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Roberta Di Laura/Quando nasce una stella

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
FEB
2015
A passo di danza verso una carriera da etoile. Da Statte ai più grandi teatri internazionali, la storia di una ragazza che nonostante le punte ha i piedi ben piantati a terra 
 
L’appuntamento con Roberta è in un bar di Statte. La scelta non è casuale perché la cittadina alle porte di Taranto ha dato i natali a questa giovanissima ballerina e qui lei si rifugia nei pochi momenti liberi che la sua ormai avviatissima attività di ballerina le concede. 
Qui vivono infatti la sua famiglia, i suoi genitori, che da subito, intuendo le capacità della loro giovane figlia, l’hanno sostenuta in tutte le maniere per darle la possibilità di studiare a Roma sia all’università che per frequentare stage e master anche di altissimo livello. 
Sono arrivata volutamente in anticipo per avere la possibilità di leggere attentamente il suo curriculum. Corposo e pieno di esperienze di alto livello. Inusuale per una ragazza che ha appena compiuto 22 anni. 
Ci sediamo e davanti a una fumante tazza di the iniziamo la nostra lunga e piacevole conversazione.
E’ molto bella Roberta. Una bellezza semplice, curata. 
Inizio chiedendole subito di dirimermi  questo enigma: come può una ragazza di appena 22 anni aver fatto in poco più di due anni tante esperienze e tutte di così alto livello? Mi risponde con un sorriso e lentamente iniziamo a colloquiare. 
 
Roberta, quando e come hai iniziato a ballare?
«Il mio percorso da ballerina è iniziato quando avevo circa 6 anni. Fin da piccola mi è sempre piaciuto muovermi a ritmo di musica e così, di mia spontanea volontà, ho iniziato a frequentare le lezioni di danza. Fin da questa età ero molto attratta da quest'arte e a differenza di qualche altra bimba che faceva danza solo per hobby, io mi sentivo molto motivata e felice e avevo già una forte passione e il desiderio di diventare da grande una ballerina classica».
 
Cosa ti sta insegnando la danza?
«La danza sicuramente mi insegna una grande disciplina, che richiede impegno, serietà, costanza, spirito di sacrificio, un continuo esercizio fisico e un grande studio, fondamentali in un'arte così difficile. La danza mi ha insegnato a lottare costantemente per realizzare i miei sogni, a non arrendermi mai perché ogni traguardo è un nuovo inizio ed è necessaria una grande determinazione per poter superare i tanti ostacoli e raggiungere le mete prefissate».
 
Quali sono i sacrifici che deve affrontare una ballerina?
«La danza è un'arte che richiede molti sacrifici, innanzitutto un allenamento costante e un grande impegno personale ed economico. Se si sceglie di percorrere questa strada si deve investire molto fin dall'inizio, mossi principalmente da una grande passione ed essere ben consapevoli che il successo non è garantito. In poche parole si deve rinunciare a vivere una vita ‘normale’ perché, nel bene e nel male, la danza è un'arte che condiziona tutta la propria esistenza».
 
Sappiamo che frequenti l'Università con ottimi risultati. Come fai a conciliare la tua attività di studentessa modella con quella di ballerina in giro per il mondo?
«Frequentare anche l'università comporta un doppio impegno e un doppio sacrificio per cui cerco di organizzare le mie giornate in modo da conciliare lo studio con la danza e i vari impegni legata ad essa. Studio “Arti e Scienze dello Spettacolo” presso l'Università La Sapienza di Roma, è una facoltà che mi interessa molto essendo legata sempre all'ambito artistico».
 
Quali sono le tue passioni oltre alla danza?
«Come ho già detto la danza occupa la maggior parte delle mie giornate per cui non ho molto tempo per dedicarmi ad altro. Nonostante ciò comunque mi piacciono molto il teatro, il cinema, la musica, la fotografia, viaggiare e coccolare i miei adorati cani!».
 
Di recente ti sei cimentata anche come modella per un marchio di abbigliamento spagnolo. Ti ha entusiasmato questa esperienza? 
«Aver fatto la modella per il “Ballet Papier” di Barcellona è stata un'esperienza davvero molto bella! Indossare gli articoli di questo marchio e rappresentarli attraverso le fotografie è stato molto divertente e anche una bella soddisfazione. Il Ballet Papier è un marchio di abbigliamento internazionale di danza creato dall'artista spagnola Berenice La Placa che dà vita a simpatici disegni ispirati alle protagoniste dei principali balletti di repertorio come Kitri, Odette, Odile, creando poi magliette, spille, block notes e tanto altro». 
 
I tuoi numerosi impegni ti tolgono tempo per coltivare rapporti d'amore e d'amicizia?
«La danza è un'arte che lascia poco tempo per se stessi e inevitabilmente anche chi ruota intorno a noi ballerini ne risente. Rende difficile la propria vita privata e purtroppo si è costretti a trascurare, ahimè, le amicizie. In ogni caso  cerco di mantenere sempre un buon rapporto con i miei amici, magari non è sempre possibile vederci e stare insieme ma la vera amicizia va al di là di questo».
 
