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Parlamento UE, l'elezione scontata di Sassoli / di Vito Massimano

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

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LUG
2019

Anche oggi è arrivato il pesciolino da dare in pasto alle foche plaudenti ossessionate da Matteo Salvini, quegli strani mammiferi che non hanno altro obiettivo politico se non quello di vederlo soccombente e si eccitano al solo pensiero.

Un atteggiamento che porta sfiga visto che ha allungato la vita politica dell’odiato Berlusconi ieri e che fa volare nei sondaggi Salvini oggi.

È come se il corpo elettorale istintivamente attribuisse tale livore ad un problema intestinale e volesse purgare questo popolo ritenuto viola in quanto affetto da un severo blocco.

Il pueblo, quello è straordinario solo quando vota in un certo modo, è fatto così e non sopporta i pierini dispettosi che esercitano il diritto di critica come fosse l’arte per l’arte. Ma tant’è, ognuno si sceglie gli argomenti che reputa più efficaci: chi pensa di prendere voti facendo lo stronzetto antipatico si accomodi pure. Ci sarà molto da aspettare.

Dicevamo che anche oggi, poveri loro, c’è un motivo per festeggiare: il motivo si chiama David Sassoli, noto Parlamentare del PD eletto come nuovo Presidente del parlamento Europeo succedendo ad Antonio Tajani.

Smacco alla Lega, schiaffo ai populisti, ennesima dimostrazione dell’isolamento in cui l’Italia è stata confinata, dicono le foche plaudenti.

Peccato che le elezioni celebratesi nel maggio del presente anno avessero restituito un Parlamento europeo con un assetto molto chiaro: il sovranismo era cresciuto ma non aveva sfondato e l’unica maggioranza possibile era quella composta da liberali, popolari e socialisti.

Una maggioranza sostanzialmente molto simile a quella precedente. E infatti così è stato, lo schema ha preso forma.

Ma allora, di grazia, come avrebbe potuto una simile maggioranza prendere un salviniano e premiarlo con uno scranno di prestigio? Il Parlamento è sostanzialmente spaccato in due: da una parte un blocco egemone che rappresenta i potentati euroburocratici e finanziari e dall’altra un’opposizione in cui i sovranisti la fanno da padroni.

I secondi si sono battuti con tutte le forze perché i primi facessero una brutta fine a livello elettorale sfiorando l’impresa di ammazzare politicamente sia i popolari sia i socialisti.

Che l’attuale incrostazione di potere in seno alle istituzioni europee prendesse un membro italiano del suo apparato (Sassoli appunto) e lo impalcasse su uno scranno di prestigio (ma di scarsa operatività) per dimostrare che Matteo Salvini non conta niente, beh è quantomeno una mossa obbligata se non a dir poco scontata.

E che il Pd si sia prestato a fare l’utile idiota in una manovra anti italiana prima che anti governativa era altrettanto prevedibile. Un po' meno prevedibile era la poveraccitudine con la quale Zingaretti e soci si sono messi a festeggiare il niente.

E che la strategia europea non avesse obiettivi di stampo sovranazionale ma fosse posta in essere guardando con un occhio alle vicende italiane lo si evince dall’elezione della vice presidenza più che da quella di Sassoli alla presidenza.

Di solitole vice presidenze si attribuiscono alle opposizioni e più in particolare a quelle numericamente più rappresentative per una prassi di buon gusto e opportunità.

E invece l’attuale maggioranza a regia socialista ha pensato bene di prendere un anonimo Pentastellato di nome Fabio Massimo Castaldo e di nominarlo Vice Presidente preferendolo al candidato leghista.

Ciò con l’intento di screditare il Carroccio con la menata dell’isolamento e magari creare frizioni all’interno del Consiglio dei Ministri italiano agitando lo spauracchio di intese tra grillini e democratici.

La vicenda è inquadrabile nell’alveo dell’ordinaria amministrazione ed è chiaramente assimilabile a tutta quella serie di odiose quanto inutili schermaglie di tipo tattico.

Certo però che governare le istituzioni europee in chiave anti salviniana non è solo poco elegante ma è anche sintomo di debolezza oltre che di timore.

Questa nuova legislatura inizia all’insegna dello squallore e della continuità. Ma non ditelo a Zingaretti che sta stappando il Tavernello.



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