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Valerio Miglietta/La musica nel sangue

Pubblicato da: Categoria: COVER

3
APR
2015
Una voce di Taranto a “The Voice of Italy 2015”, il talent show di Raidue che sta per entrare nel vivo della gara. Nel team del coach El diablo a battersi,  senza esclusioni di colpi, c’è proprio lui, fratello d’arte
 
 
L’avventura di Valerio Miglietta a “The Voice of Italy”  si chiude durante la puntata del primo aprile. Valerio scrupoloso e misurato  sfida il ribelle, ironico e irrefrenabile spirito punk di Marco De Vincentiis sull’inno rock di Edoardo Bennato “La torre di Babele” del 1976.  Il Coach  rock  Piero Pelù  sceglie chi tra i due talenti si è maggiormente avvicinato all’animalità ed ironia del pezzo: Marco De Vincentiis accede ai  Knockout.                             L’artista tarantino che resta il preferito di Roby Facchinetti perde la battle ma non la guerra!   Ad maiora Valerio...
 
Nel marasma dei talent show che affollano la tv,  a spiccare dal 2013 c'è "The Voice of Italy", la versione italiana del format olandese "The voice" di John de Mol. Il programma che va in onda su Raidue ogni mercoledì  per 14 puntate,  fino alla finalissima del 27 maggio, si conferma la reale alternativa generalista al prestigioso “X Factor”  di Sky. C'è qualcosa però che lo rende speciale. Gli aspiranti cantanti si esibiscono, accompagnati da un'orchestra live presente in studio, davanti a una giuria di esperti della musica (i quattro "coach") seduti su delle poltrone rosse e completamente di spalle in modo da non essere condizionati  dall'aspetto fisico ma solo ed esclusivamente dalla voce. Quattro le fasi del programma: le blind auditions, the battles,  knockout e live show.  Ad attendere quindi i 12 concorrenti per team,  dopo le selezioni delle audizioni al buio,  ci sono i duetti su una singola canzone e i duelli su due canzoni differenti prima di conquistare la diretta dal vivo. Chi raccoglierà il testimone da Suor Cristina  Scuccia,  diventerà “The voice of Italy 2015” e si aggiudicherà un contratto discografico di 200.000 euro con la Universal Music Italia? Non è ancora tempo di pronostici ma intanto,  nel team del coach Piero Pelù,  abbiamo individuato Valerio Miglietta, una voce di Taranto che tenterà di  lasciare il segno per le qualità canore e non  per essere il fratello dell’incommensurabile  Mietta.
 
Valerio Miglietta, 42 anni made in Taranto con la musica nel dna. Quando e come è esplosa la voglia di cantare?
«La voglia di cantare è esplosa da adolescente quando ho iniziato a suonare e cantare nei festival locali. Poi ho continuato a dedicarmi alla musica e con il gruppo degli Amper  abbiamo partecipato come ospiti anche al Sanremo di Tel Aviv,  al fianco di nomi illustri come Albano,  Antonella Ruggiero, Toto  Cutugno e tanti altri. Ci siamo esibiti per primi,  cantando un paio di nostri brani e riscontrando un enorme successo di critica». 
Nascere "fratello d'arte": più pro o contro per l'affermazione professionale?                     «Essere fratello d’arte, semplicemente,  comporta il dover dimostrare capacità canore e di scrittura del proprio progetto».  
 
"Amici", "X factor", "Italia's got talent", "Tu si que vales", "Forte, forte, forte". Ha puntato su un altro talent, "The voice of Italy 2015" appunto, per palesarsi al grande pubblico: perchè?
«Volevo una sfida con me stesso e ho puntato su questo format».
 
La coach Noemi ha esclamato in puntata "E' bravo però!" ma poi non ha pigiato il pulsantone rosso. Si aspettava di entrare nel Team Pelù?
«No, non me lo aspettavo. E’ stata una piacevole sorpresa».
 
J-Ax,  Noemi,  Facchinetti padre e figlio, Pelù. Se a girarsi fossero state tutte le poltrone,  di pancia,  chi avrebbe seguito? 
«Il team Facchinetti.  Ho conosciuto Roby in Israele,  è  un grande artista e una grande persona. In quell’occasione mi disse che già avevo un’ ottima estensione e mi diede i giusti consigli per affrontare questo lavoro. E’ doveroso aggiungere però che Piero Pelù è un grande motivatore,  dal punto di vista energetico e psicologico. Riesce a metterti a proprio agio e ti tira fuori la personalità». 
Piero Pelù ha motivato così la sua decisione: «Mi sono girato perché devi essere messo sotto torchio. Hai una buona estensione di voce però ti manca veramente il cattivo. Ti farò uscire da "The voice" come uno yeti». E' d'accordo col coach?
 «Sì, sono d’accordo. A me piacciono le sfide e questo è un motivo in più per tirar fuori e al 100 per 100  il vero Valerio». 
 
L'attende la battle, come la sta preparando alla sfida "El diablo"? Ha qualche tecnica per contrastare  quella del sacchetto di plastica del Team Fach che sta spopolando sui social?
«Sicuramente… Intanto vi anticipo che mi ha detto di essere cattivo! Io affronterò il duello con grande spirito di determinazione, la giusta cattiveria che mi contraddistingue  e che “vinca il migliore”!». 
 
Pelù  ha promesso che la farà cantare una versione death metal di "Vattene amore", state già lavorando al "Trottolino amoroso" mono accordo suggerito da J-Ax?
 
«No, non l’abbiamo ancora preparata!».
 
"The voice of Italy" è stato definito il palco del riciclo che non rifiuta nessuno. In questa terza edizione,  tra i concorrenti Dennis Fantina, Chiara Iezzi e Sarah Jane Olog. Ritiene che questi suoi colleghi siano più avvantaggiati in quanto noti al pubblico del televoto?
«Sicuramente sono più noti al pubblico ma ognuno deve concentrarsi sul proprio percorso. Approfitto delle pagine di Extra Magazine per augurare loro un grosso in bocca al lupo». 
 
Terminata quest'avventura televisiva riprenderà il tour con gli Amper  o prevede una svolta da solista?
 «Gli  Amper è una band in cui credo molto, non li lascerò!  Coltiviamo la stessa passione da anni e ci divertiamo a scrivere canzoni sperando che arrivino al cuore della gente. Dopo “Poi torni qui”,   uscito un paio di anni fa  con l'etichetta del nostro produttore Gianluca Pirazzoli, sarà in vendita il nuovo singolo in tutti i digital store  ai primi di  maggio. Poi si vedrà…». 
 


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