Una mostra a Lecce per dire no alla tortura. L’evento, patrocinato dal Comune, ha “toccato” nei mesi scorsi Spagna, Portogallo e Malesia
Il Medioevo ti affascina? Sei tra quelli che non si accontentano di “liquidare” un’epoca storica come oscurantista per svalutarla senza appello? Sabato prossimo prenderà il via, presso il Castello Carlo V di Lecce, la Mostra Internazionale sulle Torture Medievali promossa dal raggruppamento temporaneo di imprese Theutra, Oasimed e Novamusa e patrocinata dal Comune.
L’evento, precedentemente ospitato da Spagna, Portogallo e Malesia, si concluderà il 10 gennaio 2016. Saranno messe “in scena” ricostruzioni accurate di strumenti di tortura impiegati durante il Medioevo e nei processi dell’Inquisizione. Davanti agli occhi del pubblico si alterneranno più di 50 oggetti: dalla garrota alla “Veglia” o culla di Giuda passando per la botte chiodata che diede la morte ad Attilio Regolo.
L’esposizione sarà corredata da illustrazioni ricavate da antichi testi, che spiegheranno contesti e modalità d’uso di questi strumenti di morte. Molti dei quali, peraltro, hanno attraversato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri. L’obiettivo dell’evento è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti umani. Gli organizzatori vogliono stimolare la riflessione e il dibattito sulle molteplici forme di violazione degli stessi che, nel tempo, l’uomo ha escogitato. Dalle più evidenti e indiscutibili a quelle più velate e subdole. Emblematico, ed estremamente attuale, in tal senso, il pensiero espresso da Cesare Beccaria nel suo Dei delitti e delle pene: «parmi assurdo che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime e per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinano un pubblico assassinio».