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SULLE PUNTE/UN PREMIO PER LA DANZA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

26
GIU
2015

Sulle orme di Salvatores e del suo “Italy in a Day”, lo Studio Danza Scarpette Rosa di Francesca Valente ha ideato un premio, quest’anno alla sua prima edizione, che ha permesso di creare un meraviglioso cortometraggio, ricordo tangibile e indelebile per i giovani ballerini

 

Non c’è spettatore che non resti rapito dalla spettacolarità dei balletti, non c’è giuria che non riconosca un grande talento nell’insegnante e nei suoi allievi, non c’è concorso dove non si faccia incetta di premi.

Lo Studio Danza Scarpette Rosa, sotto la guida della straordinaria insegnante Francesca Valente, si conferma anno dopo anno come una tra le realtà coreutiche più apprezzate e importanti non solo nella nostra provincia, bensì in ambito nazionale e internazionale.

Forte del suo retaggio storico e dei suoi trentotto anni di attività – la scuola è stata aperta nel 1977 dalla madre di Francesca, la prof. Maria Giovanna Pennica, prima a Crispiano e in seguito anche a Statte –, Scarpette Rosa rappresenta per tutti i giovani che vogliono avvicinarsi al meraviglioso mondo della danza un luogo in cui crescere e nutrirsi di arte, facendo tesoro dell’esperienza e degli insegnamenti di Francesca, avendo l’opportunità di confrontarsi anche con altre scuole e traendo il massimo da ogni stage con i migliori coreografi d’Italia.

Ho avuto il piacere di conoscere Francesca in occasione di un gala da lei ideato, The Scarpette Rosa Award 2015, alla sua prima edizione quest’anno. L’idea del gala nasce da un progetto realizzato nei mesi scorsi, che ha tratto spunto da Italy in a day, il film di Salvatores che raccoglie tanti spezzoni inviati dagli italiani, mostrando un particolare momento della loro giornata.

Francesca Valente ha pensato di fare la stessa cosa in due giornate molto particolari per la sua scuola, in occasione di due importanti concorsi nazionali. Francesca ha chiesto loro di filmarsi e di raccontare, nella maniera che più desideravano, il modo in cui hanno vissuto l’ansia, l’emozione, l’attesa, l’esibizione e la gioia della vittoria.

Il risultato è stato talmente bello e commovente da aver dato luogo a un cortometraggio della durata di circa trenta minuti (visibile all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=9Z6mURrrxy4), che raccoglie gli spezzoni più significativi e divertenti fra gli oltre 370 video pervenuti.

Il filmato è stato mostrato lo scorso 14 giugno, in occasione della cerimonia di premiazione organizzata – nei minimi dettagli – da Francesca, per ringraziare gli allievi che hanno partecipato e per dare loro un segno tangibile, benché puramente simbolico, del loro impegno e dei loro studi.

Ben sei sono state le sezioni del premio: l’Award Coinvolgimento, assegnato ad Angelica Fornaro; l’Award Dialoghi e Contenuti, a Vanessa Fago; l’Award Espressività e Comunicazione, all’esilarante Desirè Romano; l’Award Miglior Attrice Non Protagonista, ad Anna Maria Caramia, mamma di due allieve; l’Award Miglior Attrice a Rosita Cecere; e infine l’Award della Critica alla dolcissima Martina De Benedettis.

 

Francesca, si può dire che sei letteralmente nata nella scuola di danza?

«Effettivamente è proprio così. La passione per la danza mi è stata trasmessa sin da piccolissima da mia madre, ma ho continuato a coltivarla anche in seguito, anno dopo anno, potenziando la mia formazione e arricchendo il mio percorso didattico. Ho studiato fuori, grazie anche ai sacrifici che i miei genitori, due colonne portanti della mia vita, hanno affrontato per me. Ho fatto numerose esperienze sia in regione, a Bari, Brindisi e Lecce, che in Italia e all’estero, all’Accademia di Montecarlo e a quella di Roma».

 

I primi riconoscimenti li hai ottenuti da giovanissima…

«Avevo tredici anni quando ho fatto la mia prima apparizione televisiva e solo un anno dopo sono stata notata da Alain Astié, che mi ha permesso di studiare in Accademia a Lione. Non è stato facile, perché dovevo anche coniugare gli studi scolastici alle numerose ore di allenamento, ma i sacrifici fanno parte di questo mondo, sono necessari in ogni ambito quando si vogliono ottenere dei risultati».

 

Poi sei tornata in Puglia. Come mai?

