MENU

Fatto vecchio, sequestro nuovo

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

1
APR
2014

 

La Direzione Investigativa Antimafia di Bologna ha eseguito in provincia di Modena, un decreto di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto, di beni mobili e immobili per un valore complessivo superiore  i 5 milioni di euro.

Il provvedimento che ha colpito Girolamo Conte, imprenditore 48enne originario della provincia di Taranto, pregiudicato e residente in provincia di Modena, non è il primo della serie e rientra nella strategia che mira ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni mafiose. Sono stati sequestrati capitale sociale ed intero compendio e di due aziende entrambe con sede a Modena: una che si occupa della costruzione di edifici residenziali, l’altra di noleggio di autovetture. Tra i beni sequestrati anche decine di beni immobili, autovetture e svariati rapporti finanziari.

Nel provvedimento si legge che il 48enne “ha commesso reati associativi gravi a scopo di lucro, di stampo mafioso e in materia di narcotraffico e armi, per tutto il periodo compreso tra il 1990 e luglio 1995 attività interrotta per effetto della misura cautelare in carcere che attingeva anche i suoi sodali”.

Inoltre, “risulta soggetto inquadrabile sotto il profilo soggettivo di indiziato, cioé di appartenente alle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p.”, e si fa riferimento anche alla sentenza di condanna a 10 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Taranto nel 1998 e divenuta definitiva nel 2001. Viene anche ricordato che l'uomo è stato in passato destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale emessa dal Tribunale di Taranto, dove si leggeva che era stata accertata “l’esistenza e l’operatività nella provincia di Taranto dal 1990 al 1994 di associazione a delinquere di stampo mafioso diretta da Carmelo Putignano e Domenico Attorre, nonché di un parallelo sodalizio armato dedito al traffico di sostanze stupefacenti” ed inoltre “con la medesima sentenza del Tribunale di Taranto in data 2 giugno 1998 e’ stata altresì accertata l’appartenenza” del 48enne e “al medesimo clan mafioso”. Gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Dia di Bologna hanno interessato anche i familiari ed i conviventi dell'uomo.

“Puntuali e rigorosi accertamenti” per un arco temporale compreso tra il 1999 ed il 2013, su tutti i cespiti in qualunque modo riconducibili al 48enne hanno documentato “la grave sproporzione tra i redditi lecitamente conseguiti (redditi da lavoro dipendente e d’impresa) rispetto al tenore di vita”, ovvero tra il patrimonio reale e quanto dichiarato ai fini delle imposte o all’attivita’ economia esercitata.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor