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Tradire la dignità e azzerare l'etica: cosa si è disposti a fare per campare?

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

21
OTT
2019

La ricerca del lavoro, il bisogno di concretare i propri sforzi, la convinzione nelle idee, la perseveranza, la fede, sono tutte caratteristiche del comportamento umano che trovano piena giustificazione. È, infatti, condivisibile chi cerca un lavoro per ottenere un’autonomia economica e dimostrare le proprie capacità, oppure chi ha una sana ambizione e, ancora, chi sostiene convinzioni concrete e, perfino, una fede che renda sereni e appagati. Si può discutere sulla forma ma non nel merito delle scelte, sempre, però, che siano scaturite da valutazioni prese in piena coscienza. È pur vero che la necessità induce, troppo spesso, a ripieghi ma se questi sono accompagnati dalla rassegnazione, rischiano di rivelarsi sconfitte. Questo, per introdurre un argomento molto più attuale di quanto si creda: la mancanza di dignità, la sudditanza, la totale dipendenza, l’annullamento della personalità nel mondo del lavoro e della politica. Lo riaffermiamo, il bisogno spinge all’accettazione, perfino a commettere reati, ma la differenza fra la passività e la volontà di cambiamento, di miglioramento, è fondamentale. Ciò che è assolutamente inammissibile è il protrarsi dell’eccessiva accondiscendenza e il servilismo anche laddove si subiscano pesanti mortificazioni della propria dignità o si ferisce quella di chi si rappresenta. Quanto, ad esempio, siano giustificabili le scelte di un individuo che eserciti il “trollismo”, il “cyber bullismo”, la diffusione di “fake news” in cambio di miseri compensi o la promessa di un futuro professionale? Quale logica può avere l’esercizio gratuito di qualsiasi professione in attesa di affidamenti seri e remunerati? Quanto sia condivisibile un politico che, pur di mantenere il suo incarico, cambi continuamente compagine e, peggio, diffonda principi anche completamente opposti? Porsi in stato di servilismo, anche verso il proprio egocentrismo o la propria ingordigia, danneggia la dignità umana e distrugge il senso di fiducia verso il prossimo. Come il fenomeno del baronaggio verso i sottoposti, in campo universitario, negli studi professionali, nei vertici aziendali, demolisce la professionalità e la qualità degli individui, il trasformismo politico distrugge il senso di appartenenza a una comunità e quello di fiducia nella classe politica. Infatti, com’è possibile affidare le sorti di un intero Paese a professionisti ingordi e politici camaleontici, così come a figure striscianti, donnicciole e ominicchi, che vivono nell’ombra della loro stessa meschinità? Non ci sono necessità economiche o ambizioni che possano giustificare il tradimento della dignità e l’azzeramento dell’etica. Naturalmente il riferimento non coinvolge chi si ravvede o sente, scientemente, il bisogno di rivedere le proprie posizioni all’interno della società. Si potrebbe fare un lungo elenco di personaggi pubblici che, senza alcun pudore, sono stati capaci di contraddirsi platealmente e, ancora peggio, disconoscere o, perfino, attaccare persone, raggruppamenti, partiti politici cui devono la loro fortuna. Chi fra gli italiani è un attento osservatore delle realtà sociali, non avrà grosse difficoltà a individuarne diversi e riconoscerne il profilo tracciato. Volendo ricercare le cause di quest’ennesima manifestazione di decadentismo umano, potremmo affermare che chi continua a praticare lo svilimento della dignità propria e altrui, può farlo solo in funzione di proseliti cieche e ottuse che, come le allodole, sono pronte a farsi abbagliare dagli specchi per, poi, divenire facili prede. È da questo che scaturiscono lotte sociali senza alcun rispetto per qualsiasi forma di preclusione, governate proprio da chi meriterebbe l’esclusione sociale. Il docente incapace ma perennemente ai vertici delle nomine, l’avvocato maneggione, il chirurgo esoso, ingordo e incompetente, il politico incapace e nullafacente, l’amministratrice che disconosce il proprio passato, esistono solo in funzione di sostenitori altrettanto meschini che, al contrario dei loro riferimenti, non otterranno mai nulla. C’è sempre tempo per fermarsi allo specchio e decidere se cambiare, crescere, acquisire coscienza e dignità, o lasciarsi sputare in faccia. Il volto come le posterga non è un bel risultato.



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