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Incontri / Mai troppo tardi per una nuova vita

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

28
APR
2016
"Acuto”, il romanzo di esordio edito da Gilgamesh Edizioni, racconta di una donna che finalmente decide di fare i conti con il proprio io, permettendo alla sua anima assopita e  ripiegata su se stessa di esplodere e vivere finalmente la sua realizzazione. L'intervista all'autrice, Carla Magnani
 
 
Acuto” edito da Gilgamesh Edizioni, racconta una storia di pura fantasia.
L’ambientazione storica è quella della Toscana, più precisamente di Pisa, nel periodo del ’68 e dei primi anni ’70. Elisa, la protagonista, cerca di evitare qualsiasi emozione che la vita le  presenta cercando il porto sicuro e  stabile rappresentato dalla famiglia, da una vita agiata e da un buon matrimonio. Lei rappresenta perfettamente la società borghese: il suo sonnecchiante immobilismo, la non partecipazione, il desiderio di una vita agiata sono  le caratteristiche  di una fascia sociale ben precisa. Neanche l'incontro con un grande amore riesce a smuoverla, Elisa infatti  è spaventata dal cambiamento  e  si allontana rifugiandosi per anni in  una vita fatta di marito, figli, vacanze, nipoti. Tutto scorre in una sorta di vita anestetizzata fino a quando l'arrivo di un nuovo evento sconvolgerà i piani.
Da dove nasce l'ispirazione per questo romanzo? 
《Dalla vita stessa. Dall’aver avuto il tempo necessario per osservarla e notare come non sia così improbabile che per ciascuno, seppure in tempi e modi diversi, giunga il periodo del cambiamento, del ‘non è mai troppo tardi’ e come si possa ancora dare una svolta al proprio cammino e intraprendere quello che credevamo impossibile. Altro elemento significativo è stata l’esigenza di riproporre un periodo storico ben preciso senza la volontà di schierarmi da una delle due parti, bensì evidenziarle entrambe e suscitare ricordi in chi era allora presente e interesse e curiosità nei più giovani》.
Molte esistenze  rinascono a nuova vita quando si rendono conto che le loro maschere sociali hanno preso il posto dei loro volti, che la luce dei loro occhi non splende più. Solo allora trovano il coraggio di abbandonare le proprie false certezze e andare incontro al possibile, perché la vita è un sentiero imprevisto, qualcosa di incontrollabile ma certamente non casuale, è così?
《Riguardo al vivere la propria esistenza nascondendosi dietro una maschera in modo più o meno consapevole credo che non manchino esempi (Pirandello è stato un maestro nel proporceli) e credo anche che non tutti riescano a liberarsene, ma quando ciò accade, quando emerge la vera natura, allora niente e nessuno riuscirà a fermare il cambiamento e anche imprevisti e avversità dovranno tenerne conto》.
L’ambientazione storica è quella della Toscana, più precisamente di Pisa, nel periodo del ’68 e dei primi anni ’70. I personaggi di Elisa, Ester e Marco sono alcuni esempi del modo di porsi di fronte agli eventi di quegli anni. Cosa è rimasto degli ideali di allora?
《L’ambiente non poteva che essere quello pisano di quegli anni. Proprio lì ho frequentato l’università e Pisa è stata una realtà in prima linea in quel periodo. I personaggi di Elisa, Ester e Marco rispecchiano le varie posizioni assunte nei confronti del cambiamento rappresentato dal ’68 e da ciò che ha significato nel tempo. Credo che oggi manchi, anche nei giovani, la fiducia nella società in cui viviamo, siamo capaci di criticarla ma ci limitiamo a quello, è assente la spinta necessaria all’azione. Gli ideali, il ‘credo’ di allora nella possibilità che tutto poteva e doveva essere sostituito perché sbagliato, ha lasciato il posto alla rassegnazione e, di conseguenza, all’immobilismo》.
Marco rappresenta perfettamente il ’68. Lui è la rivoluzione,  l’impegno ed il coinvolgimento attivo nelle proteste. Elisa invece è il blocco, la paura dei cambiamenti, è una donna che scappa di fronte al nuovo, preferisce una vita piatta e senza scossoni, fatta di routine: marito, figli, vacanze, nipoti.  Anche gli opposti possono incontrarsi però, è così?
《Uno degli aspetti che desideravo apparisse attraverso i personaggi è proprio quello derivante dalla convinzione che in ognuno di noi possano coesistere componenti diverse, sebbene facenti parte di un unico insieme. Elisa ed Ester, pur così diverse, sono essenziali l’una all’altra, si completano a vicenda e così succederà a Marco e alla protagonista. Non siamo mai una cosa sola》.
Nel nostro paese forse ci sono più autori che lettori, eppure avvicinare i giovani alla lettura è fondamentale per gettare le basi nella formazione di individui curiosi e liberi. Come si può insegnare ad amare la lettura?
《E’ triste sospettare che in Italia in numero degli scrittori superi quello dei lettori, anche perché sarebbe doveroso che uno scrittore fosse, in primo luogo, un lettore. La mia esperienza di docente di lettere mi ha messo di fronte alla difficoltà che ha la maggior parte dei giovani di porsi nei confronti della lettura. Ritengo che sia uno sbaglio imporre a uno studente ciò che deve leggere, mentre ritengo necessario capire quali sono le sue preferenze riguardo a un eventuale genere letterario e consigliarlo in tale direzione. Inizialmente con letture non impegnative, altrimenti rischiamo di allontanarlo in maniera definitiva, e, nel tempo, affrontando testi più complessi e formativi. Se capiranno che leggere è conoscere e rende liberi, allora il gioco è fatto e noi insegnanti saremo riusciti nel nostro intento》.
Riprendendo un pensiero di Marguerite Duras: “Scrivere era l’unica cosa che popolava la mia vita e che la incantava. L’ho fatto. La scrittura non mi ha mai abbandonato. Tutto scriveva nella casa quando scrivevo. La scrittura era ovunque”. Come e quando è nata in lei l’esigenza di affidare alla scrittura il suo sentire più profondo?
《Ho avvertito l’esigenza di scrivere qualche anno fa, in un periodo faticoso sia dal punto lavorativo che personale. Avevo una storia che da tempo si faceva avanti nella mente e che ogni volta rimandavo. Quando le ho dato spazio si è impossessata di me, è diventata una necessità giornaliera, quasi una dipendenza. Scrivo perché mi fa stare bene e aggiungo che solo in un secondo momento ho capito come sia gratificante condividere con i lettori il tuo sentire e il tuo essere》.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
《Di sicuro, finché mi sarà possibile, ho intenzione di continuare a scrivere. Al momento sto revisionando il mio secondo romanzo, ma ho già in mente la storia del terzo. Sto inoltre facendo delle presentazioni di “Acuto” in varie località e ogni volta è una gioia che si rinnova, uno scambio di sensazioni con il pubblico che mi arricchisce interiormente. Confermo quello che ho già avuto modo di esprimere: "La lettura e la scrittura sono pura magia"》.
 


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