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Luigi Pignatelli/O mio povero cuore

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

5
SET
2014
Il presidente dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus e di Arcigay Taranto, si difende dalle accuse di aver mentito sulle sue condizioni di salute e ci racconta il perché di tanto accanimento mediatico
 
Luigi, qualche giorno fa sul web fu diffuso un comunicato stampa diramante notizie incerte sul tuo stato di salute: presunto infarto e coma farmacologico. Cosa è accaduto realmente?
«Ero in viaggio verso Roma; ho avuto due attacchi di cuore e un arresto cardiaco. Sono stato soccorso tempestivamente e ricoverato d’urgenza. I medici hanno ritenuto opportuno indurmi in coma farmacologico. Quando mi sono risvegliato ero in stato confusionale, ricordavo ben poco. Poi pian pianino, grazie all’aiuto del personale medico e dei miei cari, tutto è tornato a posto. Nell’ultimo mese avevo comunque già avuto diverse crisi cardio-respiratorie».
Hai ricevuto numerose testimonianze di affetto, cordoglio e solidarietà, ma anche accuse infamanti secondo le quali avresti macchinato tutto. Vuoi dichiarare qualcosa in merito?
«Sulla mia bacheca è stato scritto: "Forse non si è capito che il signor Luigi Pignatelli è in perfetta salute da sempre, mai pronto soccorso, mai coma farmacologico, ha preso in giro tutti (da fonti sicure). Non si scherza con queste cose, è uno schiaffo a chi davvero soffre... dov’è la sensibilità del signor Luigi Pignatelli...?????? Chiedo!!!!!" Io mi chiedo, invece, quali siano le fonti sicure, giacché la cartella clinica è a casa mia. Ma non è l’unica a calunniarmi».
Quali sono secondo te i motivi di tale ostilità?
«Pur essendo fermamente convinto che mescolare la vita pubblica con quella privata sia un errore in cui sono scivolato troppo spesso, mi tocca rifarlo, spero per l’ultima volta, per portare luce sull'incresciosa faccenda. Dietro lo squallido e accusatorio vociferare ci sono persone, a fasi alterne, amiche e nemiche di vecchia data del mio ex compagno. Sulla bacheca di uno di loro leggiamo: "Questa estate la ricorderò soprattutto per le sofferenze e gli ululati di quella checca che, pare, sia uscita del tutto pazza. Farti mollare dal mio amico è stato il mio capolavoro di questa estate. Niente di personale, ovviamente, ma le persone volgari non le ho mai sopportate. Specie se son pure mitomani"».
Vuoi parlarmene?
«Il mio ex diceva spesso "In molti sono invidiosi di te, tentano di screditarti, distruggerti, perché vivi davvero di arte e vieni considerato un esempio da seguire. Io sono orgoglioso di te e ti amo". Lo ha dichiarato pubblicamente fino al giorno prima della rottura, ovvero fino al 20 luglio scorso. Nonostante la nostra fosse una storia ufficialmente finita, abbiamo continuato a condividere momenti di intimità un mare di altre volte, fino a sabato 23 agosto, il giorno prima di partire per Roma. La nostra è stata una relazione intensa, formativa per entrambi, ma anche complicata. Il mio ex è un uomo controverso. Mi osannava pubblicamente, mi venerava, celebrava le mie qualità, ma qualche volta è stato anche violento. Ho un video in cui mi insegue con una scopa per picchiarmi, che risale alla mattina prima della mia partenza per Roma. Quando lo mostrai a mia madre, fu lei stessa a consigliarmi di andare via per un po’. Lui mi ha picchiato in auto, per strada, nella casa che definiva il nostro nido d’amore, fissandomi con occhi furenti e ripetendo: "Tu sei malato! Tu sei pazzo! Curati!". Lo faceva tutte le volte che non condivideva una mia scelta (come quando, ad esempio, mi costrinse con la forza a ritirare la denuncia di un’aggressione omofoba da me subita, perché lui era giustamente citato in veste di testimone) e ogni qual volta gli urlavo in faccia la verità sui suoi tradimenti, mi lamentavo per i suoi atteggiamenti scorretti, per il suo essere distruttivo».
In che modo?
«Ha delle abitudini particolari. Con me però era cambiato. Negli ultimi due mesi di relazione, per via dei miei numerosi impegni lavorativi, avevamo smesso di vederci quotidianamente; così ha ricominciato a frequentare assiduamente il suo "mentore" e ha riassunto atteggiamenti a dir poco equivoci. Quando l’ho scoperto sono andato su tutte le furie. Gli ho detto che non potevo amarlo più e che era necessario che lui cambiasse. Ho continuato a ripeterglielo per un mese, fino a che, il 19 luglio, non ho avuto la prima ed unica discussione con il suo ritrovato compagno di avventure. Lunedì 25 agosto, in seguito alla notizia del coma farmacologico, entrambi hanno iniziato a pubblicare sul proprio account facebook innumerevoli e quotidiane dichiarazioni, secondo cui io mi sarei inventato ogni cosa, definendomi cagna, narciso, mitomane, psicopatico, bipolare, egoista, imbroglione e in tante altre maniere più turpi, condendo il tutto con insulti (rivolti anche alle persone che pubblicavano messaggi di vicinanza sulla mia bacheca), diffamazioni, calunnie e minacce (rivolte anche al telefono sia a me che a mia madre) del tipo "Ti riduco in brandelli.", "Sei finito!", "Ti stacco la testa!", "Crepa!". Ti lascio immaginare, poi, cos’altro dicono in giro di me».
Ma la diffamazione è reato penale!
«Esatto».
Cosa vuole il tuo cuore?
«Il cuore spesso resta scollegato da ogni buonsenso. Da anni combatto la mia battaglia contro ogni forma di violenza, fisica e soprattutto psicologica. Comprendo e vivo lo stesso dramma di quelle persone che cerchiamo di aiutare e sostenere con la rete locale di associazioni "Vittoria", fondata con il patrocinio dell’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Taranto Barbara Gambillara, al fine di contrastare e prevenire fenomeni di violenza di genere. È il dramma di un amore in cui si diventa vittima e carnefice, incastrati in dinamiche che annientano. L’amore non ha genere sessuale e neppure la violenza. Vi prego, figlie, sorelle, mogli, madri e anche voi figli, fratelli, mariti, padri, non permettete al vuoto di una mano profana di esaurire il pieno del vostro esistere. Non abbiate paura di parlarne! La violenza uccide. Combattiamola! Ma non smettiamo di amare».
Tu hai avuto l’audacia di dichiarare pubblicamente la tua verità e prendendoti la responsabilità delle asserzioni rilasciate. Allora, chi è realmente Luigi Pignatelli?
«Un ragazzo di 27 anni che è convinto che l’amore sia dono di sé; un giovane uomo che, attraverso l’ascolto e la condivisione di emozioni e di esperienze, cerca di comprendere se stesso e gli altri; un’anima libera che per mezzo dell’arte nasce infinite volte».
 


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