Poco più di un mese fa, commentando l’esito della consultazione per le elezioni del parlamento europeo, espressi alcune considerazioni che vorrei riprendere. Da una parte l’impatto sulla politica nazionale, stante l’ampio successo personale di Matteo Renzi e del PD, e dall’altra il peso che questo successo avrebbe potuto avere in ambito europeo. Nell’un caso e nell’altro paventavo che non ci sarebbe stato alcun beneficio per lo stato catatonico in cui versa il nostro Paese. Sono stato facile profeta ma non pensavo che la realtà potesse essere ancora peggiore del prevedibile. Innanzi tutto è da ridimensionare l’enfasi trionfalistica della sinistra per il successo ottenuto. Il 41% ottenuto dal PD è riferibile al 58% dei cittadini che sono andati a votare sul totale degli elettori aventi diritto. Questo significa che sull’intera popolazione degli elettori il peso del PD non è superiore ad un 20%, quindi assolutamente minoritario in un contesto nazionale. È pur vero che gli assenti hanno sempre torto e che quel 42% di elettori che non è andato a votare rappresenta il nulla, ma il PD dovrebbe essere più cauto nell’usare i toni trionfalistici che continuiamo ad ascoltare. Forte di questo risultato la “cicala” Renzi continua la sua logorroica marcia di promesse e di programmi di cambiamento che, ad oggi, non hanno portato ad un solo risultato utile per le condizioni di vita dei cittadini. Nulla di nuovo sotto il cielo di Roma dato che il solo risultato concreto che storicamente la sinistra è in grado di produrre è l’aumento della tassazione e la proliferazione delle gabelle a carico delle fasce medio basse della popolazione, la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne di questo Paese. Al di là delle dichiarazioni di facciata, Matteo Renzi è in perfetta linea di continuità con le forsennate politiche di Mario Monti ed Enrico Letta. E qui si innesta la seconda riflessione che ci porta direttamente a Bruxelles. Non trovate quantomeno sospetta questa “liaison” che ha legato subito il nostro rampante Matteo alla virago teutonica Angela? Il voto delle europee non ha fatto altro che certificare la sudditanza dei governi europei allo strapotere tedesco. Ho la sgradevole sensazione, come cittadino italiano, di essere una parte irrilevante della periferia dell’impero, là dove Matteo Renzi è un fedele vassallo dell’imperatore tedesco e il cui unico compito è quello di spremere i sudditi con tasse da portare in dono al sovrano. Nulla è cambiato negli equilibri del Parlamento europeo, anzi se è possibile la situazione è peggiorata dato che, per la impossibilità di esprimere una maggioranza chiara, il PPE ed il PSE governeranno insieme riproponendo a livello continentale l’offerta politica in essere in Germania, con un presidente e una commissione graditi a Berlino. Un tempo si diceva “c’è un giudice a Berlino”, oggi possiamo dire “c’è un tiranno a Berlino”. Avremmo potuto avere una piccola speranza di cambiamento se l’innegabile successo dei partiti euroscettici avesse avuto maggior peso. Ciò non è stato e pagheremo con lacrime e sangue, come se già non ne avessimo versato abbastanza, la cecità da cui siamo affetti. Mi rimane un’unica e ultima speranza e mai avrei immaginato di dover un giorno, forse, ringraziare i figli della “perfida Albione”. Se gli inglesi dovessero davvero uscire dall’Unione Europea si creerebbe quella crepa che potrebbe portare al benefico crollo di questa costruzione europea innaturale e dannosa. Solo così, forse potremo ricostruire una vera unione di Popoli.