Dura la vita degli organizzatori di eventi se si è costretti a pagare le location utilizzate. Le condizioni per la "concessione in uso temporaneo delle sale e degli immobili comunali” diventano difficili da sostenere e gli operatori culturali insorgono. Ma cominciamo con ordine.
Il Commissario del Comune di Martina Franca ha stabilito dallo scorso anno un tariffario del deposito cauzionale per poter usufruire di spazi e immobili di pertinenza comunale: piazze, giardini pubblici, le sale di Palazzo Ducale, gli spazi attrezzati del Bosco delle Pianelle e altri. Quindi, che sia culturale o prettamente commerciale, sull'evento grava l'anticipo di una certa cifra per coprire eventuali danni al luogo occupato. C'è da dire che non si è arrivati a tale provvedimento in maniera immotivata, bensì in seguito a determinate grandi manifestazioni che avevano provocato danni anche ingenti al patrimonio pubblico; danni naturalmente ripagati dalla collettività che ora soffre anche la beffa di vedersi necessariamente impoverita l'offerta culturale. Le associazioni si stanno consorziando per far sentire la propria voce e richiedere la gratuità degli spazi pubblici ma finora hanno combinato poco. E a buona ragione, visto che già fare cultura è difficile, figuriamoci se c'è anche da battagliare. Peccato che siano gli operatori culturali "puri" a soffrire della situazione, per intenderci quelli che ci rimettono anche i soldi per la stampa degli inviti, ma anche quelli che organizzano manifestazioni di qualità. Vengono messi sullo stesso piano e sottoposti alle stesse condizioni organizzatori e associazioni diversissimi fra loro, a partire dalle intenzioni. Come si fa ad applicare lo stesso tariffario al gruppo di cittadini che valorizza, chessò, la parlata dialettale e all'event manager che dal ricavato della sua manifestazione dalle oceaniche folle ci deve campare fino alla successiva edizione?
Allora, proviamo a vedere il problema come opportunità. Le associazioni soffrono piuttosto della mancanza di un contenitore culturale visto che quelli a disposizione sono spazi privati (e quindi costosi, leggi il Teatro Verdi o il Nuovo) oppure inadatti (Centro Servizi o Palazzetto dello Sport). È questa la vera battaglia da portare avanti con pazienza e lungimiranza.
Nella Sala Consiliare, limitata per acustica e spazio, si ospita ogni tipo di evento nonostante i seggi e la disposizione delle sedie siano adatti solo alla funzione per la quale è stata arredata, ovvero contenere l'assise del Consiglio Comunale.
La città del Festival vede il suo Festival svolgersi in un atrio all'aperto. Un atrio di lusso, per carità, ma sempre atrio è, e anche parzialmente privato. Non si è stati capaci di pensare a un'alternativa, a un nuovo progetto che rimanga patrimonio delle nuove generazioni. Questa visione di grande opera meriterebbe uno sforzo corale, un'unanimità di intenti che solo una classe dirigente preparata e aperta al nuovo saprà direzionare nel giusto verso.