Tradire qualcuno equivale a non amare.
È questa opinione diffusa, qualcosa a cui siamo abituati a credere e che, in tantissimi casi, risulta effettivamente piuttosto vicina alla verità.
Se tutto fosse così semplice, però, vivremmo in un mondo completamente diverso e abbastanza irrealistico. Le definizioni, di per sé, sono sempre molto limitanti e tendono a ingabbiare il pensiero, voltando la faccia a nuovi e forse più veritieri punti di vista.
“Se tradisci tua moglie è perché non la ami abbastanza. Se stessi bene con tuo marito, non lo tradiresti mai”.
Davvero l’amore va letto con un codice binario? Bianco o nero, giusto o sbagliato, m’ama o non m’ama? Il tempo in cui si potevano strappare petali a una margherita sono ormai passati ed è ora di rimettere in discussione alcune certezze che fanno parte del nostro background, obbligandoci a schemi di pensiero fin troppo superficiali.
Se è vero che in alcuni casi tradire il proprio partner è indice di un sentimento sopito, o forse mai sbocciato del tutto, è vero anche che non può essere l’unico fattore da tenere in considerazione.
Talvolta, l’affaire da consumare fuori dalle mura domestiche è dettato da stati d’animo ben più complessi. Voglia di trasgressione dopo una vita di dettami rigidi e opprimenti, desiderio di sentirsi giovani, vitali, seducenti. Di (ri)sentirsi vivi. Altre volte è paura di un futuro già scritto e segnato, di una routine che manda ai matti.
Può essere follia, svago, un mettersi alla prova, una caduta libera o un volo verso il cielo. Più spesso un salto nel vuoto, col cuore che arriva in gola e lo stomaco in subbuglio. È errore e attrazione, fatale e sconsiderata. È consapevolezza di non amare più il partner o certezza di amarlo ancora e di nuovo, più di prima e nonostante tutto.
Marco Missiroli in Fedeltà esplora il tormento dei quattro personaggi principali, ai quali ne aggiungerei una quinta, Anna, che si finge ombra quando invece è faro.
L’autore di Atti osceni in luogo privato (Dio, quanto ho amato Libero Marsell!) parla di amori totalizzanti, sempre e comunque, nel bene e nel male. Sviscera comportamenti e frustrazioni di personaggi imperfetti, talvolta antipatici, che commettono sbagli.
Ma d’altronde, come scrive la Ferrante, solo nei romanzi brutti la gente dice, pensa e fa solo la cosa giusta. E Fedeltà, di certo, non appartiene a questa categoria.
FEDELTÀ
Marco Missiroli
Einaudi
€ 19.00, pp. 224