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Luigi Tosti: Tutti gli altri me

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

18
MAG
2012

 

Uno scrittore che fa vivere le sue passioni nelle pagine che scrive, dando vita a personaggi e generi diversi che però un po’ gli somigliano  
 
Luigi Tosti, trentottenne di Corato, in provincia di Bari, è redattore di una testata giornalistica locale e scrittore. Il suo esordio letterario risale al 2007, anno in cui pubblica “L’esplorazione dell’Universo”, un saggio in materia astronomica edito da Edarc Edizioni Firenze. L’astronomia è infatti una delle sue grandi passioni, insieme alla pittura e alla musica house, underground e techno.
Il tuo primo libro è stato molto apprezzato dai comitati di lettura per lo stile fluido e facilmente comprensibile che rende l’argomento trattato accessibile a un lettore qualunque, non necessariamente “esperto” di astronomia. Descrivi tutto ciò che esiste nello spazio, partendo dal sistema solare e finendo agli astri di ogni tipo per poi concludere il libro con alcuni riferimenti agli ufo ed all’astrologia…
«Descrivere tutto ciò che esiste in natura in una risposta, specialmente se parliamo dell'universo, sarebbe troppo lungo. Già se ci limitiamo al nostro sistema solare parlando di una sola stella – il sole appunto – dei pianeti e i loro satelliti, ebbene, ognuno di essi ha delle caratteristiche peculiari che li differenzia dagli altri. Nel testo sono anche citati argomenti fondamentali in astronomia, quali la materia oscura, il big bang, la relatività, e tutte le 88 costellazioni riconosciute nelle tavole ufficiali. Ho voluto concludere il libro con l'astrologia e l'ufologia poiché sono argomenti che contrastano con la scienza applicata. L'astronomia è fatta di studio e ricerca, con prove indiscutibili raccolte nelle missioni spaziali umane e automatiche. In astrologia e ufologia sappiamo che non esistono prove decisive che dimostrino la credibilità assoluta degli argomenti trattati; congetture, ipotesi e previsioni è meglio lasciarle nel mondo della fantasia. Molto sinteticamente è questo il contenuto del mio primo libro. »
Il 2008 è l’anno di “Pactio Secreta” edito da Ipertesto Edizioni Verona. Diciamo che si tratta a tutti gli effetti del tuo primo romanzo. Ti cimenti con un racconto thriller-esoterico che ruota attorno a Castel del Monte, uno dei luoghi più misteriosi situato proprio in Puglia. Questo tuo libro nel 2009 si aggiudica la menzione d’onore al Premio Letterario Nazionale “Osservatorio” e nel 2009/2010 riceve un diploma di merito al Premio nazionale di Poesia e Narrativa “Alberoandronico” Roma….
«Il salto dal saggio al romanzo fatto con “Pactio Secreta” lo posso definire un indiscutibile successo. Il racconto è stato apprezzato per la complessità del significato storico, ma al contempo descritto con grande fluidità, quindi di piacevole lettura. Devo dire che mi sono anche divertito a scrivere questo romanzo, dato che andavo a toccare argomenti che mi interessano parecchio. Per dare un velo di mistero, ma anche una bella dose di interesse, ho legato il castello – principale protagonista nel romanzo – a uno dei più famosi disegni di Leonardo Da Vinci: l'uomo vitruviano. Usando non poco la fantasia ho cercato, e infine trovato, molte coesioni fra il maniero e il disegno, tanto da far risultare l'opera di Leonardo come l'esatta planimetria del Castel del Monte. Non posso ovviamente rivelare l'intero scenario poiché, trattandosi di un thriller, meno si svela meglio è, tuttavia, per dare qualche indicazione, pensiamo alle forme geometriche in cui l'uomo è racchiuso: il quadrato e il cerchio. Ebbene, l'ottagono, la forma tipica e ricorrente nel Castel del Monte, è la figura intermedia fra il quadrato e il cerchio. Un altro indizio che lega l'uomo vitruviano al castello è il numero degli arti: otto, esattamente come ci sono otto torri intorno al maniero, otto lati e otto stanze per livello; non occorre che aggiunga altro. Forse è stato proprio questo fascino racchiuso nelle pagine di “Pactio Secreta” a premiare l'opera con due riconoscimenti a livello nazionale: a Bari e l'anno successivo a Roma. »
Oltre a portare questi prestigiosi riconoscimenti, il 2009 è l’anno di “Errare Humanum Est” edito sempre da Ipertesto Edizioni. Questa volta proponi dei racconti tragicomici rivelando un’indiscussa abilità nel destreggiarti col genere satirico-demenziale, e concludi il libro addirittura con un vocabolario “in versione strampalata” decisamente imperdibile! 