«È stata una scelta dettata da ragioni personali, mi mancava moltissimo la mia famiglia, ma anche di studio. Non era facile affrontare un percorso scolastico in un Paese straniero. Sono tornata a Crispiano, è vero, ma almeno dieci giorni al mese li passavo a Roma, dove poi mi sono trasferita a diciotto anni grazie a una borsa di studio che mi ha permesso di studiare con i migliori maestri, specializzandomi in vari stili. Certo, la danza classica resta la base di tutto, ma lo stile neoclassico e modern jazz sono quelli in cui maggiormente mi identifico».

 

Se solo si prova a dare un’occhiata al tuo curriculum si rimane strabiliati. Tra tutti i successi, ne ricordi qualcuno che ha avuto un significato particolare per te?

«Sicuramente il Giubileo dei Giovani a cui ho partecipato nel 2000. Esibirmi davanti a un pubblico così vasto e internazionale portando una mia coreografia (Il respiro di un angelo, ndr) è stata un’emozione unica. Ma anche l’esperienza a New York mi ha lasciato un ricordo meraviglioso».

 

Una ballerina che come te ha avuto modo di girare il mondo è una grandissima risorsa per la nostra terra.

«Tornare in un primo momento non è stato facile, perché ti scontri con una realtà molto più piccola e ristretta di quella a cui eri abituata. Ti offre magari meno occasioni. Però dopo ho scoperto che questo per me non doveva essere un arrivo, un punto di chiusura, bensì di partenza. La possibilità di far vivere qualcosa di bello ai miei allievi, mettendo a loro disposizione tutta la mia esperienza e fornendo loro nuove possibilità di confronto anche con l’esterno. Lo Studio Danza Scarpette Rosa non rimane confinata in un luogo, ma si evolve continuamente, portando gli allievi in giro per i più importanti concorsi italiani, e altresì portando qui a Crispiano e Statte artisti di fama internazionale, come Steve La Chance, Paola Aloise, Francesco Saracino (coreografo, tra gli altri, di Kylie Minogue), Sergio Giannotti (mio ex allievo che adesso danza in Germania) e molti altri». 

 

I risultati di tanto studio e attenzione non passano certo inosservati. Solo negli ultimi mesi il conteggio dei premi ottenuti non entrerebbe nemmeno in due pagine! 

«Tra tutti, ci tengo a ricordare i premi conseguiti al concorso I love Dance 2015 di Salerno, dove sia io che una mia allieva, Francesca Arcaro, abbiamo ottenuto il riconoscimento di Migliori Talenti. Una gran bella soddisfazione. Inoltre abbiamo partecipato alla tappa regionale del Gran Premio della Danza 2015, un concorso di livello nazionale. Il risultato? Avremo la fortuna di rappresentare la Puglia alle selezioni finali di Roma. Inoltre una mia allieva di soli nove anni, Sara Alemanno, è stata presa a far parte di un corso di formazione elitario, destinato a sole venti persone. Ne sono molto contenta».

 

Il merito di tanto successo è dovuto senza dubbio a tantissimi anni di studio. Ma un ingrediente fondamentale è anche la passione.

«Senza la passione non si ottiene nulla. È ciò che a mio avviso muove il mondo. Per me danzare, insegnare e coreografare è un’esigenza. Quasi un bisogno primario, come mangiare o dormire. Tutto quello che va dalla scelta musicale alla costruzione coreografica è il mio pane quotidiano. La parte creativa è ciò che maggiormente mi entusiasma perché mi dà la possibilità di raccontare qualcosa, mettendoci tutta me stessa, con le mie emozioni e i miei stati d’animo. La coreografia finita e portata sul palco è la mia creazione, come fosse il mio bambino. Lo vedo nascere, crescere e confrontarsi con altri».

 

Cosa diresti a chi vuole approcciarsi all’arte della danza?

«Direi loro che la danza è un’arte meravigliosa e che come tutte le arti va esibita in contesti adatti, come i teatri e i palcoscenici, perché altrimenti si sminuisce il lavoro dei grandi. L’arte va affiancata ad altra arte, è giusto che sia così. È una disciplina che ti conquista, ti affascina sin dal primo momento, ma che richiede anche numerosi sacrifici, se si vuole intraprendere la carriera di ballerino. Allo stesso tempo, però, può essere affrontata anche con maggior leggerezza da chi semplicemente desidera restare in forma e nutrire l’anima. Chiunque può far parte di questo mondo magnifico».

 

Una dimostrazione di cosa significa studiare danza verrà data proprio domenica 28 giugno, presso il Cinema Teatro Nuovo di Martina Franca.

«Domenica ci sarà infatti il nostro saggio di fine anno, che quest’anno sarà incentrato sulla commedia musicale “A.A.A. Cercasi disperatamente Cenerentola”, oltre a numerosi altri balletti. La serata sarà presentata dal bravissimo Rosario Altavilla e avrà inizio alle ore 19.30. Vi aspettiamo!».

 



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