Ci sono momenti nella vita in cui l'unica alternativa possibile è perdere il controllo. Per questo giustifico gli animalisti presi di mira da Giuseppe Cruciani, giornalista evidentemente refrattario agli shampoo e conduttore di uno spazio su Radio 24 - Confindustria - dal nome programmatico, La zanzara. Ha cominciato con offese a profusione verso gli animalisti e in particolar modo i vegani, definendoli "persone disturbate " e continuando a ribadire che non gli importa nulla della sofferenza degli animali e di cosa avvenga all'interno di un macello.
Giorni fa era arrivato a ospitare una capretta, chiamata Zanzarina, con cui aveva fatto qualche foto insieme per poi ricordarne la morte - con dovizia di particolari - di lì a qualche mese. Insomma, abbiamo capito: costui non è un campione di sensibilità e moralità. Senza portarla troppo per le lunghe, dopo mesi di provocazioni verso animalisti e vegani, l'acuto Cruciani si stupisce ora che qualcuno nel frattempo si sia arrabbiato. Allora, allertata la Digos e ben protetto dalla security, il giornalista sfodera la sua micidiale arma contro un gruppo di manifestanti (per di più ragazzine): un salame. E lo brandisce davvero come una spada, come una professione di fede, come un simbolo di identità. Salame chiama salame. Dopo la scena madre, Cruciani chiama a sè la solidarietà di media e opinione pubblica. Lo sport di molti: provocare e poi frignare passando per vittima.
Ora, anche a non essere posseduti dal sacro fuoco di voler convincere tutti a seguire uno stile di vita più etico e sostenibile, direi che dàlle e dàlle un animalista si senta un poco toccato nelle proprie scelte e nelle proprie convinzioni. Ecco, in breve, a nessuno piace essere preso per i fondelli, neanche - udite, udite - ai vegetariani.
Al netto di provocatori e salami, vi sono dei limiti oltre i quali l'idiozia dovrebbe essere controllata.