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IL BIANCO E IL NERO/CIAO ALEX: ADESSO FINALMENTE VOLI LIBERO

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

4
GEN
2018

C’era una volta Alex, uno scienziato molto bello sia d’aspetto fisico che d’animo, che un giorno conobbe e sposò la sua amata Barbara. Un ottimo posto da ricercatore alla Michigan State University, un bellissimo bambino e poi un terribile “mostro”.
Il dolore di rinunciare ad una meravigliosa favola, il rientro a Martina e il calvario. Oggi Alex purtroppo non c’è più, ma la sua vita esemplare lo ha reso indimenticabile.


“Vietato lamentarsi. Agisci per cambiare al meglio la tua vita e quella degli altri.” è il titolo del libro scritto da Salvo Noè. Questa frase è, addirittura, riportata su un cartello che Papa Francesco ha affisso dietro la porta del suo ufficio.
Quanti di noi, spesso, si lamentano e si autocommiserano, talvolta letteralmente per delle inezie? Magari a causa di un doloretto o di un contrattempo ci roviniamo le giornate. Invito tutti a riflettere su questa frase.
Dalla mezzanotte dello scorso 31 Dicembre, tale divieto è diventato il testamento che un grande Uomo, Alex, ha lasciato alla sua amata moglie, Barbara. Per Natale, infatti, quasi presentisse che la fine stesse giungendo, aveva regalato questo libro alla sua sposa, che gli è stata vicino e lo ha accudito con immenso amore negli anni della malattia.
Ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Alex qualche anno fa e fui colpita, oltre che dal suo aspetto fisico, dalla bontà del suo sorriso, dalla simpatia e dalla semplicità che lo caratterizzavano.
Uomo dall’intelligenza molto acuta, ricercatore prima presso l’Università La Sapienza di Roma e poi presso la Michigan State University, è stato un vero scienziato e ha condiviso questa passione con la sua Barbara. Apparteneva a quella categoria di studiosi che amano le Scienze in modo viscerale e ne conoscono e riconoscono i limiti, comprendendo e accettando che, nonostante gli studi abbiano compiuto enormi progressi negli ultimi anni, ancora molte patologie non possono essere curate. Di tutto ciò la sua vita è una reale testimonianza.
Alex aveva accettato la propria condizione, che portava la sua anima a divenire ogni giorno sempre più prigioniera del suo corpo. Per chiunque questo sarebbe stato motivo di rabbia e di autocommiserazione, invece questo ragazzo ha affrontato la vita in modo esemplare, dispensando a chiunque l’unica cosa che col trascorrere del tempo riuscisse a donare: i sorrisi. Essi trasmettevano serenità, gentilezza, quasi come se fosse lui a consolare chi gli si avvicinava con affetto, sembrava quasi che dicessero: “State tranquilli, non vi preoccupate, io ce la farò”.
Quanto più la malattia prendeva possesso del suo corpo, tanto più Alex affrontava la vita in modo esemplare, continuando dalla sua “sedia multifunzione”, come la chiamava scherzosamente, a lavorare, perché la scienza è innanzitutto passione e poi una missione. Costituisce una droga dalla quale non ci si può disintossicare e riesce a fungere da molla propulsiva anche in situazioni di impedimento fisico.
La sua mente era lucida, viva e non poteva arrendersi, ma doveva continuare a pensare, ragionare, sperimentare e trarre conclusioni per aiutare il prossimo.
Ci sono uomini che rimangono nella memoria perché hanno compiuto gesta eroiche e ce ne sono altri che diventano indimenticabili per l’insegnamento che lasciano con il proprio modo di affrontare le dure avversità della vita. Lo definirei un “eroe”, giacché ha lottato contro il tempo e contro la malattia, non tanto per se stesso, quanto per la sua famiglia, affermando ogni giorno il suo essere filantropo, dote che dovrebbe caratterizzare ogni scienziato.
Non ha mai smesso di seguire, parlare ed educare, attraverso i mezzi che la tecnologia gli metteva a disposizione, il suo piccolo Paolo, che era consapevole di avere un papà speciale, nonostante la sua giovane età. Questo bambino, nella semplicità e schiettezza che caratterizza tutti i suoi coetanei, non ha avuto problemi a condividere con il genitore i momenti spensierati che trascorreva con i suoi amici. E’ stato commovente vedere come i “Legend”, questo è il nome che si è dato questo gruppo di bambini, fossero tutti stretti attorno a Paolo nel momento in cui dava l’ultimo saluto al padre, come se volessero proteggerlo da quel dolore con il loro affetto.
Come Alex, anche io amo le scienze e difronte a queste situazioni provo un gran senso di impotenza e, quasi paradossalmente, si radica di più in me la fede in Dio. Deve essere stata per forza un’entità superiore a creare una macchina così complessa e perfetta come il corpo umano. A dimostrare che siamo limitati rispetto chi ci ha creato, per contro, c’è la precarietà della salute e la fragilità umana.
Si prova rabbia ad assistere alla lenta evoluzione di certi “mostri” che si impossessano del corpo di una persona a te cara e, proprio perché si posseggono le competenze sufficienti, essere consapevoli più degli altri di non poter far nulla.
Si dice che i fiori più belli Dio li colga per il Paradiso, anche se questo mondo avrebbe bisogno di persone belle come Alex. Un suo amico ha detto che, come tutti gli uomini speciali, non poteva andar via in un giorno qualsiasi; un altro, che era un ragazzo dalla compagnia gradevole, che amava organizzare cene e scherzare, cosa che ha fatto fino alla fine.
Alex ha lasciato dunque un vuoto incolmabile nelle vite di tutti coloro che lo hanno conosciuto e, soprattutto, nelle persone eccezionali che lo hanno curato e gli sono state amorevolmente accanto. Posso solo immaginare cosa provi la sua Barbara, che ha amato tantissimo sino alla fine.
La vita a volte sa essere molto crudele e mi chiedo perché debba separare due giovani che provano un Amore incondizionato l’uno per l’altra. A consolare la sua sposa ci sarà il loro piccolo Paolo, che tanto ricorda il papà nello sguardo, l’idea che Alex fosse pronto ad affrontare questo passaggio, da quell’Uomo saggio e grande che si è rivelato, ed infine la speranza che un domani, forse non molto lontano, qualche collega troverà un rimedio a questo “mostro” e a tanti altri, facendo sì che nessuno viva più la medesima esperienza.
Allora Alex sorriderà dal cielo soddisfatto, condividendo con la sua Barbara la gioia per un nuovo traguardo raggiunto dalla Scienza e racchiuderà tutti in un ideale grande abbraccio.

Marika Chirulli Presidente
A.D. Itria Scacchi
Sede: Via Pergolesi n° 48
Presso Associazione Arma Aeronautica
Telefono: 339-1606512
e-mail: itriascacchi@libero.it
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