“Scrivo per passione e per dovere”: si apre con questa lapidaria affermazione la scheda biografica, contenuta nel suo blog “Il futuro non è più quello di una volta”, con la quale Pino Bruno, che dal settembre 2013 dirige l’edizione italiana di Tom’s Hardware, la pubblicazione on line più specializzata nel settore delle tecnologie, racconta le sue esperienze (vedi riquadro).
Alla passione e alla competenza che da sempre caratterizzano l’intensa attività di giornalista si accompagnano l’altissimo senso di responsabilità, l’equilibrio e la ferma convinzione degli straordinari cambiamenti che il mondo digitale ha impresso nella nostra vita e, pertanto, la necessità di conoscere, saper usare la Rete per attraversarla e viverla nel modo più corretto, evitando di cadere nelle trappole e nei rischi che ne compromettono la sua efficacia comunicativa. La storia dell’umanità è stata caratterizzata dal desiderio di comunicare perseguendo tre obiettivi fondamentali: raggiungere più persone possibili, nel più breve tempo e con la massima precisione. Oggi grazie alla Rete, utilizzata con consapevolezza, senso di responsabilità e spirito critico, libero e creativo, questo desiderio è stato esaudito. Si tratta di affrontare una sfida culturale che conduca uomini e donne, uno per uno, lungo il percorso di appropriazione di tutti quegli strumenti che favoriscano il pieno possesso del web. E’ in questa direzione che si muove l’azione culturale condotta da Pino Bruno a cui questa settimana abbiamo proposto il questionario proustiano.
Qual è oggi la sfida più difficile per un giornalista che ha attraversato la linea cartaceo/digitale?
«Quella di sempre: aggiornarsi, aggiornarsi, aggiornarsi; lèggere, lèggere lèggere; studiare, studiare, studiare; mai sedersi sugli allori».
Quanto pesano le parole di un giornalista sulla carta e quanto nel web?
«Le parole pesano sempre e comunque, a prescindere dal mezzo che le veicola».
Qual è l'aspetto più creativo di un giornalista che comunque deve rendere conto dei fatti?
«Attingere alla cultura personale. Spesso la cronaca, la vita reale, riporta alla letteratura, alle cose che hai letto. Ti si offre una chiave di lettura inedita, ti aiuta a comprendere meglio le cose che sono accadute».
Qual è l'esperienza giornalistica che ti ha maggiormente segnato?
«I miei anni da inviato di guerra».
C'è un servizio o un'intervista che ti sarebbe piaciuto fare ma che non hai potuto realizzare?
«Sì, avrei chiacchierato volentieri con Steve Jobs».
Lèggere per te....
«È tutto (insieme con lo scrivere)».
Scrivere per te...
«È tutto (insieme con il lèggere)».
Il tratto principale del tuo carattere?
«Rompiscatole».
La qualità che desideri in un uomo?
«Lealtà».
La qualità che desideri in una donna?
«Idem».
Quello che apprezzi di più nei tuoi amici?
«Affetto».
Il tuo principale difetto ?
«Sono permaloso assai».
La tua occupazione preferita?
«Leggere, scrivere, ascoltare buona musica, camminare».
Il tuo sogno di felicità?
«Un Paese più giusto ed equo».
Quale sarebbe per te la tua più grande disgrazia?
«Perdere la lucidità».
Quello che vorresti essere?
«Un bravo giornalista».
Il paese nel quale vorresti vivere.
«La Francia».
Il colore preferito?
«Blu».
L'uccello che preferisci?
«L’aquila».
Il fiore che ami?
«La rosa».
Gli autori in prosa che preferisci?
«George Orwell, Jack London, Simenon e mille altri ancora».
I poeti che preferisci?
«Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Neruda e pochi altri ancora».
I personaggi letterari che preferisci?
«Maigret, Pepe Carvalho, Montalbano, Charitos e mille altri ancora».
I tuoi eroi nella vita reale?
«”Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. (B. Brecht)».
Quello che detesti più di tutto?
«La perfidia».
I personaggi storici che disprezzi di più?
«I soliti noti (Hitler, Mussolini, Stalin…)».
Il dono di natura che vorresti avere?
«Un po’ più di intelligenza».
Come vorresti morire?
«Di colpo, in un attimo, senza soffrire».
Stato attuale del tuo animo?
«Adelante cum juicio».
Le colpe che ti ispirano maggiore indulgenza?
«Chi ruba perché ha fame ha tutta la mia indulgenza».
Il tuo motto?
«Sempre più spesso mi accorgo di avere opinioni che non condivido».