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Ombre rosse

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

18
MAG
2012
Il vento è cambiato, soffia aria di sinistra e io dovrò procurarmi un colbacco per entrare nel nuovo mood politico. Aspettando i risultati elettorali delle amministrative, la città assomiglia a una grossa castagna che non sa se augurarsi di finire bollita o arrosto. Ma cominciamo con ordine.
Il ballottaggio è quel periodo di tempo che più di tutti assomiglia a un purgatorio terreno, un limbo in cui la tensione si taglia a fette come polenta e, salvo casi in cui la matematica parla chiaro, non si sa mai quello che può capitare, come la scatola di cioccolatini di Forrest Gump. Nel caso di Taranto, i conti sono presto fatti, a meno che i tarantini non decidano di andare – tanto per rispettare la vocazione ittica – come i salmoni, controcorrente rispetto all’ondata sinistroide generale rinforzata dal ciclone mite di Hollande, o a passo di gambero verso la destra più becera e populista di Cito. A Martina invece la situazione è ingarbugliata come la testa di Medusa dopo uno shampoo senza balsamo. Da una parte c’è Michele Marraffa, centrodestra, dall’altra c’è Franco Ancona, centrosinistra. Entrambi sono accomunati da un problema: Marraffa chi ha intorno ora (e speriamo non dopo), Ancona chi avrà intorno (eventualmente) dopo. Errori madornali, improvvisazione, toni bassi che rasentavano l’invisibilità, e una dirigenza del partito che ancora una volta ha dimostrato la sua inadeguatezza hanno fatto sì che un candidato forte e valido come Marraffa sia stato portato al ballottaggio. In questa campagna elettorale Marraffa avrebbe fatto prima e meglio a fare da solo tutto quanto. Di buono in questa sua avventura c’è che, comunque vada, sarà necessario ancora di più un cambio ai vertici del PdL: e non certo secondo i dettami del senatore Nessa, che ha già avuto modo di consacrare il consigliere regionale Chiarelli come suo successore al coordinamento cittadino. Il partito sicuramente chiederà a gran voce un nome nuovo che non risponda a nessuno dei due, anzi, che sia il più possibile affrancato dalla loro influenza (e Pino Pulito potrebbe avere ottime chance, se non altro per acclamazione popolare, a patto che dimostri con i fatti di avere una sua personalità politica matura e indipendente, insieme a Leonardo Conserva, che possiede tutta una serie di qualità che ben pochi possono vantare). Chiarelli, impegnato e distratto su altri fronti e su altri impicci, a detta di molti non ha costituito certo un vantaggio per Marraffa, anzi. Marraffa è l’uomo giusto nel momento sbagliato: paga gli attacchi personali (parecchio vigliacchi), lo scotto dei quattro anni bui di Palazzo e un sentimento di antipolitica così diffuso che anche i martinesi, per disperazione e protesta, hanno votato a sinistra. E Ancona è parecchio a sinistra: non siamo certo di fronte a un moderato, intellettuale e illuminato come l’ex sindaco Margiotta. Ma tant’è: Palazzo ducale è già rosa di suo a causa di un restauro sbagliato, al più, male che vada, diventerà rosso. Già ora i Comunisti italiani, in una nota stampa, hanno rivendicato il loro aiuto “fondamentale” al vantaggio del candidato, e siamo ancora al ballottaggio, figuriamoci in un eventuale dopo. Anche nella rive gauche della politica martinese ci sarà di sicuro un cambio al vertice, quello del Pd, visto che la segretaria Nunzia Convertini dovrà lasciare il suo ruolo di segretaria, con sollievo di molti a quanto pare, per ricoprire quello di consigliere comunale. Qualunque siano gli esiti del ballottaggio, speriamo almeno che riescano a emergere quei giovani (e ce ne sono molti e validi sia da una parte che dall’altra) che costituiscono il vero valore aggiunto di un sistema di partiti in equilibrio già precario in partenza.


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