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Arazzi/Storie, trame e ordito

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

5
APR
2013

 

Saranno visibili a tutti, fino al 1 maggio, alcune delle tele più belle di Laura Marcucci Cambellotti: artista romana di notevole spessore culturale e con una particolare attenzione verso il mondo delle donne 
 
"Non ho mai pensato di fuggire dalla realtà: il mio sogno di tutti i giorni è fatto di valori semplici
come gli affetti, la serenità, la pace, la lotta all'arrivismo.
Considerate i miei arazzi come preghiere, 
invocazioni al mondo perchè quello che per gli altri è solo un sogno
sia non solo la mia realtà, ma quella di tutti."
 
Laura Marcucci Cambellotti 
 
Saranno esposti fino al  1 maggio, nel Palazzo Ducale di Martina Franca – in collaborazione con il Circolo Salvator Allende -, gli arazzi di Laura Marcucci Cambellotti: testimonianze di un’arte rara e insolita, finalmente esposta e ammirata anche nel nostro paese. Nata a Roma, Laura Marcucci respira sin da giovane il profumo dell’arte, se ne innamora, lo fa proprio e lo coltiva, ispirandosi alla figura di suo padre, Alessandro Marcucci, suo suocero, Duilio Cambellotti, e artisti come Giacoma Balla, Ferruccio Ferrazzi e Vittorio Grassi, complici della sua iniziazione e formazione artistica, sviluppatasi, ulteriormente, attraverso un ferreo studio. Anni di grande importanza, quelli della sua giovinezza, segnati dall’incontro con personalità di rilievo, da Giovanni Cena a Maria Montessori, fortemente impegnati in campo sociale e in grado di maturare in lei quella giusta concezione della vita dedita al rispetto del prossimo: un insegnamento appreso anche durante gli anni di studio presso l’Accademia di Belle Arti, ambiente internazionale, luogo di incontro tra diverse culture, e durante gli anni difficili della guerra. Una guerra che paradossalmente ricorderà come un periodo meraviglioso per la comunione e lo scambio dei gesti più umili, la vicinanza e la solidarietà con tutti. Donna tenace e determinata non pone ostacoli alla sua sete di conoscenza e sperimenta qualunque forma d’arte:  pittura, scultura, ritrattistica, ma anche numerose tecniche artigianali, convinta che “l’arte non può vivere su un cavalletto, ma deve entrare nelle case”: da qui, i primi tentativi con la tessitura, il ricamo e la ceramica. Proprio ripescando una vecchia tela della madre, Laura capisce che avrebbe potuto dar vita a qualcosa di artistico: nascono così i suoi arazzi, destinati a perfezionarsi, moltiplicarsi e diventare vere e proprie opere d’arte. Contraddistinta da quell’aurea triste e melanconica, riecheggiante la mestizia dei volti Botticelliani, è la donna a dominare le tele della Marcucci: figure sinuose e gentili prendono corpo nell’intreccio tra la lana e la tela, composte e a proprio agio nella loro femminilità, si chiudono nel silenzio di un volto assente. Non ci sono occhi né labbra in queste figure, quasi  a voler sottolineare che ognuna di loro nasconde un mistero, quel segreto inaccessibile che le rende mistiche, talvolta dubbiose, ma sempre eleganti e raffinate. Sono colori accesi e decisi quelli di Laura, spesso ricreati attraverso la scomposizione della lana, fino a catturare le giuste combinazioni: nulla è lasciato al caso, tutto segue un attento studio che rispetta geometrie, prospettive, senza tralasciare i dettagli. Basta poco, infatti, per accorgersi che in ogni tela c’è un particolare che risalta più di tutti, volutamente evidenziato, messo in luce per non renderlo ‘sordo’: un guanto, un anello, un ricamo. Un’arte, quella di Lucia Marcucci, che fa della donna il suo fulcro principale, ma si concentra anche nella riproduzione di paesaggi, figure astratte e sogni, talvolta realizzati su sfondi particolari che richiamano le decorazioni del Klimt, ammirato per il suo connubio perfetto tra favole e fantasia. Giunta alla veneranda età di 100 anni, Laura Marcucci, ogni mattina  si sveglia per dar vita a un nuovo capolavoro. Infaticabile, ancora creativa e piena di idee da realizzare, è in Casorati che ha trovato il suo modello ideale: silenzioso, ma estremamente profondo. Nella velocità delle sue mani, nelle parole evocative di un amore eterno (quello per l’arte) sembra che il tempo non sia mai passato per questa grande artista che continua a regalarci i suoi sogni, trasformandoli in realtà. 
 


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