Si chiama Milo, ma è conosciuto anche con il nome di Zeno Robot. Si tratta di un robot multimediale e interattivo dalle sembianze umane in grado di riprodurre espressioni facciali e sensazioni umane come stupore, felicità, tristezza. La sua funzione è quella di stimolare la curiosità del bambino autistico
Zeno è il robot interattivo per il trattamento dell'autismo infantile, programmato da Behaviour Labs, start up catanese specializzata in robotica umanoide sociale e presentato in Puglia un anno fa.
Il robot si avvale di RoboMate, una piattaforma informatica che consente di far interagire i robot umanoidi con i bambini affetti da autismo. Si tratta di un nuovo approccio terapeutico che in Italia inizia a muovere i primi passi con risultati tangibili e incoraggianti, i robot possono essere formidabili motivatori in grado di catturare l’interesse dei più piccoli e permettere una migliore interazione. Da qui si comprende l’importanza dei progressi continui della robotica umanoide. Per capire come funziona ne abbiamo parlato con Daniele Lombardo, fondatore e Ceo di Behavior Labs, che ha spiegato i vantaggi di questo nuovo metodo.
Dott. Lombardo, parlando di robotica umanoide può dirci esattamente cos’è, a che punto è la ricerca e come funziona?
"La robotica umanoide è quel settore della robotica che si occupa di sviluppare robot antromoforfi dalle sembianze umane. Ad oggi è una realtà che si sta diffondendo, grazie anche a prodotti commerciali come i robot NAO e Zeno e attraverso l'attività di ricerca di realtà come Aldebaran Robotics, Robokind e i magnifici robot dalla reali sembianze umane del dott. David Hanson della Hanson Robotics, capaci di interagire con gli esseri umani. Attualmente l'utilizzo dei robot umnaoidi è diffuso nelle Università, nei centri di ricerca e grazie alla nostra attività si sta diffondendo anche in strutture sanitarie e abbiamo in Italia anche il primo caso di robot usato in casa per la terapia dell'autismo. Grazie alla tecnologia, il robot è capace di parlare, sentire, camminare e interagire esattamente come un essere umano".
Come nasce l'idea di "dare un'anima" a robot umanoidi puntando sul rapporto uomo-macchina come supporto innovativo nel trattamento dell'autismo?
"L'idea nasce dal desiderio di fare in modo che uomini e robot possano convivere in armonia contribuendo al miglioramenteo della qualità della vita, in particolare a noi piace il motto di H.Ford "C'è vero progresso quando i vantaggi di una tecnologia sono per tutti", sviluppare software per robot umanoidi significa animarli, renderli vivi anche se artificilamente, e sviluppare roboMate per noi è stata una sfida durata quasi tre anni il cui obiettivo era di creare una interfaccia uomo-macchina in grado di semplificare l'utilizzo dei robot da parte di terapisti, medici e genitori".
Zeno parla, riconosce i volti e interagisce attraverso semplici esercizi. Durante l’utilizzo, RoboMate memorizza e storicizza i risultati dell’interazione bambino-robot per capire se la terapia sta funzionando e per monitorare i progressi.Quali sono i reali risultati ottenuti oggi?
"Ad oggi abbiamo poturo verificare che i robot umanoidi rappresentano per i bambini speciali, come li chiamiamo noi, un catalizzatore dell'attenzione e un grande motivatore, quindi offrono un grande supporto all'interno della terapia, inoltre grazie ai nostri software abbiamo ottenuto importanti risultati anche in relazione alla terapia basata su esercizi relativi alla teoria della mente".
Robot Zeno e Robot Nao potrebbero essere indispensabili strumenti per i centri di Neuropsichiatria Infantile. Come reagisce il mondo della sanità a questo progetto innovativo?Quale feedback sociale avete riscontrato fino ad oggi?
"Dai test effettuati robot Zeno e Robot Nao rappresentano degli ottimi ausili per la terapia nei centri di Neuropsichiatria Infantile, infatti a Catania il centro di Neuropsichiatria Infantile dell' ASL ne ha acquistati due insieme al nostro software roboMate per la terapia dell'autismo. Così come a Bari una cooperativa sociale, "Occupazione e Solidarietà" ha acquistato Zeno e roboMate per la terapia dei bambini da loro seguiti".
Da ottobre 2015 è possibile noleggiare il pacchetto che include, oltre al software e al robot, anche un servizio di assistenza, manutenzione e assicurazione. RoboMate può entrare anche nelle famiglie per permettere ai genitori di comunicare più facilmente con i propri figli autistici?
"Sì, certo, infatti una famiglia Italiana ha acquistato la nostra soluzione e abbiamo iniziato i test".
I vostri laboratori, forti della ricerca e della sperimentazione sul campo, si stanno ritagliando una posizione sempre più importante nel mondo della cosiddetta "healt robotics"che oggi contribuisce a studiare disturbi importanti come l'autismo, i deficit dello sviluppo e del comportamento creando soluzioni in grado di integrare le scienze dure (logica, fisica, neuroscienze) e le scienze soft (linguistica, psicologia, filosofia e antropologia). Quali sono i vostri progetti per il futuro?
"I nostri progetti per il futuro prevedeno una roadmap di sviluppo del prodotto con l'evoluzione di roboMate che includerà la possibilità da parte di medici e terapisti di sviluppare autonomamente gli esercizi per i robot, il supporto per i genitori dal punto di vista psicologico tramite esercizi specifici e l'inclusione sociale dei soggetti con autismo dove il robot sarà un mediatore nelle scuole, dell'interazione tra bambini neurotipici e no".