«Esattamente! Anche scrivendo questo testo mi sono divertito parecchio, ma devo confessare che non pensavo assolutamente a pubblicarlo. L'edizione è giunta quasi per caso. In pratica mi sbizzarrivo a scrivere brevi racconti distorcendoli in chiave comica – per dare un'idea – in stile “Fantozzi”. Giusto per curiosità presentai questa raccolta allo stesso editore di “Pactio Secreta”, il quale non ci pensò due volte a propormi la pubblicazione. Il riconoscimento che ho poi ricevuto a un concorso nazionale per questo piccolo testo gli ha dato ragione. Ricordo che lo presentai in occasione della manifestazione culturale “Opere di vita”, nel mese di dicembre. Lo stesso editore era presente all'anteprima del libro, da Verona, attraversò l'Italia per essere diretto testimone, nonché avallante – diciamo così – dell'opera. »
E non dimentichiamo che anche “Errare Humanum Est” si aggiudica un diploma di merito alla XX Edizione del Premio Nazionale di Letteratura “Parole e Immagini”…
«Esatto. Come ho detto e come faccio con ogni opera che pubblico, ci tenevo a un'analisi del testo, che nel caso dei concorsi nazionali è molto selettiva e rigorosa, come si sa. Partecipai a questo Premio che si tenne in provincia di Cuneo e giunsi finalista. Inoltre, d'accordo con l'editore, approvai la partecipazione al prestigioso Premio Settembrini e anche qui venne selezionato. Non avrei mai pensato che un libro non previsto e nato per caso conseguisse tali risultati. »
Nel 2010 ti cimenti con il romanzo storico–fantasy “Sangue Seleucide” edito dal Gruppo Albatros, che risulta finalista alla IX Edizione del Premio Nazionale di Letteratura e Teatro “Nicola Martinucci” (Valenzano 2011), si classifica terzo alla XX Edizione del Premio Internazionale di Letteratura “Tulliola” (Formia 2011) e verrà proposto come libro di narrativa a un liceo classico…
«E’ un racconto molto sentito, che ha stimolato i sentimenti di chi lo ha letto. Per scrivere e completare questo romanzo è stato necessario eseguire un lungo studio durato ben nove mesi. Il significato di “Sangue Seleucide”, racchiuso nella pagina dell'epilogo, sintetizza valori quali il coraggio, la lealtà, il sacrificio e l'amore. Potrebbe apparire banale, ma non pensiamo mai che ciò che siamo noi oggi, la nostra cultura, il nostro modo di parlare, lo dobbiamo a uomini che hanno combattuto e si sono sacrificati per difendere ciò che ad essi apparteneva e che a noi appartiene ora a distanza di oltre due millenni. Due episodi chiave nella storia hanno sancito la nostra cultura: la strenua difesa di Leonida con i suoi spartani al passo delle Termopili e, dopo un secolo, la grande campagna di conquista a opera di Alessandro Magno. Il primo ha impedito ai Persiani di portare all'estinzione la cultura greca, base della nostra cultura; diversamente la nostra lingua attuale sarebbe stata molto differente. Il secondo ha diffuso la cultura ellenistica in tutto il Mediterraneo orientale. Sono stati questi uomini con i loro soldati a ispirare “Sangue Seleucide” e al loro ricordo è rivolta l'essenza del romanzo. E’come se essi vivessero ancora all'interno del libro e in un certo senso è così: l’eroico sacrificio gli ha reso l'immortalità. Anche se può sembrare assurdo, mi è sembrato di parlare con loro scrivendo “Sangue Seleucide”; si tratta di una sensazione che avverte il narratore quando immerge la sua anima, tutto il suo essere nel romanzo. In pratica il narratore “vive” il romanzo, e ciò trasmigra poi al lettore. Come si può notare l'argomento richiama a 360 gradi le materie classiche, ragion per cui un docente proporrà “Sangue Seleucide” come libro di narrativa alle quarte e quinte classi di un liceo classico. Una bella soddisfazione, oltre - senza dubbio - ai premi vinti con quest'opera, specialmente con un terzo piazzamento assoluto a un concorso di livello internazionale. »
Nel 2011 arriva la II Edizione rivista ed aggiornata di “L’Esplorazione dell’Universo” ed esce il tuo terzo romanzo, genere storico questa volta, “Nove giorni alle calende di settembre” che si ispira all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Ed attualmente è in fase di lavorazione il thriller “Il Marchio del Supplizio”. E’ disarmante la tua capacità di proporre romanzi di generi differenti scritti con uno stile inconfondibile che ottengono tutti riconoscimenti importanti nel panorama letterario!
«Per quanto riguarda “L'esplorazione dell'universo” si è trattato solo di aggiornarlo con le nuove scoperte degli ultimi cinque anni. Ritengo che per scrivere un romanzo di interesse occorre essere profondo conoscitore dell'argomento che si va a descrivere, e per mia buona sorte di interessi ne annovero parecchi; per questa ragione mi è relativamente semplice effettuare salti da una disciplina all'altra, anche se è naturale che non si finisce mai di imparare. Quel che conta è la passione e la perseveranza, e ogni successo ottenuto stimola a dare sempre il meglio di sé.»
Un’altra tua passione è il teatro.  Sei arrivato terzo ad un concorso teatrale il “Premio Antonio Chieppa” al quale hai preso parte con un monologo brillante “AAA cercasi lavoro”…
