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Federica Castellana/Una marcia in più

Pubblicato da: Categoria: SPORT

29
AGO
2014
La giovane marciatrice locorotondese prosegue con successo la sua carriera sportiva conciliandola con gli studi di fisioterapia. Ecco la storia dell’atleta in forza nell’Alteratletica 
Le distanze non sembrano essere un problema per Federica Castellana, giovane marciatrice dell’Alteratletica Locorotondo, perché quando si tratta di guardare avanti non esiste meta che non si possa raggiungere, nello sport come nella vita. 10 o 20 km, non importa la distanza, quando inizi a marciare, a vincere non è la forza ma la determinazione, la tenacia, la capacità di saper affrontare una squalifica, e la convinzione che una sconfitta sia l'occasione per imparare qualcosa di nuovo. Federica si affaccia sul mondo dell’atletica a 13 anni partecipando ai Giochi sportivi studenteschi scolastici. Un anno dopo decide di iniziare ad allenarsi con la squadra di sua sorella Paola, l’Alteratletica Locorotondo, ottenendo discreti risultati nel mezzofondo. Dopo due anni un problema al ginocchio la costringe ad abbandonare l’atletica. Nel 2011 Federica ritorna al campo iniziando –un po’ per gioco- ad allenarsi con i marciatori perché correndo le fa male il ginocchio. La sua storia dimostra come lo sport a livello agonistico possa essere praticato con regolarità durante gli studi senza interferire con il rendimento scolastico. Federica, infatti, dopo essersi è diplomata al liceo scientifico -con il massimo dei voti- e aver superato con successo i test d’ingresso universitari, prosegue proficuamente gli studi di fisioterapia.
Federica, in che modo pensi che lo sport ti abbia aiutato nello studio e nella vita di tutti i giorni? 
«Sono dell’opinione che lo sport aiuta in tutti i campi della nostra vita. Come tutti sappiamo aiuta la nostra salute, ma quello che invece non tutti sanno è che lo sport aiuta una persona anche a livello sociale. Non penso che sarei la ragazza che sono senza questo sport. Ho conosciuto tante persone, sono cresciuta riuscendo a capire che un avversario può essere anche un amico e ho accettato le vittorie e le sconfitte, atteggiamento fondamentale nella vita di tutti i giorni. Lo sport mi ha sempre aiutato nello studio, soprattutto quest’anno: sono arrivata agli esami di maturità senza ansia e senza preoccupazioni. Durante l’anno lo sport mi ha aiutata a organizzare lo studio, e a non perdere tempo, sfruttando tutte le ore al meglio».
Federica, svelaci il segreto per eccellere nello studio e nello sport, senza trascurare nessuno dei due… 
«In realtà, non esiste un segreto o una regola per eccellere in entrambi i campi, l’importante è rendersi conto che si può studiare e prendere buoni voti “perdendo” due o tre ore al campo il pomeriggio. L’organizzazione è fondamentale, ma a volte bisogna fare dei piccoli sacrifici, come studiare fino a tarda ora, o evitare la “siesta” dopo pranzo, o semplicemente stare più attenti in classe per apprendere il più possibile. Forse un segreto esiste: tanta volontà e determinazione».
Pensi che lo sport abbia contribuito alla tua crescita personale? 
«Certo. Lo sport, a mio parere, insegna tante cose quante ne insegna la scuola. Anzi, forse qualcosa in più. Le amicizie che si creano in classe nella maggior parte dei casi finiscono con la scuola e si creano confronti e competizioni che non sempre si riescono a superare. Nello sport invece, s’impara la vera amicizia: siamo tutti avversari in gara ma amici nella vita. Capita di gareggiare con i propri amici di allenamento, che in questo caso diventano potenziali avversari, ma ciò non vuol dire che in gara non ci incoraggiamo a vicenda. Lo sport, di qualunque tipo, insegna il rispetto, il sacrificio e ad affrontare al meglio le difficoltà».
Manda un messaggio ai giovani atleti che non vogliono trascurare lo studio. 
«Ragazzi non fatevi scoraggiare dai professori, e neanche dalle sconfitte. Togliere tempo allo studio non vuol dire per forza andare male a scuola. Organizzate il vostro pomeriggio e lo studio vi sembrerà più leggero. Un allenamento stancante ma soddisfacente aiuta a concentrarsi meglio. Spesso la stanchezza è solo voglia di non fare niente, serve solo un po’ di buona volontà per prendere un dieci all’interrogazione!».
L’atletica, soprattutto la marcia, è uno sport che richiede sacrifici e tanto sudore, cosa ti ha spinto a non mollare nonostante le difficoltà? 
«Le motivazioni sono davvero tante. È difficile trasformare in parole le emozioni che questo sport è in grado di farti provare. Gli allenamenti con gli amici, le gare, il tifo dei compagni di squadra, tanti piccoli momenti: tutto ciò rende magica l’atletica. Le sconfitte e le delusioni sono momenti difficili da superare se si è soli, ma insieme tutto diventa più leggero. Qualche tempo fa, dopo una trasferta con la mia società, qualcuno mi disse: “Ora che hai capito quant’è bella l’atletica, non mollare”. E lì ho capito perché l’atletica ti rimane nel cuore, essere parte di qualcosa di così grande e bello come la mia squadra continua a essere la mia motivazione più grande!».
 


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