Quando uno spettacolo diventa un momento di promozione vocazionale. Va in scena “Il Silenzio”, che punta i riflettori sulle parole, le emozioni e i pensieri di donne che hanno scelto la clausura
Siamo abituarti a parlare della donna come manager, mamma, moglie, o a discure e cercare di risolvere il problematica sociale del femminicidio. Ma ci siamo mai soffermati o chiesti cosa prova, o cosa pensa una donna che sceglie la vita religiosa o addirittura monacale?
A sciogliere ogni dubbio o curiosità l’inchiesta di Giampiero Beltotto, “Il Silenzio” da cui è tratta l’omonima messa in scena teatrale, a cura del regista Alfredo Traversa. L’opera, che anche in scena tiene fede alla veridicità dell’inchiesta, rappresenta il contrasto, solo apparente, tra il fuori e il dentro, tra la vita pubblica e quella di clausura: le attrici prestano loro il corpo, dando allo spettatore la possibilità di 'visitare' un mondo che esiste per davvero.