
GIU
2014
Diciamolo chiaramente: dalla fine della seconda guerra mondiale le amministrazioni USA, che si sono succedute, hanno collezionato una serie impressionante di insuccessi in politica estera da lasciare sgomenti. Dalla guerra di Corea al Vietnam, dalla Somalia al Kosovo, dall’Irak all’Afganistan la potenza, e l’arroganza, economica e militare dell’impero americano si è dispiegata nel pianeta mascherata da paladina della democrazia e della libertà. Cavalieri serventi di questa politica dissennata le nazioni europee, da tempo ormai incapaci di progetti autonomi e di autodeterminazione. Il Presidente Obama è solo il capolinea di oltre mezzo secolo di avventurismo. La lotta all’estremismo islamico, divenuta ormai una priorità per la sopravvivenza stessa della nostra civiltà e della nostra cultura, non può essere perseguita imponendo con la forza i modelli di democrazia occidentale. L’uso della forza si è rivelato inutile e controproducente. E ci sono precise motivazioni di questo fallimento che cercherò di esplicitare. Per tentare di capire quali sono le dinamiche che si muovono all’interno del mondo islamico dobbiamo toglierci dagli occhi il prisma distorsivo della visione “occidentale” e guardare con maggiore attenzione alle indicazioni della Storia umana. Dal 600 al 1600 d.c. per circa un millennio, il mondo occidentale, che si identificava sostanzialmente con il cristianesimo, ed il mondo musulmano si specchiavano nella comune visione teocentrica della vita spirituale e materiale dei popoli e delle nazioni. Sant’Agostino enunciava come principio “il governante è il rappresentante di Dio e deve far valere la giustizia, che è la volontà di Dio, applicando la legge che già esiste ed è al di sopra di lui”, che è pressoché il principio islamico della inseparabilità tra politica e religione in quanto coincidenti. Forti di questa identica verità teologica, in quel millennio musulmani e cristiani se le sono date di santa ragione, con alterne fortune, con i primi quasi sempre in attacco e vincenti ed i secondi quasi sempre in difesa e soccombenti. Dalla fine del XVII secolo più nessun esercito musulmano è riuscito a tenere testa ad un esercito occidentale , perdendo ogni scontro. La chiave di volta di questa supremazia occidentale si chiama “laicizzazione” con la conseguente materiale separazione tra potere spirituale e potere temporale, processo che ha avuto come padri il Rinascimento e l’Illuminismo. Questa rivoluzione nel mondo islamico non si è attuata ed esso è rimasto ripiegato su se stesso per secoli, accentuando la propria debolezza, ed è stato messo in crisi dal contatto traumatico con il nuovo occidente che ha minacciato una comunità di valori ritenuti immutabili. A partire dalla fine del XIX secolo la crescente consapevolezza della penosa inferiorità in cui si è venuto a trovare il regno dell’Islam rispetto al suo storico competitor, ha generato l’integralismo nelle forme cruente in cui lo conosciamo oggi, aggravato dalla incapacità occidentale di cogliere lo spirito della jihad e del martirio alimentato da migliaia di uomini e donne che si cibano di fondamentalismo, incuranti di sacrificare la propria vita. La sola speranza per il mondo non islamizzato di debellare il terrorismo di Dio, è tutto nella capacità delle popolazioni islamiche di dare vita alla propria rivoluzione francese creando i presupposti, come è accaduto all’occidente cristiano, per la separazione della politica laica dal dogma religioso. Ma il processo di laicizzazione non può essere imposto né attraverso l’opzione militare né attraverso l’osmosi per contatto dei principi democratici, entrambi rivelatisi disastrosi ed inefficaci. Il processo non può che essere tutto interno all’Islam, nella presa di coscienza collettiva delle popolazioni islamiche rispetto alla commistione perversa tra stato e fede, tra politica e teologia, avviando quel percorso cruento di trasformazione che noi abbiamo compiuto alcuni secoli fa. Dobbiamo sempre ricordare che fu l’impossibilità di soddisfare i bisogni primari dell’uomo l’elemento scatenante che portò i parigini ed i francesi a demolire la monarchia assoluta che si identificava, fino ad allora, con la volontà di Dio. Guai a noi occidentali se continueremo a ragionare da “colonialisti della democrazia” così come abbiamo fatto in modo disastroso negli ultimi decenni.
 
 


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