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Chi mai vorrebbe tanta sofferenza?

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

9
FEB
2018
Scienza ed etica potrebbero andare d'accordo se tutti fossimo informati correttamente e quindi liberi di scegliere. Purtroppo però la stragrande maggioranza delle persone non conosce gli orrori nascosti dietro la sperimentazione sugli animali
Scoppia lo scandalo nell’industria automobilistica in Germania sugli esperimenti condotti su scimmie e umani volontari. Tutto ha inizio grazie all’articolo del New York Times che denuncia l’uso di scimmie per un test che l’Eugt (European Research Group on Environment and Health in the Transport Sector, società creata nel 2007 da Bmw, Daimler e Volkswagen e sciolta nel 2017), ha condotto in New Mexico, nel 2014, per smentire l’Organizzazione Mondiale Sanitaria, la quale, nel 2012, aveva deciso di catalogare le emissioni diesel come cancerogene. 
Gli esperimenti in questione riguarderebbero 25 persone, tutte volontarie, sottoposte a respirare per tre ore al giorno, per la durata di quattro settimane, biossido di azoto, un gas tossico presente negli scarichi diesel delle automobili, che se inalato provoca irritazioni alle vie respiratorie, bronchiti, edemi polmonari. Stesso esperimento è stato inflitto a 10 scimmie costrette a respirare i gas di scarico di un Maggiolino Volkswagen, mentre, rinchiuse in teche di vetro, erano distratte dalla visione di cartoni animati. Lo scopo ultimo dei test era di dimostrare che le emissioni di ossido di azoto dei motori diesel fossero meno inquinanti rispetto al passato, grazie alla moderna tecnologia.
“Abominevoli”, “assurdi e aberranti” sono stati così definiti dalle massime autorità politiche mondiali gli esperimenti condotti su scimmie e esseri umani. Ma perché questi test hanno provocato tale indignazione in un contesto sociale in cui i test sugli animali e test medici a pagamento su esseri umani sono consentiti e all’ordine del giorno?
L'aspetto messo in discussione sarebbe il fatto che i test sono stati finanziati non da un organismo indipendente del governo, ma piuttosto per conto della Eugt la quale - presumibilmente - ha un controllo di rilevante portata nei risultati che vengono poi presentati. E in effetti, da quanto emerge, i risultati prodotti dagli esperimenti sono stati insabbiati e viziati. Nel rapporto scoperto si evince che i valori del Maggiolino fossero molto più alti rispetto a un diesel del 1997, nonostante la moderna tecnologia ivi applicata. 
Il Comitato scientifico Eugt difende i test. Secondo le affermazioni di Helmut Greim, 81 anni, presidente del comitato scientifico dell’Eugt: “è deplorevole che studi del genere non si siano potuti ripetere a causa della chiusura della società”. 
Inizialmente, l’azienda Volkswagen ha cercato di prendere le distanze dall’Eugt, ma è noto che i responsabili aziendali erano stati informati dei test prima e dopo la loro esecuzione. E così, per adesso, il primo a essere stato sospeso è Thomas Steg, responsabile del gruppo per la sostenibilità e le relazioni esterne.
Continuano le indagini sul caso scandalo delle aziende automobilistiche e, nel mentre, provengono considerazioni interessanti da voci autorevoli in ambito sanitario mondiale, come Margaret Douglas, la quale analizza come il comportamento dell'industria automobilistica sia molto simile a quella del tabacco: “Così come le ditte produttrici di tabacco hanno promosso la dipendenza da nicotina, le case automobilistiche hanno esercitato pressioni per le agevolazioni fiscali che hanno reso i conducenti europei dipendenti dal gasolio”. 
Il dilemma della sperimentazione animale è, tra tutti, quello più controverso nel dibattito pubblico  che cerca di unire scienza ed etica e non esente di punti di vista condivisibili in entrambe le fazioni. Ciò che preme, però, è essere consapevoli che quello che differenzia un animale e un essere umano che volontariamente si sottopone ad esperimenti scientifici a favore della ricerca, sta proprio nel consenso. Nel caso degli animali, privi di parola, questo consenso viene meno. Pertanto, c’è da chiedersi, quanto sia etico costringere  qualcuno a fare qualcosa di nocivo alla sua salute per il “bene comune”.

 



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