Accusato di voto di scambio, il consigliere regionale del PDL è stato prosciolto dal GIP Antonia Martalò, e il suo caso archiviato: «Questa è la fine di un incubo, - ha commentato- ma ho sofferto molto»
Tira più di un sospiro di sollievo il consigliere regionale Gianfranco Chiarelli e a buona ragione. L’esponente del PDL era accusato di aver chiesto voti a esponenti del clan Scarci del rione Salinella di Taranto e di aver pagato 15.000 euro per la diffusione di materiale elettorale durante la campagna elettorale del 2010, accuse poi ridimensionate nel corso di un incidente probatorio. “Nessun dubbio circa la totale assenza di responsabilità”, recita un comunicato stampa del Consigliere, prosciolto dal GIP Antonia Martalò, “nessun accordo con la mala, nessuna contiguità con la mafia, come pure per circa un anno si è cercato di far credere con una campagna di vero e proprio sciacallaggio”. Happy end dunque per una storia che rischiava di compromettere fortemente la carriera politica di Chiarelli, che, dopo la riconferma alle scorse regionali, ha attraversato certamente uno dei suoi periodi peggiori, pur ottenendo però la carica tanto agognata di referente cittadino per il partito nella città di Martina Franca: una vittoria che lo ha consolato politicamente, soprattutto dopo le scorse comunali, ma che ben poco avrà sortito umanamente. “Fine di un incubo – continua il comunicato - per il consigliere regionale a cui nessuno, comunque, potrà ripagare le sofferenze che, soprattutto sul piano dei rapporti personali, ha dovuto patire in attesa che fosse chiarita la sua posizione”.