La luna e l’amore, quando non crescono, calano. Lo scrive il Barbanera, insieme alle ricette delle marmellate e alle indicazioni per interrare i bulbi da fiore. Nulla di più vero. La luna, come l’amore, risponde a cicli precisi e insegna l’alternanza necessaria di pieni e vuoti, di alte e basse maree, di notti buie e chiarori siderali. Quando è luna nuova, il fatto che non si offra ai nostri occhi non vuol dire che non ci sia: c’è, ma non riusciamo a vederla. La luna e l’amore hanno in comune anche la capacità di trasportare. La luna ci lascia scivolare nella dimensione onirica, quella del sonno e del sogno, allenta i freni della ragione e ci rende ricettivi e sensibili, vulnerabili e immobili. L’amore porta verso una dimensione iniziatica di miglioramento e maggiore consapevolezza. Senza la sua forza non avremmo motivo di metterci in discussione, di prendere il largo lasciando le rive conosciute per affrontare il mare aperto. L’elemento dell’acqua unisce la luna e l’amore. L’acqua rappresenta l’ignoto e l’inconscio: chi ne ha paura teme anche se stesso. Ulisse compie il suo viaggio iniziatico attraverso le acque governate da un dio irato e vendicativo, che in realtà è solo una parte di sé, quella che si oppone al cambiamento e all’evoluzione interiore. La destinazione è Itaca, è Penelope, è la conoscenza. E poco importa se Ulisse, una volta arrivato si fermerà per poco tempo nel talamo che lui stesso ha costruito: il mezzo è l’amore, il fine è il viaggio. La luna governa le acque, ci si specchia dentro, la sua luce si limita a rischiarare ma non illumina né riscalda come quella del sole; è una luce fredda, che non giudica e non rivela: ecco perché gli innamorati appartengono alla notte. La luna, come l’acqua, è femmina, passiva, ricettiva. L’amore, come il sole, è maschile, attivo, dinamico. Accidenti a Barbanera e ai suoi proverbi.
In realtà avrei voluto parlare di compatibilità, eppure non mi allontano troppo dal seminato. Tutto è nato da chiacchierate infinite con la mia amica, mamma – come me – di un certo numero di zampette. Ma quanto ce piace de chiacchiera’ a noi due. Lei mi capisce alla perfezione. Lei sa cosa significa correre dietro le urgenze delle Tre Grandi P (pipì, pupù, pappa), correre dal veterinario, correre a prendere le medicine, correre a pulire, correre a fermare catastrofi intestinali, correre a casa perché ci mancano. Grazie al cielo non parliamo di politica, né di crisi finanziarie né di casi di cronaca, ma solo di cose chic e anche un po’ shock: oltre alle mie sorelle, infatti, solo con lei riesco a condividere le informazioni più disgustose e gli eventi più rilevanti della vita di Adelina e dei due gatti Mimì e Alfredo. Usciamo a cena e meraviglia!, ci ritroviamo a farci scrupoli vegetariani e a immaginare usi aerodinamici per certe patate troppo cotte. Andiamo al mare e ascoltiamo musica anni ’70-80 con relativo effetto karaoke. Insomma, ho capito che per stare bene con una persona, e quindi amarla, bisogna avere dei punti di compatibilità elevati. Quindi, per andare d’accordo con me, è necessario disporre delle seguenti virtù: 1) non essere allergico al pelo degli animali; 2) essere contrario agli allevamenti intensivi; 3) disporre di una notevole cultura musicale; 4) essere intonato e amare il karaoke. Ah, spero anche che abbia un calendario Barbanera appeso in casa.