«Quella del teatro è stata una nuova esperienza. Puntualizzo che non sono capace di recitare, quello che so fare bene è scrivere, perciò ho estrapolato uno dei racconti da “Errare Humanum Est” e l'ho modificato in un monologo teatrale. Il testo, intitolato “AAA cercasi lavoro”, è stato interpretato con grande maestria da un'attrice teatrale mia amica – Pia Ferrante – a un concorso per assoli comici indetto dall'associazione Teatro Mimesis di Trani: il Premio Antonio Chieppa. Il monologo è stato elogiato sia dalla commissione esaminatrice, nella fattispecie la FITA (Federazione Italiana Teatro Amatoriale) e dal pubblico in sala che ha assistito alla performance di Pia. Il risultato è stato un terzo posto, un risultato lodevole se consideriamo che è stato il mio debutto nel campo del teatro.»
Sei Presidente dell’Associazione Culturale “Forum degli Autori” nata nel 2011 in seguito ad alcuni incontri realizzati presso la biblioteca comunale di Corato (Bari). Vi avvalete della preziosa collaborazione della Consulta della Cultura, Pro Loco, Amministrazione comunale, emittenti televisive e radiofoniche, testate Giornalistiche, col chiaro intento di diffondere la cultura attraverso il libro ed il pensiero…
«Il Forum degli Autori è una realtà che ci auguriamo consegua sempre maggiori consensi nel campo della cultura. Essere la figura che rappresenta un circolo di stampo culturale è una grossa responsabilità. I soci hanno rivolto su di me tutta la loro fiducia eleggendomi presidente e di questo li ringrazio, ragion per cui sono determinato ad accrescere il prestigio del Forum con iniziative culturali di grande spessore. Abbiamo la fortuna di contare sulla preziosa collaborazione dei media, dell'amministrazione, di enti pubblici e privati e anche di altre associazioni storiche. Nella fattispecie desidero ringraziare la Pro Loco nella persona del suo presidente Gerardo Strippoli, il quale ha concesso un vitale contributo per la realizzazione del Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Città del libro” da me proposto. In questa prima edizione, che ho personalmente organizzato, abbiamo già avuto una grossa partecipazione da ogni parte d'Italia. L’intento è appunto di stimolare e/o avvicinare i giovani al libro e alla scrittura in generale, dando un valore altrimenti perso al talento che se non incentivato finirebbe per naufragare. C’è tempo fino al 31 maggio per partecipare. Il bando completo è visionabile nel sito dell’associazione, tra gli eventi. Nel nostro paese si legge poco, è un dato di fatto; lavoreremo per contribuire a un'inversione di tendenza.»
“Amo scrivere perché quando lo faccio vivo in ciò che scrivo. In quei momenti sono libero, è una vita immaginaria che va avanti secondo ciò che mi dice il cuore, l'unico mondo in cui accade solo ciò che è nei miei desideri.” 
«Non si tratta di un motto, ma della mia tecnica di narrazione; gli ho solo dato un tocco poetico per farlo apparire come tale. Ho il vizio di scrivere per enigmi: voglio dire, il messaggio che trasmetto a chi legge deve essere letto dall'anima oltre che dalla mente. Perché questo? Perché io vedo il libro come un oggetto “vivente”, con un cuore che batte, dotato di emozioni e sentimenti: quelli dei protagonisti – anche se di fantasia – e soprattutto quelli dello scrittore. Le normali regole per l'editoria, tipo la punteggiatura, i dialoghi, l'impaginazione eccetera riguardano la parte meccanica e tecnica della narrazione. Usando solo queste regole il libro – seppur privo di errori e perfetto nella sintassi – non potrà mai essere completo a mio parere. Il romanzo deve contenere la parte più importante: un animo dove risiedano sentimenti ed emozioni che poi vengono trasmessi al lettore. Può apparire un discorso filosofico, ma è sufficiente un banale paragone per capire il mio punto di vista: esiste un'abissale differenza fra il sesso e il fare l'amore, dato che il primo è solo un atto meccanico, il secondo è un effluvio di emozioni che i partner si trasmettono e che riescono a percepire. Ecco, sono proprio questi sentimenti, queste emozioni che il lettore deve percepire quando legge e non mi riferisco solo all'amore o alla commozione, ma anche a sensazioni, sentimenti più forti come la rabbia o l'adrenalina. Con questo “motto” voglio dire che non faccio altro che immaginarmi la scena che mi accingo a scrivere come se la stessi vivendo, e mi chiedo: cosa farei adesso se fossi quel personaggio? Cosa mi aspetto che accada? Cosa ho paura che accada? Le risposte arrivano da dentro. Non si tratta di ragionamento, ma di un vissuto immaginario. Quando mi dicono che i personaggi dei miei libri mi somigliano io sono soddisfatto, per il semplice motivo che il libro che ho scritto è riuscito a trasmettere il mio essere, con tutto il bagaglio dei miei sentimenti, a chi lo ha letto. Questa è la mia tecnica basilare, però ne ho altre per riuscire a incollare il lettore e che non ho ragioni di svelare. Altrimenti esisterebbero molti altri Luigi Tosti, non credi?»
 


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