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Le sardine. Quando il pesce non è muto

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

19
NOV
2019

Quattro ragazzi poco più che trentenni, Mattia Santori, 32enne laureato in Scienze Politiche e istruttore di frisbee, Giulia Trappoloni, 30 anni, fisioterapista, Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere impegnato nel riciclo, Andrea Garreffa, 30 anni, guida turistica, uniti dal passato di ex coinquilini universitari, nell’arco di pochi giorni, hanno avuto la capacità di generare un movimento popolare di entità inaspettata che si sta diffondendo sull’intero territorio nazionale. Nato da un’intuizione notturna di Mattia Santori, alla ricerca di un modo per contrastare la propaganda di Matteo Salvini a sostegno di Lucia Borgonzoni, candidata presidente dell’Emilia Romagna, ha ottenuto un riscontro popolare inaspettato, tant’è, in occasione della presentazione della Borgonzoni al Paladozza di Bologna, i quattro amici sono riusciti a riunire un numero di manifestanti contro la Lega e la destra italiana, ben oltre le presenze presso l’impianto sportivo sede della convention politica. Il nome “sardine” è stato scelto per similitudine con questo pesce che vive in grandi branchi compatti e, ironia della sorte, resta gregario anche durante la conservazione destinata al consumo alimentare. Dopo l’enorme successo di Bologna - più di 10mila manifestanti pacifici e festosi assiepati in Piazza Maggiore - è seguito quello di Modena e, presto, se ne preannunciano molti altri anche oltre il territorio emiliano-romagnolo. Senza configurazioni, simboli e slogan politici, oceaniche aggregazioni spontanee hanno raggiunto lo scopo che nessun partito o movimento politico organizzato era riuscito a ottenere da diversi decenni, tanto da dissuadere altri comizi leghisti. I giovani, disillusi e immotivati dal presente e il recente passato, sono riusciti a trovare un’opportunità per esprimersi liberamente lontano da proclami e, soprattutto, dal clima d’odio volutamente diffuso per proporsi alle masse. Fra le sardine c’è assortimento d’idee, fra radicali e moderate, ma, almeno in questa fase, nessuna prevaricazione tanto da galvanizzare l’interesse di fasce d’età differenti. Ciò che emerge è la ferrea determinazione a opporsi al tentativo di deriva a destra verso cui si tenta di portare il Paese. Come ogni cosa nuova, anche questa deve decantare, nella speranza che non perda la sua efficacia, tale perché in funzione della sua immediatezza, semplicità e autonomia dai palinsesti politici precostituiti, rivelatisi non altrettanto capaci a mettere insieme tante menti pensanti. Com’era prevedibile, dalle destre si alzano barricate mentre si studiano strategie per contrastare la rivalsa delle piazze, mentre gli ambiti politici democratici stanno accogliendo molto favorevolmente l’iniziativa. La Lega tenta goffe azioni di discredito che, però, stanno sortendo l’effetto opposto. Sono già previste prossime manifestazioni in molte città d’Italia sempre con la stessa formula di partecipazione collettiva dal basso. Perché il movimento di protesta continui a essere così efficace, deve mantenere la sua logica iniziale mirata al contrasto pacifico alla Lega e alle destre nella loro totalità, perché se dovesse divenire funzionale alla politica, perdendo spontaneità e autonomia, rischierebbe di confluire in schemi incompatibili con la genuina ricerca di raggruppamento spontaneo del popolo, specie di quello giovanile. In breve, il movimento delle sardine nasce dal bisogno di affermare la natura costituzionale del Paese e contrastare chi intende stravolgerla, cogliendo, così, l’esigenza di quella parte della popolazione che non si riconosce nell’azione dei partiti ormai troppo lontana dalle reali esigenze e i temi sociali fondamentali. L’attuale assenza di leader, di simboli politici, di costituzioni ufficiale, la convocazione spontanea, potrà garantirne la durevolezza che, diversamente, potrebbe sortire gli stessi effetti di precedenti movimenti popolari costretti alla deriva da asservimenti politici e strumentali. Per chi crede nei grandi movimenti popolari (pacifisti, anti apartheid, di difesa dei diritti umani, di tutela dell’ambiente) finalizzati all’avanzare rivendicazioni comuni contro gli eccessi di autorità, l’insipienza politica, la costituzione di elites e lobbies, l’assenza di concrete soluzioni ai problemi sociali, questa è un’opportunità che, se gestita con altruismo, senso comune e non violenza, può restituire risultati molto efficaci e duraturi. Diversamente potrebbe divenire un test per individuare la capacità di saper vivere concretamente la democrazia o scegliere di subire le conseguenze dei totalitarismi. Agli italiani la scelta.



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