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Serendipity/La scoperta (im)prevista

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

1
MAR
2013

 

Ecco l’opera prima di una giovane penna tarantina, Pierluigi Boccanfuso. Un viaggio che parte da Lecce per arrivare fino alla verde Irlanda, una metafora appassionata e romantica della vita, completamente immaginata eppure sognata e amata
 
Pierluigi Boccanfuso,  24 anni e in una tasca una laurea in Lettere Moderne e nell’altra la sua opera prima dal titolo “Serendipità d’Irlanda”  di Aletti Editore, dopo il liceo classico continua gli studi universitari nella famigliare Lecce che farà da testimone all’incontro spirituale con i grandi autori e letterati irlandesi, e con quell’universo celeste, anzi direi “verde” fatto di tradizione, folklore, musica, spiritualità, leggenda, storia, folletti e gnomi della celtica d’Irlanda. 
La passione per gli studi letterati, la poesia e narrativa è fortissima tanto da essere segnalato a diversi concorsi letterati, ottenendo la pubblicazione in antologie di Autori Vari, rientrando cosi tra i quindici del concorso”Fuori Cassetto” 2011, con la seguente pubblicazione dell’opera "La città invisibile" nell’antologia di racconti “Viaggi e parole”. Nello stesso anno è primo della classe nella sezione Under 30 del concorso nazionale “Versi e Prosa”, con la poesia Dedica alla poesia.
Poi qualche e mese fa, dopo la laurea e un viaggio irlandese “sfiorato e mancato”, Pierluigi mette tutto se stesso in un romanzo dal pathos crescente, dove ogni pagina profuma di Dublino, con la dove si incontrano storie riflessioni, umanità.
 “Serendipità d’Irlanda”, è viaggio materialmente mai fatto dall’autore, alla scoperta del senso della vita, che talvolta è celato nell’imprevedibilità degli eventi, un viaggio comune che ognuno di noi intraprende per scoprire se stesso.
Ho incontrato Pierluigi Boccanfuso per le  mie solite “due chiacchiere e caffè”. Il caffè non l’ho mai preso perché sono stata travolta dalle “due chiacchere” che  sono diventate quattro e poi sei, otto…
 
Ciao Pierluigi, mi parli un po’ di te?
«Non voglio dare una definizione di me stesso, perché sono un libro aperto che non indossa maschere. Tutte caratteristiche di una persona che vanno scoperte un po’ alla volta, come una perla. Quindi il Pierluigi irascibile, chiacchierone, timido, o come ultimo e inguaribile romantico entusiasta della vita, non è nascosto: va solo scoperto».
 
Cosa è la Serendipità?
«E’ la scoperta inattesa mentre sei alla ricerca di qualcos’altro, il movimento del caso. Ti faccio un esempio: Cristoforo Colombo pensava di aver scoperto le Indie e invece ha scoperto l’America. Questo accade anche al protagonista del libro… un viaggio voluto una scoperta inattesa fino alla scoperta di stessi.  Julius Comroe scrisse a proposito della serendipità: “La serendipità è cercare un ago nel pagliaio e trovarci la figlia del contadino!”».
 
Parli di un viaggio che non hai mai fatto: è possibile?
«Questa domanda è molto bella e come tale non vorrei dare una risposta».
 
Insisto… come puoi amare un posto senza mai averlo visto… e scrivere di esso?
«Irlanda è un sogno nel cassetto. E’ la vita è ciò che accade d’imprevisto… non sono riuscito mai a partire! E’ un amore mistico per una terra che mi ha conquistato nello studio del suo folklore, della sua musica, nei suoi testi antichi: Tolkien, l'autore del Signore degli Anelli e di altre celebri opere riconosciute come pietre miliari del genere fantasy, quali Lo Hobbit e Il Silmarillion. E ancora Wilde, Joyce, Yeats, premio nobel alla letteratura nel 1913… e poi anche tanta ricerca su libri riviste, mi hanno permesso di scrivere di Dublino.. di cui ho studiato anche l’aspetto topografico! Poi la composizione è venuta da sè percorrendo quel viaggio narrativo ricco di riflessioni mentali, di narrativa classica del viaggio, fino al percorso “al trip” dell’oltremondo. Dove il protagonista attraverso suggestioni, realtà parallele, immagina un mondo che non c’è.
Concetto che fa parte della cultura irlandese… immaginare qualcosa fino a crederla reale».
 
E se una volta vista rimanessi deluso? Sai, alle volte troppa aspettativa...
«Sono comunque realista del fatto che potrebbe accadere, anche perché la vita ha il senso dell’umorismo… (ride, NdR)».
 
Cosa c’è in cantiere?
«Non amo i sequel onestamente, preferisco gli atti unici. In cantiere ci sono due romanzi sulla terza isola delle Cheradi nel Mar Grande di Taranto: un tempo esisteva anche l’isoletta di San Nicolicchio, oggi scomparsa. Un romanzo dedicato al mestiere del libraio e all’avvento della tecnologia. Voglio mettermi in gioco con un saggio (anche se non sono un saggista). Sto scrivendo di Alda Merini e del periodo in cui visse a Taranto, per amore: sai, viveva in via Pupino e ho già il suo numero di telefono di allora».
 
Il tuo senso della vita?
«“Avere amore per l’infinito, senza mai perdere la percezione dell’affaccio”… mai dimenticare da dove veniamo e quali sono le nostre radici.. questo vale per tutto».
 
 
 


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