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La Strega bianca /La meraviglia dell´inferno (minore)

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

24
APR
2015
Omaggio alla poetessa salentina Claudia Ruggeri, punta di diamante della letteratura pugliese e scomparsa nel 1996. Con il gentile contributo di Mario Desiati
 
30 agosto 1967: furono i vicoli bianchi di Lecce o il blu del suo Adriatico a partorire Claudia Ruggeri? No, in realtà la poetessa salentina ha origini napoletane ma per nostra fortuna, si arena in Puglia trascinando con sé la scia schiumosa del suo genio. Il genio maledetto di una giovane donna, bella e pericolosa come l’amore stesso, che giovanissima si distingue per la sua “magia” compositiva già ai tempi del Laboratorio di poesia all’Università di Lecce, tenuto da Arrigo Colombo. Il termine “magia” non è scelto a caso: nelle vesti di strega sopravvissuta, imprime su carta le fiamme del suo rogo poetico e delle sue ispirazioni. Visioni alchemiche in versi che trasudano modelli di ogni genere: la Bibbia, Dante, D’Annunzio, Umberto Saba, Dino Campana, Shakespeare, Beckett, Melville, per poi passare ai contemporanei come il suo idolo Franco Fortini, Dario Bellezza e Andrea Zanzotto, fino a giungere al misterioso mondo simbolista dei tarocchi medievali e della numerologia. Quest’ultimo motivo ispirativo compare nella sua opera prima, Inferno minore, poema in tre atti alla maniera dell’Inferno “maggiore” della Commedia dantesca, ed edito postumo nel 2007 da Pequod. Diversi gli accenni al significato celato dietro ai numeri e ad alcune figure dei tarocchi come in Lamento della sposa barocca (Octopus), lirica all’interno di Inferno minore, in cui Claudia canta:
[…] amore
ti avrei dato la sorte di sorreggere,
perché alla scadenza delle venti
due danze avrei adorato trenta
tre fuochi, perché esiste una Veste
di Pace se su questi soffitti si segna
il decoro invidiato: poi che mossa un'impronta si smodi
ad otto tentacoli poi che ne escano le torture.
22: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?  Lontano dalla mia salvezza sono le parole del mio lamento!» 22 danze come i primi versi del Salmo 22 dell’Antico Testamento, prefigurazione della passione di Cristo nel Nuovo. Dolore quindi, sacrificio e follia. Chiaro riferimento al mal di vivere della poetessa.  Ma alla scadenza delle 22 danze, scrive la Ruggeri, avrei adorato 33 fuochi. Il 33 nella numerologia è il numero dei giusti, dei guaritori. 33 come gli anni di Cristo; 33 come  un altro Salmo: «Nel Signore si glorificherà l’anima mia e solo nel Signore…». La fine del tormento, l’amore che può tutto e che si fonde al Divino, che eleva al Divino. E sempre ne Inferno minore, la figura dell’alter ego e interlocutore di Claudia: il Matto. È uno degli arcani maggiori nei tarocchi, contrassegnato dal numero 22, guarda caso: il matto cammina alla cieca, appoggiato al bastone (coscienza da risvegliare). All’estremità di questo vi è legata una bisaccia (errori da espiare). Un cane lo segue, lo azzanna, ma egli non si difende (fedeltà respinta). Forse la stessa fedeltà respinta da Franco Fortini, importante critico e poeta fiorentino a cui la Ruggeri dedica una sentita corrispondenza epistolare. Troppi i modelli citati nelle liriche, a parere di Fortini che invita più volte Claudia a limare le soventi citazioni e a cercare uno stile più personale, svecchiandolo dalla letteratura di altri, dei più grandi. Ma la poetessa continua nel suo viaggio, in sella a quel cavallo impazzito e senza redini che è l’emozione. Giunge la seconda opera, Pagine del travaso, in cui tutto il dolore esistenziale della Ruggeri, viene concretizzato da immagini tracciate da parole su carta. La corsa inarrestabile all’espressione del proprio Io maledetto, dal fuoco della poesia benedetto, si interrompe nel 1996: Claudia abbraccia un’ultima volta il vento, lanciandosi dal suo balcone. La storia e la letteratura è piena di poeti suicidi, lo sappiamo: tra i nostri italiani, Cesare Pavese ed Emilio Salgari ad esempio. Non vogliamo santificare infatti la poetessa leccese per il suo gesto estremo, ma onorarla nella sua grandezza e oscurità poetica. Non è semplice capire le liriche di Claudia per la quantità abnorme di riferimenti colti, letterari, per l’utilizzo di un linguaggio a tratti impenetrabile per la molteplicità di visioni contenute in esso. Claudia Ruggeri può essere letta solamente da Claudia Ruggeri e a tal proposito, proponiamo il link ad una lettura originale che la poetessa fa del suo Matto I – (del buco in figura) Beatrice, tratto da Inferno minore (1990):   https://www.youtube.com/watch?v=RA5ELcl35yU . Magnetica e ammaliante! Le variazioni di tonalità di voce della poetessa fanno letteralmente venire i brividi. Solo lei poteva rendere in forma sonora, la musica inquietante e dalla sensibilità impareggiabile, delle sue parole stampate. Dichiara a noi di Extra Magazine, Mario Desiati, scrittore, poeta e giornalista caporedattore della rivista Nuovi Argomenti ed editor della Arnoldo Mondadori Editore, il quale ha curato per primo, proprio l’edizione di Inferno minore e di altri cartigli inediti rintracciati grazie all’aiuto della signora Maria Teresa del Zingaro, madre della poetessa:
«Claudia Ruggeri è una voce della poesia pugliese e nazionale di grandissimo spessore, avrebbe fatto molta strada nella poesia contemporanea. Mi sembrava importante farla conoscere e appena ebbi  l'occasione di lavorare a Nuovi Argomenti, pubblicammo una silloge. Oggi le sue poesie sono un libro, ma c'è ancora tanto materiale inedito anche se molto difficile da strutturare in un'opera unitaria. Oggi le sue carte sono al Gabinetto Viesseux (Firenze), tra i più importanti archivi di editi e inediti autografi in Europa».
Diamanti grezzi purtroppo poco noti nello scenario abbondante della letteratura moderna e del suo commercio. Lo sostiene anche Alessandro Canzian (Samuele Editore – Pordenone), autore tra l’altro di un saggio critico sulla poetessa leccese dal titolo Oppure mi sarei fatta altissima: «Una poesia ad oggi troppo ingenuamente ignorata dalla critica accademica ma fatta di versi che chiamano una verità incisa tra le righe, una verità comunque, una verità che dalla notte si tramuta in un altrove questo inferno con la forza passionale e intellettuale di una ragazza estrema».
Una ragazza estrema, come estreme erano le emozioni scolpite dalle sue poesie su pagine bianche. 
Come estremo è e sarà, il ricordo degli incantesimi in versi di questa strega bianca, bellissima e ipnotica cantrice d’amore.
 
 


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