Vorrei essere una madre responsabile e premurosa, ma resto in questa città. Vorrei poter scegliere tra salute e malattia, ma è quest’ultima che ha scelto me, irreversibilmente. Nonostante tutto resto in questa città. Vorrei comprendere i motivi di chi ha usato la mia terra per arricchirsi senza rispettarla e neppure ringraziarla, ma non ce la faccio e mi nutro di un sentimento di odio senza precedenti. Vorrei poter accettare l’idea che ogni uomo è uomo solo se guadagna e sfama, ma ammetto il mio limite e mi aggrego ai barboni. Vorrei poter trasformare la rassegnazione di chi pensa di non avere alcuna capacità da far valere contro il ricatto, obbligandosi a diventare macchina da suicidio manovrata, ma non ho gli strumenti. Vorrei poter condividere l’idea che ogni lavoro che non sia furto deve ritenersi dignitoso anche quando nasconde l’evidenza di un pericolo e nega la speranza di un respiro, ma non ci riesco. Ammetto i miei limiti e resto in questa città.