Il Senatore raccoglie la sfida del rinnovamento e investe sui volti nuovi, veri protagonisti di questa campagna elettorale: a loro la leadership del nuovo coordinamento cittadino martinese
Le crisi rappresentano un’opportunità di crescita e un’incubatrice formidabile di nuove idee. Senatore, è d’accordo?
«Dopo i risultati delle amministrative martinesi, che hanno visto la vittoria del centrosinistra, è necessario fermarsi a ragionare e se necessario mettersi in discussione. Come commissario cittadino del PdL devo necessariamente pensare al ricambio complessivo della classe dirigente piuttosto che dare spazio alle leadership individuali, e questo va fatto non soltanto a livello locale ma anche in una prospettiva più ampia. Penso che i giovani siano i volani della rinascita: di questa campagna elettorale martinese prendiamo il buono, e il buono in questo momento sono principalmente i giovani, oltre che naturalmente quel nucleo di elettori che ha voluto riconfermare la fiducia nei nostri confronti.»
In che modo ha pensato di coinvolgere i giovani e di valorizzarli?
«Innanzi tutto riconfermeremo uno spazio fisico, quello che finora ha ospitato il “cantiere” di Marraffa, proprio per permettere a questi ragazzi di avere un luogo dove poter incontrarsi e lavorare. Dico lavorare perché ci sarà da rimettere in circolo energie e risorse per la crescita. Ritengo che questo sia il modo migliore per tornare a giocare in attacco.»
Sappiamo che a breve ci sarà la necessità di indicare una nuova dirigenza del partito, di cui Lei ora è Commissario cittadino: al netto di doppi incarichi, chi prenderà la guida del PdL martinese?
«Sarà proprio il gruppo di ragazzi impegnati in questo cantiere di nome e di fatto a indicare una coppia di coordinatori cittadini, sempre nel pieno rispetto della par condicio. Sono rimasto molto colpito dall’entusiasmo di questi giovani e dalla loro coerenza, sia nei momenti in cui era facile mantenere alto l’umore, ma anche nei momenti più difficili. Parlo di ragazzi molto preparati e consapevoli, che ringrazio per l’apporto di energie e di coinvolgimento emotivo.»
Abbiamo parlato di addetti ai lavori, ma quali saranno le strategie per riprendere campo in termini di voti?
«Bisogna ragionare sui numeri. Dobbiamo ripartire dal nostro patrimonio, confermato in questa tornata, di 14.000 voti e riconquistare quell’elettorato che in questa competizione si è astenuto dal voto. Il mio obiettivo è di coinvolgere quella componente ampia di moderati che ora, a livello macroscopico, si identifica con il Partito Popolare Europeo. D’altronde anche il PdL nazionale va in questa direzione: sicuramente ci sarà un cambio di nome, accompagnato da volti nuovi, rispettando i valori e le aspettative di profondo e autentico rinnovamento di chi crede nel nostro progetto politico. Non ci interessano le alleanze gattopardesche né fare da paravento a operazioni di finto rinnovamento, giusto per dire “tutto cambi affinché niente cambi”.»