Dopo oltre un decennio, torna la Passione Vivente a San Giorgio Ionico. Uno scenario d’eccezione e incredibilmente suggestivo quello delle antiche cave di tufo sangiorgesi, per l’occasione gremite di spettatori
Non è stato certo il maltempo a scoraggiare un nutrito pubblico dall’assistere alla rievocazione della Passione Vivente che si tenuta lo scorso 26 marzo a San Giorgio. Anzi, qualche goccia caduta a sprazzi dal cielo ha addirittura contribuito a creare un’atmosfera certamente più affascinante per le vie del paese.
Riuscitissima è stata infatti, anche grazie al mirabile e congiunto lavoro delle tante associazioni del territorio, la kermesse a sfondo religioso che ha portato in scena la crocifissione di Gesù attraverso un percorso comprendente tutte le vie principali della cittadina, per poi giungere – passando anche per la piazza principale e lungo il castello d’Ayala - alle famose Tagghiate: luogo in cui si sono issate le croci al termine del patibolo del Cristo.
Che sia stato un successo lo testimoniano anche le varie foto scattate da molti amici fotografi dell’Endas Fotografi per passione, dal locale Laboratorio Urbano e dagli stessi privati cittadini, e pubblicate sul seguitissimo gruppo facebook Cittadinanza attiva, così come la diretta streaming tenuta dal Centro Armonia che ha permesso di rivivere la Passione Vivente anche a chi non poteva essere presente fisicamente.
In particolare, queste le parole di soddisfazione dell’Associazione "Terra Nostra" di Fragagnano, che del progetto artistico ne è stato il principale promotore: “un sentito ringraziamento all'Amministrazione Comunale e alla Pro Loco di San Giorgio Jonico che ci hanno messi nella condizione di poter realizzare la rievocazione storica presso la location e il percorso designato. Un tributo particolare al corpo attori per la interpretazione impareggiabile e soprattutto commovente, nonché alle Scuderie De Padova e Distante per gli splendidi cavalli forniti. Encomio speciale - aggiungono - alle forze civili e militari per il servizio d'ordine, al service itinerante e allo staff fotografico che ci hanno regalato momenti immortalati a pieno, anche in condizioni meteo molto avverse”.
Fa piacere, peraltro, rivedere anche un luogo così incantevole come le storiche cave tufacee sangiorgesi, ormai in disuso e per anni versate in stato di abbandono, nuovamente riqualificate, rivalorizzate e rese fruibili alla cittadinanza per eventi di tale valenza. Un’iniziativa lodevole dunque che, oltre ad aver reso onore alle bellezze del territorio (e noi di Extra più volte ce ne siamo occupati), ha avuto il merito di risvegliare e unire la cittadinanza nel segno di un’identità che pareva essere stata perduta negli anni.