Lo sapevate che uno dei molluschi tarantini viene indicato con il nome dialettale di “occhio di Santa Lucia”? Oggi Giovanni Doro, noto panificatore e pasticciere della città prepara i biscotti a forma di occhio. E noi vi raccontiamo tutte le tradizioni locali legate alla ricorrenza del 13 dicembre
Archiviata la festa di Santa Bibiana, il 2 dicembre, con grande sollievo perché il tempo è stato splendido e quindi non pioverà per un mese e una settimana, come recita un proverbio dialettale tarantino, e quella di Santa Barbara il 4 dicembre scorso, patrona dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare, ma anche protettrice degli artiglieri, delle persone che muoiono improvvisamente, della Confraternita delle Buona Morte, dei fulmini e delle saette, il calendario ci presenta altre feste tradizionali come quella di San Nicola, festeggiata particolarmente a Bari ma anche in numerosi altri centri pugliesi e un tempo presente a Taranto con ben quattro chiese ormai scomparse perché uno dei marinai trafugatori delle ossa di San Nicola da Myra a Bari, fu un tale di nome Steffano che ricevette in cambio una reliquia del Santo attraverso la quale diffuse il culto nel capoluogo ionico. Il giorno di San Nicola a Bari è ancora tradizione fare i regali ai bambini. Intanto l’8 dicembre scorso Taranto e la sua provincia hanno festeggiato solennemente l’Immacolata Concezione, uno dei pilastri tipici della religiosità natalizia pugliese.
In particolare Taranto e Martina Franca hanno solennizzato con processioni tale festività. A Martina Franca la processione si è mossa dalla centrale Chiesa di Sant’Antonio a cura della Confraternita dell’Immacolata degli Artieri o artigiani. Sempre a Martina Franca esiste una seconda Confraternita dell’Immacolata detta dei Nobili la cui sede si trova vicino alla Basilica di San Martino.
Il culto dell’Immacolata a Taranto è legato a due terremoti che si verificarono rispettivamente la notte del 7 dicembre 1710 e il 20 febbraio 1743. In quelle tragiche circostanze Taranto non subì alcun danno. Fu nel 1943 che la Congregazione dei Riti elesse l’Immacolata patrona principale di Taranto come San Cataldo.
Il giorno dell’Immacolata si è svolta la solenne processione con la partecipazione di tutte le Confraternite della città e dell’Amministrazione comunale presente con il Gonfalone cittadino.
A sera, come vuole la tradizione, nelle case si è dato l’ultimo ritocco al presepe e si è dato vita ai primi giochi con le carte e con la tombola al tepore dei termosifoni e non più dell’antico braciere.
Per il prossimo 13 dicembre il calendario ci presenta la festa di Santa Lucia, una devozione molto cara per i tarantini.
Sebbene i documenti che attestano il culto di Santa Lucia siano antichi e sicuri, molto incerte sono le notizie sulla sua persona. Secondo la tradizione forse il 281 Lucia nacque a Siracusa da una ricca famiglia e fu fidanzata ad un suo concittadino. Durante un pellegrinaggio al sepolcro di Agata a Catania per implorare la guarigione della madre, le apparve la Santa che le annunziò il martirio.
Condannata perché non volle disconoscere la sua fede cristiana subì gravi torture prima di essere trucidata. Morì il 13 dicembre del 304 preannunziando la morte dell’Imperatore e la prossima pace per la Chiesa.
Una leggenda vuole che la Santa si strappasse gli occhi per sottrarsi al suo pretendente e così la Santa è stata rappresentata iconograficamente a partire dal XIV secolo, reggendo fra le mani in un piatto i suoi occhi.
E’ secolare a Taranto la devozione verso la Santa.
Nel capoluogo ionico dal 1967 funziona in via Millo una parrocchia intitolata alla Santa protettrice degli occhi, degli oculisti. In questa Chiesa due anni fa fu ospitato per alcuni giorni il corpo della santa siracusana deposto in una urna vitrea proveniente da Venezia dove si trova ormai da alcuni secoli.
La solennità di Santa Lucia quest’anno coincide con i primi giorni del Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco: “perché abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. Fonte di gioia, di serenità e di pace”. Quest’anno eccezionalmente la processione della Santa si terrà il 14 dicembre per la coincidenza della festa con la III Domenica di Avvento. La Santa partirà dalla chiesa di via Millo e nel suo percorso sarà accompagnata dalla Grande Orchestra di Fiati “S. Cecilia” diretta dal maestro Giuseppe Gregucci.
