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Che mi venga un colpo

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

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LUG
2015

Ovvero, quando si spera di raccattare un virus qualsiasi pur di rimanere a riposo qualche giorno

Io che dopo l’inverno posso prendermi una vacanza solo in giugno, raggiungo i giorni di ferie ogni anno sempre più stremata e mi chiedo come potrei fare ad arrivare viva a metà o anche fine agosto. Sarà che ormai il mio equilibrio psico-fisico si regge sulla tregua di metà anno, ma ci sono segnali inequivocabili di incipiente abbrutimento fisico e mentale: eccone alcuni e vediamo se anche voi, amiche lettrici, vi ci ritrovate almeno un po’. Primo campanello d’allarme è la sempre minor voglia di uscire la sera o non rientrare a casa dopo il lavoro per l’aperitivo, inversamente proporzionale alla complessità delle giustificazioni che do a me stessa o agli altri. “Sono stanca” non mi sembra abbastanza, alla fine ognuno di noi a fine giornata è stanco. Ammesso che ce la faccia a trascinarmi fuori, davanti all’armadio spalancato iniziano considerazioni assurde (per fortuna taciute ai presenti): guardo le scarpe funamboliche che tanto ho desiderato e inizio a valutare ogni aspetto del percorso che dovrò farci dentro. Quanta strada, pavimentata come, ci sarà qualcuno a cui potrò appoggiarmi, arrancherò come una papera dietro le altre che meno integerrime con se stesse di me hanno optato per scarpe basse? Sì, perché poi mi autoimpongo delle regole assurde e non le trasgredisco, come a esempio quella di uscire la sera sempre e soltanto indossando un abito, di norma un po’ più impegnativo, e mai con uno spezzato (si sa, ognuno si autoflagella come crede meglio). Poi ci sono i capelli: se io arrivo alla coda (complici anche due belle orecchie a sventola) la fine è vicina. Sfido qualcuno a ricordarmi in splendida forma coi capelli raccolti. Se poi vogliamo entrare fin nei più miseri particolari posso confessarvi che talvolta ricorro all’orrido mascara per capelli, inconfessabile salvagente tra la ricrescita e l’appuntamento dal parrucchiere. Certo non sono mai arrivata a usare sui capelli quello per le ciglia, perché sì, possiamo dirlo, quando siamo esauste ci abbandoniamo anche a questo. L’equazione ‘sempre più impegni’ sommato a ‘sempre meno tempo’ uguale ‘fiacca sempre più cronica’ trova una delle sue massime espressioni nello smalto: fate finta di non vedere che è sbeccato e sperate gli altri facciano lo stesso, allarme low. Ripassate per sopra lo smalto vecchio, allarme normal. Ripassate di nuovo per sopra lo smalto e lo fate quando avete già calzato i sandali, allarme high. Scegliete delle scarpe semi aperte e ripassate lo smalto solo su quelle dita, è il default. O forse questo arriva quando non vi basta più sognare la mattina già che sia sera, ma quando, andando al lavoro, fantasticate che vi succeda un piccolo incidente domestico o per strada, per avere una buona scusa per riposarvi almeno un giorno. O quando iniziate a desiderare di essere colte, importa dove o in presenza di chi purché sia, almeno da un disturbo gastro-intestinale che vi confini a casa. O sperate di essere invitata a qualche compleanno di bambini, che lì qualche malattia anche lieve si raccatta sempre, o arrivate addirittura a meditare di fare irruzione in un asilo per leccare pennarelli e giochi di plastica, di certo forieri di qualche microbo. Ecco, quando arrivate a quel punto, fate come me, che scrivo da una masseria immersa nella campagna pugliese: fatevi firmare o firmatevi un foglio di ferie, prenotate l’estetista e rimettetevi in forma. L’estate è appena iniziata!

 

 



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