Il capoluogo ionico attraverso gli occhi di chi lo vive: un progetto editoriale on line, nato nel 2010, vuole stimolare l’osservazione della realtà, locale e nazionale
Il “destino” delle piccole città, specie al Sud, è spesso condizionato da un marcato provincialismo, dall’incapacità di guardare oltre il proprio orizzonte, arroccandosi in un vissuto quotidiano trasformato in una poco credibile cartolina, nel caso di città quali Lecce, o, al contrario, appiattito sui toni cupi di pesanti temi ambientali e sociali, come nel caso di Taranto. Non sempre è facile “rischiare l’azzardo”, ampliare lo sguardo all’esterno e, al tempo stesso, osservando in modo critico il proprio microcosmo. Per questo un’iniziativa come Siderlandia, magazine d’informazione on line nato nel capoluogo jonico, è senz’altro degna di nota. Il sito offre una vasta panoramica non soltanto su quello che accade a Taranto, ma anche sui fatti di attualità a carattere nazionale. Il tutto accompagnato dal commento arguto e puntuale degli articolisti che animano il progetto.
Quando e come è nato Siderlandia? A rispondere è Cosimo Spada, uno di loro. «Siderlandia nasce intorno al 2010, lo crea Salvatore Romeo con altri ragazzi, io sono entrato a far parte del gruppo nel 2012. La volontà era quella di provare a raccontare Taranto e non in maniera diversa, libera da preconcetti e con uno sguardo critico sulla realtà, insomma volevamo dare fastidio a molti, e ci siamo riusciti».
Il gruppo di lavoro che anima il progetto è estremamente ricco e variegato. A Cosimo il compito di fare, con la dovuta dose di ironia, le presentazioni. «Io curo la rubrica di musica Perle ai Porci, parlo di quei dischi, soprattutto degli anni 2000 che pochi conoscono e di altre amenità sulla musica, sono anche un bullo di periferia; poi c’è Salvatore Romeo, lui è il nostro Gran Visir, il fondatore, noi tutti redattori gli dobbiamo cieca obbedienza, lui scrive di politica tarantina, un consiglio: non guardatelo mai direttamente negli occhi; poi c'è Margherita De Quarto, lei è la giornalista seria, nel senso che ha il patentino da pubblicista e siamo sicuri che diventerà una giornalista professionista ma senza botulino a quarant’anni, lei cura le inchieste di Siderlandia; Valentina Basta si occupa di web e interazioni con la realtà con la rubrica #gattini, come dice lei la parola shoegaze non la dice nessuno. Michele Dentico, scrive di cinema e cià na capoccia così; Stefano Modeo si occupa di letteratura e lo fa davvero bene, è il mio principale rivale nella competizione per il più bello di Siderlandia. Roberto Polidori si occupa di economia con uno sguardo su Taranto, ma non chiedetegli soldi chè non ne ha mai; Greta Marraffa e Chiara Ruggeri sono le nostre femministe d’assalto, si occupano di questioni di genere, Francesco Ferri è il nostro giramondo, ogni tanto sparisce per andare a fare qualcosa chissà dove, poi torna e scrive delle bellissime riflessioni su tutto ciò che crea movimento in questo paese. Mara Pavone è il nostro sguardo sull’università e sull’istruzione in genere, adesso si laurea però e non sappiamo ancora cosa vorrà vedere; Stefania Castellana è la nostra esperta d’arte, in ogni suo articolo riscopre un pezzo di storia della nostra città, ha un talento per far emergere gli hater(z) ovunque; infine Remo Pezzuto, lui rompe....no... si occupa di lavoro e di legislazione sul lavoro, ecco tutta la nostra squadra».
E i lettori sembrano apprezzare l’eterogeneità e l’approfondimento che caratterizzano le tematiche affrontate. «Molti degli articoli sono seguiti da dibattiti, almeno in rete, questo ci fa piacere perché era l’obiettivo di partenza del nostro giornale».
Il nome Siderlandia è molto suggestivo, in quanto fa pensare a due rimandi ben precisi e molto diversi: la siderurgia, e quindi la storia dell’Ilva, e le stelle, dalla loro denominazione latina. Così viene evocata l’idea di una città polarizzata, divisa tra due estremi di segno opposto, ma comunque depositaria di tesori e energie. E’ un’interpretazione corretta, chiedo? «Non ci avevamo pensato. Il nome Siderlandia, oltre che come città dell’acciaio nasce dalla mente di Salvatore come un ironico parco giochi della siderurgia». Poi aggiunge con un pizzico di sarcasmo: «da oggi useremo anche la tua interpretazione per fare i fighi, grazie».
«Taranto è una città che chiede approfondimento – spiega Cosimo - a prima vista può sembrare una città come tante altre, anzi, una città anonima, ma se ci passate il tempo giusto e non vi fermate alle prime impressioni vi stupirà». Qual è quindi, dal punto di vista di un tarantino, il miglior pregio e il peggior difetto della città? «Faccio una distinzione tra Taranto e i tarantini: la città è un autentico tesoro di risorse e di possibilità ma il problema è che noi tarantini siamo troppo individualisti, anche quando vogliamo lottare per il bene comune della città finiamo sempre per trasformarle in lotte partigiane dove siamo noi a decidere chi sta dall’una e dall’altra parte».
Passione e coraggio sembrano quindi le parole d’ordine del progetto. Inevitabilmente quindi, in conclusione mi trovo a chiedere a Cosimo cosa suggerirebbero i ragazzi di Siderlandia a un giovane creativo indeciso se per studio/per lavoro andar fuori o restare. «Non credo di essere in grado di poter dare un consiglio simile, credo che l’unica cosa che si possa dire è che sarebbe bene fare più esperienze possibili, ovunque queste si trovino e quando si raggiunge un certo capitale di queste esperienze allora gli obiettivi e le risposte saranno chiari».