Se - come dice Bauman - la nostra identità è divenuta liquida, allora anche la nostra morte si adeguerà diluendosi. Se grazie ai social si vivono vite parallele, dunque la dipartita non è più una sola. Ma cominciamo con ordine.
La morte è ciò che la vita ha sinora inventato di più solido e sicuro. Così pensavo, almeno fino a quando il marito avvocato non mi svela che il profilo Facebook si può ereditare.
"Come, si può ereditare?".
"Certo, come qualsiasi bene materiale".
"Ma non è mica un servizio da tè, è l'identità che noi vogliamo manifestare agli altri".
"Si eredita".
"Ma è tremendo!".
"No, è il diritto".
Di fronte a una risposta così tranchant c'è poco da obiettare. D'altronde se si chiama "diritto" e non "rovescio" un motivo c'è. Ma qualcosa non torna - rimuginavo tra me e me. Ognuno costruisce sui social come un puzzle, un pezzetto alla volta, un'immagine di sè che molto spesso non coincide con la realtà, e tramite quella identità si relaziona con gli altri utenti. Poniamo il caso - pensavo - che una tragica fatalità tolga dalla sua umana vicenda esistenziale una madre o un padre di famiglia irreprensibili: il coniuge o i figli ereditano il suo profilo e scoprono una doppia vita. Storia vecchia, direte voi, pure il signor Bovary trova l'epistolario tra la moglie e gli amanti. Vero, e infatti fece una brutta fine. (Ma c'è anche da dire che la povera Emma fa di tutto per manifestare l'insofferenza nei confronti del marito cornuto, quindi le lettere lasciate lì sembrano proprio un'ultima, perfida, vittoriosa vendetta).
Mi informo: la faccenda dell'eredità social non è così flaubertiana. Il "contatto erede" - così si legge sulle istruzioni di Facebook -
"è una persona che scegli per gestire il tuo account se viene reso commemorativo. Una volta reso commemorativo l'account, il contatto erede potrà eseguire determinate attività", ma - per fortuna -
"non può: accedere al tuo account; rimuovere o modificare post, foto e altri contenuti condivisi sul tuo diario; leggere i tuoi messaggi; rimuovere i tuoi amici". In fondo, quindi, si potrà cambiare l'immagine del profilo o poco più, un ammodernamento dell'usanza degli antichi romani che in talune occasioni portavano le maschere dei propri avi.
Tutto è bene quel che finisce bene, dunque: evviva il diritto, soprattutto di portarsi nella tomba gli affari propri e tutti coloro che si è stati.