Nella Basilica cattedrale di Taranto si conservano ben due statue della Santa Martire di cui una molto datata e che fino a qualche decennio fa veniva portata in processione per le strade della Città antica accompagnata dalla banda musicale che eseguiva le pastorali.
In questo giorno si mangiano le pettole. Nel passato le nostre nonne facevano il digiuno in onore della Santa e restavano nella Cattedrale dalle prime luci dell’alba fino al tramonto.
Chi non poteva recarsi in Chiesa accendeva dei ceri davanti all’immagine della Santa siracusana.
Santa Lucia è compatrona della città di Erchie, in provincia di Brindisi, dove viene ricordata il 13 dicembre e il secondo giovedì successivo alla Pasqua.
Il culto per la Santa viene praticato nell’omonimo santuario costruito su una sorgente d’acqua che si ritiene efficace nelle cure di molte malattie degli occhi.
Secondo una leggenda accanto alla fonte sembra che sia stata trovata una giovane morta identificata successivamente con Santa Lucia.
Anticamente molto diffuso con particolari festeggiamenti era il culto per la Santa anche a Martina Franca.
La Santa è molto venerata a Bari tanto che i baresi il 12 dicembre sono soliti consumare il cenone della Vigilia, come si fa per l’Immacolata.
La fama taumaturgica della Martire siracusana è nota in tutto il mondo e in particolar modo a Durazzo, in Albania e in Germania.
Il prof. Antonio Fornaro, cultore delle tradizioni popolari tarantine, ci informa che nel passato in Mar Piccolo c’era una spiaggetta intitolata alla Santa perché nei pressi era ubicata una Chiesa a Lei intitolata. La chiesetta fu poi abbattuta unitamente alla villa di Santa Lucia dell’arcivescovo di Taranto, mons. Capecelatro.
Fornaro ci ha raccontato che coloro che si recavano il 13 dicembre in tale Chiesa portavano a casa come ricordo un tondo in ceramica a forma di moneta con impresso il volto di Santa Lucia e che uno dei molluschi tarantini viene indicato con il nome dialettale di “occhio di Santa Lucia”. Oggi Giovanni Doro, noto panificatore e pasticciere tarantino, per il giorno di Santa Lucia prepara i biscotti a forma di occhio.
Chiesetta e villa furono abbattute per la costruzione dell’Arsenale della Marina Militare.
Secondo la tradizione la notte del 13 dicembre la Santa diffonde lo splendore dei suoi occhi accecati sulla corrispondente lunga notte del Solstizio.
Il popolo crede che chi si nutrirà nel giorno della Santa di sole verdure, lasciando il pane, potrà avere una illuminazione sul nome e sul volto del futuro sposo o della futura sposa.
L’usanza di non mangiare pane il 13 dicembre è sorta in ricordo di una carestia che nel 1700 affamò la Sicilia.
Nel giorno della sua festa si usa ancora in Sicilia distribuire pane ai poveri o cuocere piccoli panini rotondi chiamati “occhi di Santa Lucia”.
Coloro che ancora fanno il pane in casa dall’impasto preparano panini, ciambelline, angioletti e mammelle in omaggio alla Santa e li danno ai bambini quando sono malati.
A Siracusa nel giorno della Processione, quando la statua giunge presso la colonna sormontata dalla Croce che indica il punto dove Ella subì il martirio, il suo volto impallidisce.
E’ tradizione italiana e europea che il 13 dicembre la Santa possa far trovare ai bambini dei doni.
In Danimarca e in Svezia questo giorno viene festeggiato con la scelta di una Vergine saggia scortata da compagne vestite di bianco con una corona di sette candele sul capo che percorrono le strade raccogliendo e portando doni nelle case e nelle istituzioni caritatevoli come strenna prenatalizia.
Spesso a Siracusa le “Lucie” svedesi vengono invitate per cantare un inno tradizionale.
Alla Santa sono legati due proverbi dialettali tarantini secondo i quali il giorno di Santa Lucia la giornata si allunga di un passo di gallina, mentre un altro vuole che si accorci la notte e si allunghi il giorno.
“Santa Lucia vi conserva la vista” è l’augurio del mendicante cieco ed è il benevolo e scherzoso rilievo dell’amico che aggiunge “perché l’appetito ce l’hai”.
Con questo augurio di giornate all’insegna di dolci tipici e di piatti tradizionali chiudiamo questa nota facendo i doverosi auguri a tutte le donne che portano il nome di Lucia.