Taranto, “succursale caraibica”, lo sapevate? In una città vessata da tanti problemi non si smette di ballare. Non solo samba o bachata ma un vero e proprio stile di vita per i tanti salseri nostrani
Facendo un giro tra i locali notturni del capoluogo ionico si può constatare quanto siano affollati da appassionati di danze caraibiche. Parlando con qualcuno di loro e frequentando un po' i locali capiamo subito che i balli caraibici non sono soltanto una danza ma un vero e proprio stile di vita. Per poter scrivere dell’argomento è stato necessaria almeno un’infarinatura generale, e abbiamo scoperto che le danze caraibiche si suddividono in vari stili in base al luogo dove sono nate o dove si sono sviluppate: si va dalla salsa (a sua volta suddivisa in portoricana, cubana, NY) alla bachata, al merengue, al regaetton e ancora alla kizomba e al chachacha (della categoria latino americani insieme a samba e paso doble). Ma avevamo necessariamente bisogno di un esperto, e l’abbiamo trovato: Piero Guarino, maestro diplomato ANMB (Associazione Nazionale Maestri di Ballo) che insegna balli caraibici e balli da sala (tra i quali tango e liscio).
Piero, com' é nata la tua passione?
«Ho iniziato da quando avevo 5 anni. Mio padre Francesco insegnava danza nella sua scuola a Taranto (dal 1976 al 1987). Fin da subito mi trasferì la voglia di muovermi e di divertirmi e soprattutto l’amore per la danza. Arrivarono le prime partecipazioni alle gare di ballo. Erano delle prove molto impegnative che insieme all’allenamento di ogni giorno formarono anche la mia personalità oltre a migliorare sempre di più la mia tecnica».
Quando hai capito che la tua passione era diventata ormai importante?
«Quando decisi di perfezionarmi per metterla a disposizione degli altri. Conseguii quindi il diploma di maestro di ballo presso l' ANMB e nel 1993 aprii una scuola di danza. Dieci anni dopo mi classificai al terzo posto nel campionato italiano nell'edizione 2003 nella categoria danze standard su 180 coppie partecipanti.
Oggi nella mia scuola abbiamo un bel gruppo di allievi con i quali, oltre alle lezioni, andiamo a ballare durante la settimana nei vari locali da ballo. Praticamente i miei allievi imparano divertendosi».
Il ballo che preferisci ballare e quello che preferisci insegnare ai tuoi allievi?
«Da sempre il tango é il mio preferito per la passionalità che trasmette. Ma mi piace moltissimo anche la salsa portoricana e quella newyorchese. Sono stili che mi permettono di esprimermi al massimo. Tra l'altro proprio la salsa portoricana e quella newyorchese sono anche le danze che prediligo insegnare ai miei allievi».
Un motivo per spingere coloro che non ballano a tuffarsi in questo mondo?
«Il consiglio che do a tutti é quello di non farsi intimorire dal classico ‘non é per me’, ‘ho vergogna’, ‘non ho più l'età’. I nemici numeri uno sono la pigrizia e la timidezza. Non ci sono limiti di età e di nessun altro tipo perché ballare é soprattutto divertirsi, staccare dai problemi della vita quotidiana e socializzare. Tutto questo aiuta a migliorare l’umore, la forma fisica e acquisire maggiore sicurezza in se stessi».
Piero ti ringraziamo per la disponibilità e ti auguriamo buon lavoro.
«Saluto tutti i lettori di Extra e… vamos a bailar!».