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Guglielmo Motolese/A voi parlerò di Dio

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

30
GEN
2015
Fondò la Cittadella della Carità e numerose chiese. Nel decimo anniversario dalla scomparsa dell’Arcivescovo, un ricordo della sua vita e delle sue opere 
                                             
 
Nel decimo anniversario dalla scomparsa dell’Arcivescovo emerito di Taranto Guglielmo Motolese, avvenuta a Taranto il 5 giugno 2005, vogliamo rivolgere un pensiero alla sua memoria, per quanto ha fatto per la sua Diocesi, per la Chiesa e, in particolare, per Taranto. 
Mons. Guglielmo Motolese nasce a Martina Franca il 5 novembre del 1910, in una famiglia di ricchi proprietari terrieri. Figlio di Paolo e Luisa Basile; aveva 7 fratelli.
Il primogenito Alberico, nato nel 1902 e deceduto nel 1991: fu Sindaco di Martina Franca per 20 anni, deputato DC dal 1948, fondatore della Associazione Allevatori dei Cavalli Murgesi e dell’asino di Martina Franca.
Il secondogenito Alfonso, nato 1904 e deceduto nel 1972; si laureò in medicina e aprì uno studio oculistico a Martina Franca; fu il primo sindaco della Città, dopo il ventennio fascista, nonché deputato della Costituente.
Monsignor Guglielmo Motolese non seguì le orme paterne o dei fratelli maggiori, ma si consacrò alla vita religiosa. Dopo l’ordinazione sacerdotale e dopo aver conseguito la licenza in Sacra Teologia, nel 1941 conseguì la laurea in diritto civile e canonico in utroque iure (in ambo i diritti), presso il Pontificio Istituto Utriusque Iuris di Roma, con una tesi sulla riforme Tridentina (concilio di Trento) e sull’Arcivescovo Lelio Brancaccio (1537/1599, Arcivescovo di Taranto dal 1574 al 1599).
Nel 1945 Guglielmo Motolese venne chiamato dall’Arcivescovo di Taranto Ferdinando Bernardi, a fare le funzioni di suo vicario generale. 
Il 21 giugno 1952 venne nominato da Papa Pio XII, Vescovo ausiliare di Taranto e il 7 ottobre dello stesso anno fu consacrato Vescovo dal Cardinale Adeodato Giovanni Piazza. Fu anche amministratore apostolico (sede plena) della Diocesi di Castellaneta dal 21 novembre 1956 al 21 novembre 1957 e dell’Arcidiocesi di Taranto dal 23 settembre 1957 fino alla morte dell’Arcivescovo Ferdinando Bernardi (1874/1961). L’11 febbraio 1962, Papa Giovanni XXIII lo nominò Arcivescovo di Taranto. 
Fu amministratore apostolico della sede vacante di Castellaneta, che dal 14 maggio 1974 al 27 settembre 1980, venne unita in persona episcopi alla cattedra di Taranto.
L’Arcivescovo Motolese, dal 1973 al 1987, fu anche Presidente della Conferenza episcopale pugliese e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana. 
Dal 1976 al 1981 ebbe anche l’incarico di dirigere la Caritas Italiana.
Nel 1987, per limiti di età, presentò le sue dimissioni e il 21 novembre dello stesso anno lasciò la sua diocesi al successore, l’Arcivescovo Salvatore De Giorgi.
 
Monsignor Alessandro Greco, Vicario Generale dell’Arcidiocesi, lo ha ricordato mettendo in evidenza come Mons. Motolese riuscì a portare importanti cambiamenti nella diocesi “perché il Concilio aveva prima di tutto cambiato lui”. Il ricordo di Mons. Greco è passato attraverso la testimonianza di decenni trascorsi al suo fianco, nel corso dei quali ha potuto conoscerlo e apprezzarlo. L’Arcivescovo. Motolese, ricorda il Vicario, era una figura austera, distinta, impenetrabile: come era lo stile dei Vescovi prima del Concilio. Ma con lo scorrere del tempo Mons. Motolese cambiò, forse grazie anche al Concilio Vaticano II (1962/1965), a cui partecipò appena nominato Arcivescovo. La figura austera e inavvicinabile diventava progressivamente sempre più paterna, aperta al dialogo, all’ascolto e alla riflessione. Diventò sempre più sensibile verso le necessità dei poveri, dei sofferenti e dei meno abbienti
All’inizio degli anni ’60 a Taranto si insediò l’Italsider. Così anche la Diocesi si sviluppò in senso demografico. Ciò comportò una grande attenzione da parte di Monsignor Motolese verso i nuovi insediamenti e volle che anche lì si costruissero nuove Chiese e nascessero, assieme ai nuovi quartieri, nuove parrocchie (8 a fine anni ’50 e 12 negli anni ’60). Innalzate le Chiese volle che venissero affiancate da “strutture ricreative per ragazzi, affinché potessero giocare e crescere in un ambiente sano e cristiano”. Durante il suo lungo episcopato, a Taranto si costruirono oltre 43 Chiese.
Mons. Motolese si dedicò anche al mondo missionario, per combattere il flagello della lebbra e per dare impulso all’attività evangelizzatrice. Visitò Paesi africani e indiani. Realizzò gemellaggi con la diocesi di Bururi e con la diocesi di Vivijavada, in India, Sull’argomento scriveva: “La mia Diocesi sarà grande quando diventerà missionaria”. 
Fortemente voluto, l’11 febbraio 1965, inaugurò il seminario di Poggio Galeso, al quartiere Paolo VI;
Nel 1964 fece progettare e costruire dall’Architetto Giò Ponti la Concattedrale di Taranto. Nel dicembre 1970, finita l’opera, la consacrandola alla Gran Madre di Dio;
Il 17 ottobre 1988 inaugurò la Cittadella della Carità. Visitata anche da Papa Giovanni Paolo II, nell’ottobre del 1989, è una casa di cura e di riposo. Voluta dallo stesso Mons. Motolese per dare assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti. Quando lasciò la guida della Diocesi si dedicò totalmente alla Cittadella da lui creata, e gli ultimi anni li trascorse così, sempre vicino ai più bisognosi; sempre attento e disponibile ad ascoltare chiunque. Cercando di farsi carico dei problemi delle persone che a lui si rivolgevano.
Monsignor Guglielmo Motolese si spense a Taranto il 5 giugno 2005, all’età di 95 anni. Le sue spoglie riposano nella Concattedrale di Taranto.
 
 


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