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Politici favolosi (Ovvero quando chi governa o vorrebbe governare inventa storie incredibili a cui c´è chi ci crede)

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

22
FEB
2013

 

Buffa la storia di Oscar Giannino: proprio colui che prometteva di “Fare per fermare il declino” non ha fatto molto per evitare di finire lui stesso in una situazione penosa. Saranno forse il nome e le pose da dandy, ma anche l’altro Oscar più famoso, lo scrittore Wilde, ebbe un destino simile: il suo nemico giurato, padre dell’amato Bosie, ebbe tutto l’agio di accusarlo, farlo processare e condannare a due anni ai lavori forzati per sodomia senza quasi incontrare resistenza. In ogni caso, è indubbio che i nostri politici abbiano una grande capacità mitopoietica: dalla nipote di Mubarak, alle case intestate a insaputa, fino a una biografia più prestigiosa rispetto a quella reale, nulla ci è stato risparmiato. E d’altronde dimentichiamo così in fretta che alla fine la menzogna o la negazione dell’evidenza risultano l’atteggiamento vincente. Giannino avrebbe potuto trovare qualsiasi giustificazione e invece non l’ha fatto, limitandosi a dire che sì, ha millantato titoli accademici e che la sua è una bugia “grave ma inoffensiva”. In effetti, rispetto alla condanna di Fitto a quattro anni per corruzione, la balla di un povero diavolo che esagera il curriculum -e certi accostamenti di guardaroba- sembra al confronto una bravata. 
Peccato che nessuno abbia pensato a fondare il movimento “Fare per fermare il postino”, e sì che mai come in questi giorni ve ne sarebbe stata la necessità, tranne forse che nella Roma repubblicana, quando Cicerone inondava di lettere quel povero Attico, costringendo così intere generazioni di studenti ante web a faticose traduzioni. Chissà se fra qualche secolo daranno da tradurre nelle scuole anche la lettera contenente un messaggio elettorale spacciato come rimborso IMU: lo stile e la grafica sono così convincenti che molti si sono presentati negli uffici postali richiedendo i moduli per la restituzione di quanto versato. Già, perché quel che appare è: vince chi rimane più autoreferenziale, chi continua a sorridere anche se ormai con un ghigno tirato, chi inventa le storie più eclatanti, e non certo un master in Economia ma molto, molto di più, scivolando nelle categorie numeriche dei milioni fra posti di lavoro e condoni e altre amenità.    
A proposito di studenti: vita dura la loro, e non solo a causa di quella vecchia, logorroica gallina di Cicerone. Quando in questo fine settimana andrete a votare, guardatevi intorno prima di segnare la scheda elettorale. Alzate lo sguardo agli ambienti dove i ragazzi e i loro insegnanti passano la maggior parte del loro tempo: per di più saranno luoghi freddi, mal tenuti, con evidenti necessità di interventi. Questo è il risultato dell’attenzione finora dedicata dalla politica all’educazione e alla formazione, forse non troppo in buona fede, visto che è molto più semplice governare una collettività non fortificata dalla cultura piuttosto che cittadini ben istruiti e consapevoli.
 


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