Cosa pensano i tuoi genitori delle tue attività artistiche? 
«I miei genitori sono molto contenti della mia attività di ballerina e approvano in pieno da sempre la mia passione per quest'arte così impegnativa. Loro mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata nella realizzazione di questo sogno e con enormi sacrifici mi hanno permesso di studiare nelle migliori accademie e con i migliori insegnanti. Io sono molto riconoscente nei loro confronti per avermi sempre assecondata e non avermi imposto scelte diverse». 
 
Qual è l'esperienza fin qui vissuta che non potrai mai dimenticare? 
«Una delle esperienze più belle vissuta fin ora è stata lo Stage di perfezionamento presso l'Accademia della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano nel 2013. Fin da piccola avevo sempre sognato di poter studiare in quell'Accademia così prestigiosa, ricca di storia e dove hanno studiato tutti i più grandi ballerini. È stata un'esperienza straordinaria ricca di momenti emozionanti come varcare l'ingresso per la prima volta o poggiare le mie mani su quelle sbarre. Ho davvero dei ricordi bellissimi che mi accompagneranno per sempre».
 
Cosa ti piace di più e cosa di meno del tuo mondo?
«Ciò che amo molto della danza è la possibilità di emozionare il pubblico attraverso la mia arte e quindi comunicare qualcosa attraverso questo linguaggio muto ma allo stesso tempo molto eloquente. Inoltre è molto bello l'affetto di tante persone che seguono la mia attività. Un aspetto negativo invece è legato alla cattiveria, gelosia, falsità e invidia che, ahimè, fanno parte anche di quest'arte così nobile. Spesso quando si inizia a emergere o a realizzare qualcosa di importante si iniziano ad avere anche molti nemici pronti a sminuirti e a metterti in cattiva luce. Il segreto sta nell'essere più forti di tutto ciò e continuare per la propria strada».
 
Se dovessi scegliere oggi di fare la ballerina rifaresti gli stessi percorsi fatti fino ad ora?
«Sì. Il mio percorso fino ad ora è stato molto bello ma non senza difficoltà. Nonostante ciò lo rifarei tutto. La parte più difficile sicuramente è legata agli inizi qui a Taranto e alla difficoltà di trovare una buona scuola di danza. Dopo aver frequentato diverse scuole a Taranto e provincia mi sono resa conto che se avessi continuato a studiare qui non avrei mai potuto raggiungere un’ottima preparazione a causa dell’insegnamento carente e superficiale di molte insegnanti. Per questo motivo ho iniziato a costruire da me il mio percorso sia studiando privatamente molti testi specializzati sulla danza e sia recandomi in diverse città italiane per studiare con i più grandi maestri di danza e raggiungere una formazione professionale di alto livello.
Gli anni di duro allenamento, poi, mi hanno portata a raggiungere il tanto desiderato diploma di ballerina in danza classica, moderna e contemporanea presso la Libera Università di Danza e Teatro dopo aver superato l’esame di ottavo corso presso lo stesso ente con riconoscimento da parte dell’Ajkun Ballet Theatre di New York. 
Una delle tappe più importanti del mio percorso è stata entrata a far parte, in qualità di membro, del Consiglio Internazionale della Danza di Parigi riconosciuto dall’Unesco, la massima organizzazione a livello mondiale per tutte le forme di danza. Grazie alla nomina ricevuta ho ottenuto la possibilità di nominare altri membri, offrire una certificazione internazionale ai miei allievi e di partecipare ai Congressi Mondiali di Danza organizzati dal “CID”. 
L’ultimo dei traguardi è stato entrare a far parte degli Apulia Worldwide Reference, ovvero delle eccellenze pugliesi promosse dall’Associazione Internazionale Pugliesi nel Mondo, una scelta fortemente voluta per sottolineare il mio legame alla mia terra». 
 
Con questa domanda ci salutiamo ripromettendoci di rivederci a breve ad un suo spettacolo. 
Quando sto per inviare alla redazione la sua intervista mi arriva un messaggio di Roberta. Mi informa che ha concluso positivamente lo stage di tre giorni al Teatro dell’Opera di Roma con la nota maestra Lara Comi.  E’ entusiasta, come è giusto che sia. 
Mi scrive: “E il terzo giorno di aggiornamento professionale per insegnanti di danza presso la scuola dell'Opera di Roma è terminato. È difficile spiegare solo l'emozione di entrare nelle sale da danza di una delle accademie più importanti. È molto bello poter verificare il mio metodo di insegnamento della danza confrontandomi direttamente con i grandi insegnanti di questa scuola. Chi ha il compito di trasmettere quest'arte ai propri allievi è tenuto a farlo con competenza, professionalità e coscienza. Io stessa da piccola mi sono imbattuta in insegnanti molto incompetenti che se non avessi subito abbandonato non mi avrebbero mai consentito di costruire un certo percorso. Nessuno ha il diritto di "giocare" con i sogni altrui! Mi ha fatto piacere notare di essere la più giovane partecipante al corso, ciò vuol dire che ci sono tanti altri docenti che ancora dopo tanti anni di esperienza sanno rimettersi in gioco. Se si insegna danza bisogna farlo bene senza correre il rischio di danneggiare fisicamente gli allievi e di sbarrare loro la strada verso il professionismo. Ai miei allievi, quelli presenti e quelli futuri io voglio offrire il massimo e questo è possibile solo studiando con i migliori”.
Ad maiora, Roberta.
 
 
 
 
 


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