Uno strascico velenoso ha segnato la fine del consiglio comunale monotematico sull’ufficio di staff del Sindaco
Non sono mai stati una grande attrazione popolare i consigli comunali. Se si esclude quello di insediamento, gli altri sono quasi sempre deserti. La gente preferisce rimanere a casa, soprattutto in giorni come questi, quando la tramontana deterge a specchio il cielo della Valle d’Itria dalle nuvole ma non l’aula consigliare dai suoi spettacoli poco edificanti. Sarà per la presenza dei media (a proposito chi vuole seguire i lavori può farlo sintonizzandosi sul canale 889 di TL Martina), ma molto spesso i consigli comunali vengono utilizzati come una semplice “vetrina” nella quale però, a volte, viene esposto un prodotto scadente. L’ultimo caso è quello di martedì scorso, un consiglio convocato su richiesta dell’opposizione e chiuso con uno “sgarbo” da parte di alcuni consiglieri di maggioranza che hanno abbandonato l’aula mentre era in corso l’intervento del loro collega Pino Pulito. Scambio reciproco di accuse che non è finito tra le mura di Palazzo di città, ma è continuato a mezzo comunicati stampa. Il primo è stato proprio quello di Pino Pulito per il quale «democrazia ed educazione non abitano a Palazzo Ducale; in compenso però c'è tanta incompetenza; non riesco a definire diversamente – spiega Pulito- quanto emerso dall'ultima seduta del consiglio comunale di Martina Franca, con all'ordine del giorno la questione staff del sindaco». «L'amministrazione Ancona – continua Pulito - mette in evidenza, per l'ennesima volta, l'assoluta incompetenza e la superficialità con cui licenzia provvedimenti di grande rilevanza per la città. Ma, se per la questione Imu si poteva accettare la tesi del mero errore materiale, per l'inquadramento dello staff del sindaco non possiamo che ipotizzare una chiara volontà di ignorare le pur precise disposizioni normative. Dall'opposizione abbiamo lanciato un salvagente all’amministrazione proponendo un ordine del giorno per sanare le irregolarità. Per tutta risposta il presidente del consiglio comunale, con insolito rigore, mai messo in campo in altre occasioni, ha eccepito questioni formali relative ai tempi di presentazione della proposta impedendone la discussione in aula; quando infine ho iniziato a leggere, in forma di intervento, il documento, molti esponenti della maggioranza hanno abbandonato l'aula, fuggendo letteralmente via, per evitare il confronto, incapaci evidentemente di fornire una qualunque ragionevole risposta alle nostre legittime contestazioni, e causando quindi lo scioglimento del consiglio per mancanza del numero legale. L'amministrazione del rinnovamento e del confronto, mostra il suo vero volto rifiutando il dialogo, e agendo contro ogni elementare norma di democrazia e di pura e semplice educazione. I Martinesi –conclude infine Pulito- ne prendano atto». Non si è fatta attendere la risposta della maggioranza per la quale, a stretto giro, è intervenuto Martino Carrieri, capogruppo del Movimento per Vendola e SEL: «Sono sbalordito per la grande capacità demagogica e strumentale dimostrata nell’ultimo Consiglio comunale da parte dell’opposizione. Un dibattito, anzitutto, inconcepibile nella forma scelta: un monotematico costato “solo” (come direbbe qualcuno) migliaia di euro ai martinesi (e meno male che dai banchi della maggioranza si è levata la proposta di rinunciare al gettone di presenza!!). Uno spreco di denaro pubblico, una vera bestemmia in tempi di spending review. Nella conferenza dei capigruppo dello scorso 21 novembre avevamo proposto di parlarne sì, ma utilizzando strumenti più “economici” e sicuramente più corretti, come potevano essere un’interrogazione o un’interpellanza. E poi con quale coraggio può criticare le scelte del sindaco chi, negli anni precedenti, spendeva esattamente il doppio per lo staff?! Con quale onestà intellettuale può criticare il metodo (consistito nel rispetto delle formalità dettate dall’art. 90 del T.U. 267/2000 e dall’art. 85, c.3 del Regolamento commissariale del 12 gennaio scorso) chi, negli anni precedenti, conosceva a mala pena il senso delle procedure ad evidenza pubblica e non era certo esempio di trasparenza?! Con quale senso della legalità arriva a proporre un ordine del giorno direttamente in Consiglio (in palese contrasto con l’art. 28 del nostro Statuto) chi aveva avuto un mese per farlo?! L’opposizione ha dimostrato una volta in più la propria volontà di proseguire con un atteggiamento propagandistico, in totale spregio del buon senso. Ma non doveva essere “costruttiva”?! Qualcuno non gradisce che si rispettino le regole. Se ne faccia una ragione. Questa maggioranza sta tentando con tutte le proprie forze di invertire la rotta degli ultimi anni. Il percorso è ancora lungo e pieno di insidie, -conclude Carrieri- ma non sarà interrotto».