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Riccamente differenti/ Le lingue ti aprono un mondo

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

24
OTT
2014
Non è ufficialmente capitale della cultura, ma Lecce rimane un cantiere in continuo fermento. Il quartiere Leuca ospita una serie di corsi per promuovere conoscenza e scambio tra le comunità
 
Vuoi immergerti in una cultura diversa da quella che hai “abitato” sin dalla nascita? Esplorane la lingua. Studiala, “masticala”, confrontati con chi la parla abitualmente e il gioco è fatto (o comunque, sei già a un buon punto). Assaporare un idioma che non sia il proprio è come un grimaldello capace di scardinare porte e confini, dischiudendo nuovi spazi, geografici e mentali. Così è nato il progetto Passepartout, che, dal 26 ottobre fino al 30 novembre, porterà avanti una serie di corsi di lingue gratuiti e aperti a tutti. 
L’iniziativa, ideata dall’associazione salentina Meticcia in collaborazione con LUA (Laboratorio Urbano Aperto) e Manifatture Knos, rientra nel vasto e articolato programma di Rigenerazione Urbana che vede protagonista da alcuni anni il popoloso e multietnico quartiere Leuca di Lecce. Passepartout è patrocinato dall’Unione Europea dal Comune di Lecce, da Lecce 2019 e dalla Regione Puglia.
Albanese, wolof, swahili, hindi, arabo, italiano L2. Queste le lingue che sarà possibile studiare nel corso delle lezioni, tenute da docenti madrelingua e arricchite con vademecum e pillole video che verranno proposte durante l’attività didattica. L’obiettivo del progetto è favorire e migliorare la reciproca conoscenza e comprensione tra italiani e migranti che abitano e animano il quartiere Leuca. Solo così, infatti, è possibile attivare un autentico (e proficuo per entrambi) scambio. Ogni comunità cambia pelle e si arricchisce esponendosi alle differenze, dialogando con l’alterità, e non tentando di appiattire le peculiarità attraverso un’omogeneizzazione forzata che, inevitabilmente, svilisce e impoverisce entrambe le componenti. 
In ogni città si può riconoscere un quartiere particolarmente fertile al cambiamento socio-culturale. Una sorta di “incubatrice”, capace di svelare, o comunque suggerire, in anticipo, quale sarà la “fisionomia” del territorio nel futuro prossimo. Nel caso di Lecce, l’area “pioniera” della trasformazione è certamente il quartiere Leuca, ormai da cinque anni  “teatro” del Laboratorio del Piano di rigenerazione urbana promosso dalla Regione. L’iniziativa, nata dalla volontà di migliorare le condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali, si è articolata negli anni attraverso una serie di iniziative. Tra le più recenti, l’Orchestra popolare di via Leuca, promossa dall’associazione culturale Papagna, che ha debuttato in pubblico lo scorso giugno, al termine di un percorso di preparazione costituito da seminari e workshop dedicati al mondo della musica e allo scambio interculturale. Il modello di riferimento, in questo caso, è stato quello dell’ Orchestra di Piazza Vittorio di Roma.
Il capoluogo salentino si conferma quindi un cantiere in continuo fermento, un crocevia capace di far incontrare umanità e immaginari anche molto diversi, ma reciprocamente ricettivi, e quindi in grado di lavorare su progetti comuni e condivisi. Nello specifico, rispetto alla globalità d’iniziative culturali e di promozione sociale che interessano Lecce, sicuramente quelle che fanno riferimento al quartiere Leuca restano spesso sottotraccia, o comunque sembrano avere poco appeal agli occhi del sistema mediatico locale. Inevitabilmente, se si sceglie, come in questo caso, di non puntare sul sensazionalismo ma sulla qualità, “bucare” il muro dell’attenzione è più difficile, ma certamente molto più gratificante. Perché sono realtà come questa, capaci di germogliare e fruttificare negli anni, con tenacia e costanza innaffiate proprio dal silenzio, a rendere Lecce, al di là di tutto, un luogo fecondo. Anche al di là di nomine ufficiali. 
 
 
 
 
 
 


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