2
MAR
2012
Pubblicato da:
Rosa Colucci
Categoria:
EDITORIALI
Era il 13 novembre 1979 e un giovane eurodeputato ambientalista e pacifista, già uno dei principali leader della rivoluzione sessantottina, stava per pronunciare il suo discorso. L’aula del massimo consesso europeo era semivuota e quei pochi che c’erano non erano certo in febbre per l’attesa. In effetti Mario Capanna, questo era il suo nome, si portava dietro quella certa aura di studente ribelle e ignorante che invece di gettare sangue e sudore sui libri si era dato con i suoi compagni a quella rivoluzione di cui ancora nel bene e nel male si avvertono le conseguenze.
Continua a leggere...